Mentre tutta la stampa ancora chiacchiera del caso Bindi-De Luca, e di quest’ultimo che cede e porge le sue scuse alla presidente della commissione antimafia, il Fatto quotidiano sfodera l’arma letale: una registrazione audio davvero incredibile, “rubata” a un De Luca in piena forma, più Crozza di Crozza.
E’ una riunione di trecento “intimi” del governatore, tutti
amministratori campani, un incontro a porte chiuse che si è svolto,
secondo il Fatto, il 15 novembre. Il governatore va subito al sodo: “In
questo momento abbiamo un’interlocuzione privilegiata con il governo. Poi vi piace Renzi, non vi piace Renzi,a me non me ne fotte un cazzo (…). Abbiamo fatto una chiacchierata con Renzi. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e
ha detto sì: lui era terrorizzato per la reazione della Lega ma alla
fine ce l’ha dato, nonostante la Ragioneria e De Vincenti. Abbiamo
promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum.
Sono arrivati fiumi di soldi”. E snocciola ancora: 2 miliardi e 700
milioni per il Patto per la Campania, altri 308 per Napoli, ancora 600
sempre per Napoli.
E allora, qual è il problema? Renzi è generoso, come è suo diritto, nei confronti di una regione del Sud,
cosa c’è di strano? Che il governatore sia un suo sostenitore non è
motivo sufficiente per pensare male. Ma il resto della registrazione
spiega tutto: De Luca chiede ai suoi una mobilitazione straordinaria per
il sì, illustrando il suo concetto di democrazia: “l’idea che ogni
cittadino deve avere la sua rappresentanza è un’imbecillità”.
Un altro seguace di Napolitano, che ha affermato, dopo l’elezione di Trump, di nutrire ormai dubbi sul suffragio universale.
I politici di sinistra pare che, se non sognano i bei tempi dei
carrarmati sovietici, disprezzano cordialmente il popolo e pensano di
“accattarselo” con le mancette elettorali. E qui arriva il meglio della
registrazione, l’invito a muoversi scientificamente, per gruppi
organizzati, battendo cassa (cioè voti a favore della riforma) presso
imprese, sanità, e tutto quello su cui si riesce a mettere le mani,
secondo il metodo più collaudato al Sud, le clientele. “Prendiamo Franco Alfieri,
notoriamente clientelare”, spiega De Luca ai suoi seguaci. Alfieri è il
chiacchierato sindaco di Agropoli. “Come sa fare lui la clientela lo
sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo
comanda.”
A questo punto De Luca si sdilinquisce, sospira di
piacere: “Che cosa bella!” Poi, dopo l’elogio della clientela, così
sincero e uscito dal cuore che commuove, si riprende e continua: “Ecco,
l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi
concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco,
armati, con le bandiere, andare alle urne a votare il Sì.
Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce,
portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire
qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”. Linguaggio un po’
rozzo ma concetti limpidi.
Direbbe Crozza: “Le ho portate io, le mance elettorali e le clientele in Campania!”
di Eugenia Roccella - 19 Novembre 2016
fonte: https://www.loccidentale.it
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