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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

01/11/14

Mamma e figlio, anche questa è una famiglia



In Italia le “small families” sono il 16%. Vivono tra solitudine, difficoltà e politiche disomogenee

Getty Images/GREG BAKER/AFP

Ci sono famiglie fatte da una mamma e una figlia, un padre e due figli, una mamma e due figli. Famiglie che non si vedono nelle pubblicità dei biscotti o in quelle delle merendine mentre fanno colazione intorno allo stesso tavolo. Eppure i nuclei familiari composti da un solo genitore in Italia sono ben il 16 per cento del totale. Nella maggioranza dei casi (85%) si tratta di mamme che convivono con uno o più figli. I padri sono molti di meno. Dietro ci sono separazioni, divorzi, lontananze forzate, fughe, scelte personali o anche la morte di uno dei due genitori. Storie difficili di madri e padri rimasti soli che faticano a far quadrare i conti, ma anche solo le ore della giornata.
Tecnicamente si chiamano famiglie “monoparentali” o “monogenitoriali”. Qualcuno, come Gisella Bassanini, preferisce chiamarle small families, famiglie piccole. Architetta, ricercatrice e mamma single, Gisella, insieme a Erika Freschi e Michele Giulini, a febbraio 2014 ha creato l’associazione “Smallfamilies”, dove la parola inglese all al centro indica che le famiglie “piccole” in fondo sono come tutte le altre. Nonostante le dimensioni ridotte. «I numeri sono tutt’altro che marginali», spiega Gisella. «Il 16% delle famiglie italiane è composto da un solo genitore. C’è poi l’altro genitore che per almeno la metà dei casi è presente nella vita dei figli e se ne occupa. Se a questo aggiungiamo le nuove forme di famiglia che sempre più sono presenti nel nostro Paese, ci appare un dato che nessuno può più nascondere: la famiglia è cambiata, anche in Italia». Intorno alla famiglia composta da mamma e papà seduti con i propri figli a fare colazione, la «geometria» è variabile. La definizione di smallfamilies racchiude forme e perimetri diverse. Dove il piccolo, small, «rimanda al singolo genitore o educatore che sia, che convive abitualmente con i figli o i minori a loro affidati e a loro dedica ogni giorno tempo, attenzioni, cure, impegno, amore, ma dove le relazioni, i problemi, le gioie, la complessità della vita quotidiana sono tutt’altro che piccoli».
Dietro le small families ci sono separazioni, divorzi, lontananze forzate, fughe, scelte personali o anche la morte di uno dei due genitori
E in fondo neanche le small families sono poi così piccole. Certo, la vita di una mamma o un padre single cambia se si è veramente sole o soli per crescere i figli o se si condivide questo compito con l’altro genitore dal punto di vista educativo, affettivo ed economico. «Tuttavia ci sono alcune difficoltà che accomunano le diverse storie e che amplificano i molti problemi che le famiglie italiane stanno vivendo e tanto più in questo periodo così duro», spiega Gisella. Perché se le politiche di sostegno alla famiglia sono scarse per una famiglia composta da padre e madre, figuriamoci se a portare avanti la baracca c’è un solo genitore. E spesso il lavoro del genitore small è l’unica fonte di reddito del nucleo familiare, quindi o si lavora o niente. È in questi casi che le famiglie “piccole” anziché restringersi si allargano: ai nonni, agli zii o agli amici, che danno un apporto fondamentale nella cura dei figli e sono - soprattutto per un genitore single - l’unico strumento di conciliazione tra il lavoro e la famiglia.
Lidia Baratta - 31 ottobre 2014
fonte: http://www.linkiesta.it


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