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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

26/10/14

I NUOVI VENUTI


Così «I Nuovi Venuti» abbattono con il sangue il debito pubblico. Il romanzetto di Giorgio Dell’Arti è la cronaca di un violentissimo colpo di stato che azzera violentemente l’intera classe dirigente italiana: Berlusconi defenestrato da un antico albergo milanese, Fini decapitato, Casini impalato, D’Alema affogato nel Tevere, Veltroni lapidato 
  
Pubblichiamo uno stralcio de I nuovi Venuti, “romanzetto” scritto da Giorgio Dell’Arti per Edizioni Clichy.

Il libro è la cronaca di un violentissimo colpo di stato che azzera nel sangue l’intera classe dirigente italiana: Berlusconi defenestrato da un antico albergo milanese, Fini decapitato, Casini impalato, D’Alema affogato nel Tevere, Veltroni lapidato. E poi sindacalisti, magistrati, giornalisti, ex tribuni e capicorrente: tutti eliminati al ritmo del putsch che non conosce pietà per “ristabilire i princìpi” e definire le regole nel segno del terrore.

All’interno del programma relativo all’abbattimento dei costi, vennero... abrogati i quattrocento Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e, con questi, gli integrativi territoriali e aziendali. Soppressi i trattamenti di fine rapporto e i diritti acquisiti, licenziato l’intero corpo dei lavoratori pubblici e privati. A questi fu tuttavia concesso di far domanda di riassunzione. Era escluso che l’impiego precedente costituisse titolo preferenziale. Soppresso il Servizio Sanitario Nazionale, mettemmo in conto risparmi per 112 miliardi. Soppresso il Sistema Pensionistico, mettemmo in conto risparmi per 260 miliardi. Soppresso il Sistema Scolastico, mettemmo in conto risparmi per 60 miliardi. Soppressa la Pubblica Amministrazione, mettemmo in conto risparmi per 500 miliardi, benché la Pubblica Amministrazione andasse comunque ricostituita, non essendo ipotizzabile un governo senza burocrazia, e sia pure un governo del Curatore. In questa fase mettemmo in conto risparmi immediati, su base annua, per quasi 950 miliardi.

Rimettendo in funzione Palmiano e San Donato, disponemmo però che a ogni ora del giorno e della notte fosse fornita la stessa quantità di energia, in modo da evitare picchi e segnare un altro risparmio da 25-30 miliardi. Le aziende furono obbligate a organizzare turni su tutte e ventiquattro le ore. Ai licenziati che avevano presentato domanda di riassunzione fu risposto che si presentassero agli Uffici di Collocamento Territoriale UCT. Milioni e milioni di italiani, dopo essere stati licenziati, chiedevano, senza azzardarsi a protestare, di essere riassunti. Lasciammo ai privati la libertà di comportarsi come meglio credevano, limitandoci ad assicurare l’assistenza di pattuglie di Uomini Rossi incrudeliti. Quanto alla Pubblica Amministrazione, requisimmo i Palazzacci di Roma e convocammo qui gli Aspiranti Burocrati. (...)

Vennero gli svizzeri a dirci che sarebbero stati interessati all’acquisto della Sardegna. Offrivano cento miliardi. Vennero i cinesi, e volevano la Basilicata e il Porto di Brindisi. Gli americani puntavano alla Sicilia, per via degli antennoni di Niscemi, ma nello stesso tempo sostenevano che non bisognava smembrare il Paese. Il Maestro Kronauer mostrò che sarebbe stato saggio assegnare il Nord-Ovest alla Francia, il Nord-Est alla Germania, ridare il potere temporale alla Chiesa e restringere l’Italia Propriamente Detta al Mezzogiorno, con capitale Napoli. Di questo si sta discutendo ancora adesso. Quelli della Coca-Cola vorrebbero cambiare il nome alla Piazza Fontana di Trevi, trasformandola in Piazza della Coca- Cola. Sono pronti, per questo, a sborsare un miliardo l’anno.

da Il Sole 24 Ore, domenica 19 ottobre 2014
tramite: http://cinquantamila.corriere.it

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