L’ex ambasciatore, storico e
firma del Corriere Sergio Romano a tempi.it: «Assad è un despota ma è
anche un leader. I cristiani sono con lui perché è tollerante e di
questo bisogna tenere conto»
La Russia ha colpito i suoi primi obiettivi militari in Siria e come
prevedibile sono subite scoppiate proteste e polemiche. Quattro Su-25
russi hanno bombardato cinque postazioni a nord della città di Homs di
ribelli “moderati”. Stati Uniti e opposizione al governo di Bashar
al-Assad hanno protestato perché sembra siano stati uccisi civili e
perché non è stato colpito lo Stato islamico.
DIRITTO INTERNAZIONALE. «Il punto non è certo
discutere della legittimità dei raid dal punto di vista del diritto
internazionale», contribuisce al dibattito parlando con tempi.it Sergio
Romano, ex ambasciatore, storico e firma del Corriere della Sera.
«Però da questo punto di vista ci sono analogie nel modo in cui le
grandi potenze del mondo si comportano nella regione». Anche la
coalizione arabo-occidentale degli Stati Uniti, infatti, ha sempre
condotto raid senza essere legittimata dall’Onu e né Obama né la
comunità internazionale hanno protestato quando i raid francesi hanno
ucciso 12 bambini in un campo di addestramento dell’Isis o quando
l’Arabia Saudita in Yemen ha centrato per sbaglio una festa di
matrimonio, uccidendo più di 100 persone. «Poi è chiaro che ogni volta
le due parti si accusino a vicenda di scorrettezze».
«OBAMA È IDEOLOGICO».
L’obiettivo dei raid russi era indebolire le forze che cercano di
conquistare Homs, una delle roccaforti del regime dell’alleato Assad. Ed
è soprattutto questo che non va giù agli Stati Uniti, visto che Barack
Obama ha sempre insistito sulla necessità di combattere sì lo Stato
islamico, ma anche Assad. «In questo momento c’è qualcosa di ideologico
nello stile di Obama», continua l’ex ambasciatore. «Su Assad la
posizione del segretario di Stato John Kerry è molto più flessibile,
Obama invece si sta comportando da tipico socialdemocratico americano. È
pragmatico in politica interna e per quanto riguarda le misure che
cambiano la società americana, mentre si comporta in modo ideologico in
politica internazionale, più ideologico del partito repubblicano».
L’ERRORE SU ASSAD. Il riferimento è «all’opposizione
ad Assad a tutti i costi. Il presidente siriano si è sicuramente
screditato ma non è una persona inutilizzabile», ragione lo storico.
«Gli americani non si rendono conto che Assad non è solo un despota ma
anche il leader di un blocco politico e sociale. Non dimentichiamo poi
che esiste la simpatia dei cristiani, della media borghesia. Fino ad ora
hanno parlato poco per non esporsi alle rappresaglie dell’una e
dell’altra parte, ma la loro posizione è chiara».
«TENERE CONTO DEI CRISTIANI». I cristiani, infatti,
«sanno che con gli Assad si vive, perché è tollerante. Questo blocco,
che esiste e di cui il presidente siriano è leader, non può essere
buttato via, bisogna tenerne conto. Ma Obama insiste a tenere una
posizione ideologica». Posizione che l’intervento deciso di Vladimir
Putin potrebbe ammorbidire: «È possibile che si raggiunga un accordo
politico sulla Siria. L’intervento di Putin ha proprio questo scopo.
Anche se credo che il contrasto di fondo sulla sorte di Assad rimarrà».
ottobre 2, 2015
Leone Grotti
fonte: http://www.tempi.it
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