Non posso dire: “Non era mai successo”. Ma posso dire che raramente era successo che il Presidente del Consiglio lanciasse insulti così beceri alle opposizioni. Badate bene: non insulti a questo o quel politico avversario, bensì a tutti quelli, politici e no, che avversano lecitamente e virilmente il “disegno deformatore” della sovranità popolare e della democrazia parlamentare che il presidente Renzi, “pro domo sua”, tenta d’imporre ai riluttanti Italiani.
Egli, urlando come un pazzo alla platea dei suoi sostenitori, ci ha
definiti “accozzaglia”. Questo infame insulto, che squalifica chi lo ha
lanciato, non chi lo ha ricevuto, dimostra il livello di paura che
attanaglia il nostro piccolo primo ministro. Secondo “Il principio di
Peter”, “la carriera fa salire la gente fino al proprio livello di
incompetenza”. Secondo il mio adattamento di tale principio, la carica
fortunosamente conquistata ha fatto salire Renzi al proprio livello di
maleducazione politica. Possibile che un fiorentino, seppure del
contado, non conosca appieno il significato delle parole che usa?
Bisogna allora ricordarglielo, prendendolo dal Vocabolario della lingua
italiana della Treccani. Accozzaglia: “Turba confusa di persone
spregevoli o massa discordante di cose”. Poiché gli oppositori riuniti
nel No alla riforma costituzionale non sono “cose”, ne risulta che
formano, secondo il volgare e ingiurioso epiteto di Renzi, una “turba
confusa di persone spregevoli”. Non so a voi, ma a me questa storia
rattrista, non indigna. Vedere il capo del mio governo, perché infatti
il governo della Repubblica è anche mio sebbene lo avversi; vedere il
primo ministro agitarsi scomposto, con il volto teso, e digrignare i
denti contro i suoi oppositori mi ha fatto pena assai. E in questa pena
il tarlo della paura si è fatto strada.
È questo l’uomo che sta cercando d’imporre una riforma costituzionale
ed elettorale che gli consegnerebbe il bastone del comando, con o senza
la maggioranza degli elettori? È questo l’uomo di cui dovremmo fidarci
approvandogli una riforma costituzionale ed elettorale che concentra
nella sola Camera il potere legislativo ed il controllo parlamentare? È
questo l’uomo a cui la legge elettorale assegna la potestà di nominare i
deputati che gli daranno la fiducia contro l’opposizione frammentata in
minoranze fragili? Mi rattrista profondamente un capo di governo che
vuole vincere, ma non sa convincere; apparire forte politicamente, ma
mostrandosi debole moralmente; infondere coraggio, incutendo paura;
preconizzare un grande futuro, esorcizzando le previsioni e le ragioni
avverse. Tuttavia, riesco a sollevarmi dallo stato di tristezza
persuadendomi che il presidente Renzi è il Mago Otelma della politica,
tanto quanto la ministra Boschi ne è la Wanna Marchi. Sono due impostori
politici: l’uno prevede che, se vince il sì, l’albero degli zecchini
d’oro comincerà a dare frutti nel Campo dei Miracoli; l’altra spaccia la
sua riforma come una panacea contro i peggiori mali che ci affliggono.
Al signor Renzi debbo precisare che il Campo dei Miracoli sta a due
passi dalla città di Acchiappacitrulli. Alla signorina Boschi devo
ricordare che chi propina il sale come farmaco contro il cancro non
guarisce ma truffa.
di Pietro Di Muccio de Quattro - 15 novembre 2016
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