E’ bufera negli asili nido comunali dove dall’inizio dell’anno maestre e genitori sono in rivolta contro il Comune.
Con l’entrata in vigore del nuovo contratto decentrato per i dipendenti
capitolini, infatti, è stata imposta una riorganizzazione del lavoro
nelle scuole che di fatto taglia il numero degli insegnanti e ne aumenta
le ore di servizio.
E così i genitori dei bimbi hanno pensato bene di diffidare il Comune lamentando che l’incolumità dei bambini è a rischio. “Il
rapporto di una educatrice ogni 11 bimbi – si legge in una lettera
inviata a Ignazio Marino – peggiora la qualità dell’assistenza e insidia
la sicurezza“. “Come allontanarsi presto in caso di incendio? E
come cambiare o far mangiare un bimbo di pochi mesi se bisogna
sorvegliarne altri dieci?”, si chiedono le mamme e i papà.
“Come poter assicurare – continuano – l’assistenza contemporanea a
undici bambini?”. A firmare la diffida, i genitori degli asili “Il Sole”
e “La Piccola impronta” del municipio V ma presto a loro potrebbero
unirsi tanti altri.
Intanto per oggi è previsto un incontro fra amministrazione e
sindacati proprio per discutere il tanto contestato contratto
decentrato. “Si firmi o sarà scontro”, minaccia dalla Cgil, Natale Di
Cola, “e sulla riorganizzazione dissennata nelle scuole imposta dal
Comune si faccia dietrofront: si blocchi tutto fino a settembre per
riorganizzare il servizio dopo un confronto serio”.
Ma il sindaco non ne vuole sapere. “Spendiamo 14 milioni di euro
all’anno per le supplenze alle 6mila educatrici, perché la percentuale
delle loro assenze si aggira sul 30%”, lamenta Marino. “Si chiama il
supplente tra i 3mila in panchina e se questo si ammala a sua volta, si
chiama il secondo supplente. Bisogna aumentare da 27 a 30 le ore
settimanali e far scendere dal 30 al 5% le assenze per malattia,
aumentando i posti fissi per risparmiare”, insiste.
“Certo – i supplenti rischiano di perdere il lavoro, ma va superato
un modello che ha creato una condizione falsa, condivisa tra 3, 4
soggetti: il cambiamento è difficile ma necessario perché la priorità è
l’educazione dei bimbi” spiega.
“Ma non era Marino che parlava di città a misura dei bambini? E ora
criminalizza i lavoratori? I dati sulle assenze, branditi, guarda caso,
alla vigilia del confronto, se fossero reali, troveranno risposte e
soluzione” incalza a sua volta il sindacalista.
E, di fatti, il rapporto tra educatrici e bambini, come sottolinea la
diffida dei genitori, “viola l’accordo tra noi e il Comune firmato
all’atto dell’iscrizione all’asilo”.
di Chiara Romeo - 26 gennaio 2015
fonte: http://www.romacapitalenews.com
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