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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

01/11/14

LA FARSA STATO-MAFIA Lo sfogo di Ultimo: «Basta fango»




Parla il carabiniere che prese Riina: «Quante menzogne sulla Trattativa Nessun mistero sulla cattura del boss. E’ stata una vittoria dello Stato»

ultimo

«E adesso basta». Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo, non ne può più di bugie e insinuazioni, di «trasmissioni a senso unico, come l’ultima puntata di Servizio pubblico», che per parlare di Trattativa Stato-Mafia ha ospitato il condannato Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, don Vito, che alcuni pm descrivono come un mentitore seriale e fabbricatore di documenti falsi. In trasmissione c’era anche Sabina Guzzanti, la regista del film flop proprio su quella “trattativa” che nessuno, dopo anni, è riuscito a dimostrare. E su di lei, Ultimo ci va giù durissimo.
Ultimo è il carabiniere noto nel mondo per aver catturato Totò Riina, il capo dei capi codi Cosa nostra, dopo 23 anni di latitanza. Lui e i suoi uomini lo hanno consegnato alla giustizia e a una vita di carcere duro. Lo hanno fatto insieme all’ex generale del Ros, Mario Mori, e agli uomini di quel Raggruppamento operativo speciale che da eroi, perché tale è chi decapita una mafia potente che aveva colpito al cuore lo Stato uccidendo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, diventano imputati, poi sempre assolti, accusati di non aver perquisito il covo del Padrino, di avere, con coscienza, evitato di catturare Bernardo Provenzano, e in definitiva di essersi piegati di fronte all’anti-Stato, trattando una resa che sarebbe stata ignobile per uomini di tal fatta. Balle, clamorose balle che tendono a dipingere gli uomini del Ros come criminali. Ed eccolo lo sfogo del Capitano Ultimo raccolto da Il Tempo e dal sito «Censurati.it» sgorgato dopo le parole di Ciancimino e Guzzanti da Santoro: «C’è gente che ha fatto carriera e soldi facendo il professionista dell’antimafia a tempo pieno. Vorrei mettere a confronto la busta paga di certi esperti mafiologi con la mia e con quella di altri carabinieri che rischiano la pelle ogni giorno. Così il popolo saprebbe chi è che ha trattato, indirettamente, un profitto dalla “trattativa”...» . Non ci sta, Ultimo, a passare per “trattativista” di quella mafia che ha contribuito a sradicare:«Macché trattativa. Noi (lui e Mori, ndr) siamo criminali senza guadagno. Questa lapidazione, queste violenze indegne sui nostri corpi, sono da brividi. I giovani devono stare lontano da questi cattivi maestri». 


Ultimo attacca tutti, ne ha così tante per Travaglio che evitando la trascrizione integrale gli risparmiamo una querela. «Vogliamo parlare della Guzzanti? Di fronte a milioni di italiani parla di cose che non sa, Ma quali competenze ha per dire chi è bravo e chi no, per fare un film sulla cosiddetta trattativa che a oggi non è dimostrata, e anzi è già stata parzialmente smentita in due processi? È un modello di donna che si vede che ha sofferto, che ha costruito la sua vita donandosi agli altri». Poi si scaglia contro Santoro e Travaglio, contro il loro mondo «lontanissimo da quello di noi carabinieri. Noi siamo un mondo diverso, noi siamo soldati. Ma il problema non è la trasmissione, che dal loro punto di vista, dal loro mondo borghese e culturalmente razzista, ha una finalità e una logica. Il problema è che ci sono pezzi della magistraturache si incaponiscono su una Trattativa - ripeto, ancora mai dismostrata - che alla fine delegittimano lo Stato costringendo a una testimonianza inutile il presidente della Repubblica, che è una persona degnissima, che è un esempio per tutti e che è stato umiliato e calpestato nella sua dignità, e questo è un reato morale gravissimo». Poi Ultimo si sofferma con stizza sulle accuse che continuano a piovergli addosso sulla mancata perquisizione del covo di Riina, che gli è costato un processo finito con l’assoluzione: “Nessuno ricorda mai che la decisione di non perquisire il covo di Riina non l’ha presa il sottoscritto in solitudine e nemmeno il Ros, è stata concordata con la procura di Palermo».
Ultimo è arrabbiatissimo, prima dei saluti taglia corto. «Io ce l’ho con chi avvelena il clima, con chi non ama questo Paese, e sputa sopra le istituzioni ogni volta che può».

Luc. Roc. 01 nov 2014
fonte: http://www.iltempo.it

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