Antonio Martino
al Quirinale è un sogno. E come tale, a maggior ragione in questo
Paese, destinato a rimanere nel cassetto. Parliamoci chiaro, uno che
pronuncia una frase come la seguente è troppo intelligente per
rappresentare l’Italia: “Noi liberali siamo: conservatori, quando si
tratta di difendere libertà già acquisite; radicali, quando si tratta
di conquistare spazi di libertà ancora negati; reazionari, per
recuperare libertà che sono andate smarrite; rivoluzionari, quando la
conquista della libertà non lascia spazio ad altrettante alternative;
progressisti, sempre, perché senza libertà non c’è progresso”. Se a ciò
si aggiunge che la tessera n.2 di Forza Italia ha addirittura
partecipato ad una manifestazione del Tea Party Italia, un gruppo di
turboliberisti fanatici che chiedono addirittura “Meno Stato, meno
tasse e più libertà”, ecco che le sue possibilità reali di rappresentare
l’Inferno fiscale italiano diventano prossime allo zero.
Rimanendo nell’ambito della fantapolitica, tra un Martino e un
Magalli, sento però il dovere di avanzare anch’io, a nome dei pazzi
fanatici di cui sopra, la mia proposta per il Quirinale. Si tratta di un
esponente della società civile. Nonché di uno dei più grandi
imprenditori del nostro Paese. Già, non sarebbe male avere per una volta
un capo dello Stato che i soldi li produce invece di consumarli. Volete
un indizio? In tv lo chiamano “boss”. Ha guidato con successo un team
di Formula 1 ed è sposato con una bellissima signora mora da cui ha
avuto un figlio. Sì, sto parlando di Flavio Briatore. A
mio avviso ha tutte le carte in regola per essere un ottimo capo dello
Stato: nessuna competenza in materia, grande uomo immagine, tanto
carisma e soprattutto, regola fondamentale del mercato, conosce molto
bene il “prodotto Italia”, tant’è che vive all’estero. Inoltre ha sempre
criticato l’eccessiva pressione fiscale, gli enormi costi della
politica e ha avuto a che fare sia con la Guardia di Finanza (vedi yacht
sequestrato) che con la magistratura (che gli ha restituito i fondi
sequestrati). Chi meglio di lui dunque?
dal blog di Nicolò Petrali - 23 gennaio 2015
fonte: http://blog.ilgiornale.it/petrali/
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