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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

18/01/15

Le ragazze italiane liberate: sollievo, ma nulla da festeggiare


Vanessa arabo



«Agli eroi del Bat­ta­glio­ne dei Mar­ti­ri. Gra­zie del­l’o­spi­ta­li­tà e se Dio vuole ve­dre­mo la città di Idlib li­be­ra quan­do tor­ne­re­mo». È la tra­du­zio­ne del car­tel­lo te­nu­to in mano da Va­nes­sa
Mar­zul­lo e Greta Ra­mel­li. Liwa Shu­ha­da al-Islam, il grup­po in­neg­gia­to nella ban­die­ra, è un’or­ga­niz­za­zio­ne “ri­bel­le” isla­mi­sta il cui nome si­gni­fi­ca “La Bri­ga­ta del­l’I­slam”.
Tale Bri­ga­ta è con­si­de­ra­ta dagli esper­ti di ter­ro­ri­smo in­ter­na­zio­na­le una sigla vi­ci­na al Fron­te al Nusra, brac­cio di al Qaeda in Siria, di chia­ra ma­tri­ce ji­ha­di­sta.

Sono state li­be­ra­te, Greta Ra­mel­li e Va­nes­sa Mar­zul­lo, le due coo­pe­ran­ti ita­lia­ne ra­pi­te in Siria nel lu­glio scor­so. E fi­no­ra siamo ri­ma­sti in si­len­zio, in at­te­sa di que­sto even­to, ac­com­pa­gnan­do l’at­te­sa con la pre­ghie­ra. Ora che sono state li­be­ra­te, però, sem­bra do­ve­ro­so ri­ba­di­re quan­to già ac­cen­na­to in una pre­ce­den­te nota ri­guar­dan­te il loro ra­pi­men­to: le due ra­gaz­ze ave­va­no or­ga­niz­za­to di­ver­se ini­zia­ti­ve di rac­col­ta fondi per so­ste­ne­re la co­sid­det­ta ri­bel­lio­ne si­ria­na. E il loro viag­gio in Siria, du­ran­te il quale sono state se­que­stra­te, era a so­ste­gno di que­ste ini­zia­ti­ve. La foto che pub­bli­chia­mo non si pre­sta a equi­vo­ci.

I soldi rac­col­ti dalle ra­gaz­ze, e dalla ong sulla quale si ap­pog­gia­va­no, sono giun­ti ai ta­glia­go­le che da anni stan­no mar­to­rian­do il po­po­lo si­ria­no. A que­sti soldi vanno a som­mar­si quel­li pre­su­mi­bil­men­te pa­ga­ti dal­l’I­ta­lia per la loro li­be­ra­zio­ne (cir­co­stan­za ov­via­men­te ne­ga­ta dalle au­to­ri­tà ita­lia­ne). Fondi, tra l’al­tro, che ali­men­ta­no il ter­ro­ri­smo in­ter­na­zio­na­le. È pro­ba­bi­le che le ra­gaz­ze non aves­se­ro piena co­scien­za delle loro azio­ni, né delle im­pli­ca­zio­ni di certe ini­zia­ti­ve “uma­ni­ta­rie” (ter­mi­ne che a volte ri­ser­va sor­pre­se), quin­di a loro ri­guar­do man­te­nia­mo il si­len­zio.
Detto que­sto, men­tre ac­co­glia­mo con sol­lie­vo la no­ti­zia della loro li­be­ra­zio­ne, ci sem­bra del tutto fuori luogo il clima fe­stan­te che l’ac­com­pa­gna. Que­sta brut­ta vi­cen­da è co­sta­ta e co­ste­rà san­gue in­no­cen­te. In Siria e forse al­tro­ve. Cre­dia­mo non ci sia molto da fe­steg­gia­re.

16 gennaio 2015

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