Cellule di Al Qaeda e dell’Is che hanno base in Turchia, Libia ed
Egitto sarebbero entrate prepotentemente nella gestione del traffico di
essere umani per finanziare le proprie organizzazioni, scalzando o
lavorando in società con i gruppi criminali che da anni gestiscono lo
spostamento di siriani, palestinesi e altri cittadini dei Paesi del
Centro Africa verso l’Europa.
Il nuovo business è stato rilevato da servizi segreti algerini,
marocchini, egiziani, tunisini, i quali hanno girato le informazioni
raccolte ai responsabili dell’intelligence dei Paesi europei, compresa
l’Italia, lanciando l’allarme. I nostri servizi avevano già preso
informazioni sulla nuova strategia delle due organizzazioni estremiste
islamiche che ormai da tempo hanno allargato la loro attività anche
oltre il traffico clandestino di petrolio, armi e stupefacenti. Adesso
si occupano quindi anche di esseri umani, un business che vale milioni
di euro.
I
servizi segreti nord africani ed europei hanno anche individuato le
modalità e le nuove rotte seguite dai trafficanti che trasferiscono le
persone in Libia partendo dalla Siria, dalla Turchia e dai paesi del
Centro Africa.
Gli estremisti islamici che si sono inseriti nel traffico di esseri
umani non sono interessati alle piccole imbarcazioni o ai gommoni che
partono dalle coste libiche ma ai grossi mercantili destinati allo
smantellamento perché sono in grado di trasportare migliaia di
passeggeri, in particolare siriani e palestinesi (i quali hanno a
disposizione molti più soldi dei disperati provenienti dal Centro
Africa) che prima sbarcavano sulle coste siciliane e che adesso
preferiscono dirigersi verso le coste calabresi o pugliesi.
I servizi segreti avrebbero anche individuato alcuni capi di queste nuove organizzazioni e tra questi Abdel Raouf Qara.
Si tratta di un trafficante «con forte connotazione jihadista —
annotano i report delle intelligence nord africane ed europee —che da
mesi gestirebbe in regime di monopolio il traffico di essere umani».
Abdel Raouf Qara si è inserito nel business dell’immigrazione
clandestina per auto-finanziarsi.
E ad Abdel Raouf Qara si sarebbero accodati anche altri gruppi «di
ispirazione islamista » nell’area di Bengasi (che è il maggior centro di
raccolta di extracomunitari che vogliono andare in Europa) «entrati nel
business sempre con finalità di autofinanziamento».Abdel Raouf Qara è a
capo di una delle più potenti milizie libiche, con oltre 1.000 uomini
armati, regolarmente stipen- diati con poco di 300 euro al mese.
Si
è improvvisato contemporaneamente “giudice” e “direttore” di alcune
carceri illegali libiche e agisce secondo la sharia. Su alcuni social
network ha ammesso di ignorare «i diritti degli uomini e della
giustizia».
Attualmente controllerebbe anche un aeroporto vicino Tripoli e con lo
scalo nel caos i servizi di sicurezza dei paesi vicini — Tunisia,
Algeria e Marocco — hanno lanciato un allarme per possibili attentati
sulle loro città fatti con gli aerei civili in mano alle milizie armate,
tanto da far innalzare lo stato di allerta in diversi aeroporti
internazionali.
Secondo fonti italiane però, gli 8-10 aerei presenti nello scalo
sarebbero stati danneggiati nei combattimenti e non più in grado di
volare.
Ma
anche nelle coste turche e greche agirebbero cellule jihadiste che si
sono inserite nel traffico di extracomunitari «rivitalizzando la propria
operatività attraverso la creazione di una nuova rotta e garantendo il
trasferimento di clandestini direttamente in Italia in soli nove giorni
di navigazione » con grossi mercantili destinati alla rottamazione,
comprati a basso prezzo e riempiti di migliaia di disperati diretti in
Italia.
Il trasferimento avverrebbe dal porto turco di Mersin, uno dei
maggiori centri dell’Anatolia meridionale che avrebbe soppiantato
Smirne, una delle capitali dei traffici illeciti via mare.
I
maggiori controlli delle autorità egiziane avrebbero invece reso più
difficile il trasferimento dei clandestini verso i propri confini che in
gran parte sarebbero stati minati «tanto che allo scopo di scongiurare
la minaccia, le carovane dei migranti vengono precedute da pecore che
vengono sacrificate ogni qualvolta incappano in una mina».
Foto: Marina Militare
di Francesco Viviano da La Repubblica del 23/01/15
fonte: http://www.analisidifesa.it
Nessun commento:
Posta un commento