Roma,
28 set – Sappiamo tutti grazie una stampa nazionale che finalmente è
uscita da dubbi e amletismi (tranne i soliti noti) che l’India ha fatto un passo falso
depositando al Tribunale di Amburgo gli “annex” (allegati) allo
sproloquio colpevolista proclamato dal suo rappresentante ufficiale Dr. Neerhu CHADHA; In realtà Mr. Chadha prima di proclamare le colpe si lascia andare ad alcuni insulti, “in many passages, Italy endeavours to elicit compassion” (in molti passaggi, l’Italia si adopera per suscitare compassione). E poi ci aggiunge che
“le restrizioni alla libertà di Girone sono molto indulgenti per un
individuo che, non può essere contestato, ha sparato e ucciso due
pescatori disarmati”. Boria e superbia mal riposta, visto che fra l’altro egli stesso ha depositato ad Amburgo la copia di una autopsia da cui risulta chiaramente (stavolta davvero) che il proiettile repertato in una delle due vittime non può essere stato sparato dai fucili in dotazione al team militare italiano
in servizio di scorta sulla Enrica Lexie. (E pure l’altro proiettile,
chiariamolo subito prima che qualcuno si avventuri in altre certezze
campate in aria, anche se ultimamente si sono fatti tutti prudenti)
Comunque l’India che mi accusa, in quanto italiano, di “cercare compassione”
in un Tribunale Internazionale proprio non va, lasciamo pure Mr. Chadha
ai suoi guai, ci rivediamo al Tribunale dell’Aia. Nei secoli passati,
per millenni, il Giudice è stato signore e padrone della Verità, che
discendeva dal suo libero convincimento. Diciamo che dalla Rivoluzione
Francese in poi si è affermato il pricipio che questo convincimento sia
“al di la di ogni ragionevole dubbio”. Nel diritto e nelle sentenze
entra quindi la “Ragione” (elevata appunto a Dea dopo la presa della
Bastiglia) che comporta una vera rivoluzione anche nel Diritto perchè
introduce l’oggettività, che può essere cercata con elementi tecnici che
prevalgono sulle testimonianze. Entrano quindi anche nel Diritto i
Lumi, la Scienza e la Tecnologia. Se prima il Giudice poteva convincersi
che la Strega era andata al Sabba Infernale volando su una scopa per
accoppiarsi sette volte col Diavolo e mandarla al rogo, oggi dovrebbe
mostrarci la scopa volante, il Diavolo, fare la prova del DNA… dovremmo
esaminare scientificamente i dati radar del volo della scopa, e così
via. Infatti i processi alle streghe sono spariti. Nel nostro
caso si continua, nei tribunali internazionali, a sproloquiare della
“colpevolezza” dei due accusati nonostante il dato aggettivo di un
proiettile che non può passare attraverso la canna dei loro fucili. Lo diciamo da tre anni ma finora era una “indiscrezione” (l’autopsia recuperata da un giornalista italiano), ora è il documento ufficiale depositato a Amburgo
dalla Repubblica dell’India, e di li non lo muove più nessuno. E
neanche si può rifare l’autopsia per cercare altri proiettili,
l’autopsia è per definizione un “atto irripetibile”. Fin da maggio 2013
(è ancora scritto nei documenti indiani depositati ad Amburgo) gli
inquirenti indiani (che evidentemente sapevano bene come stavano le
cose, l’autopsia è del 16/2/2012, il giorno successivo ai fatti)
chiedono di procedere secondo la legge indiana antiterrorismo SUA Act. E’ una legge di stampo medievale, che prevede l’automatica condanna a morte in caso di colpevolezza, e rovescia l’onere della prova a carico degli accusati.
In sostanza esattamente come la Strega medievale che doveva “provare”
all’inquisitore di non essere andata al Sabba Infernale ed essersi
accoppiata col Diavolo. E come faceva? Non ci sono dubbi che se il Tribunale dell’Aia sentenziasse per la giurisdizione indiana il processo in India sarebbe fatto con la SUA
Act, per non affrontare un processo “vero” basato sulla Ragione che
smentirebbe clamorosamente il castello di carte tenuto in piedi finora.
Ma questo è contrario ai principi giuridici della Unione Europea,
e i giudici dell’Aia faranno bene a tenerne conto prima di mettere due
militari di un paese membro dell’Unione che agivano nell’ambito della
missione antipirateria europea denominata Atalanta in
mano a un paese che visti i risultati dell’autopsia non doveva nemmeno
arrestarli. E a tener conto che la questione dell’autopsia non è la sola
a far crollare le accuse indiane, anche gli altri documenti depositati a Amburgo dimostrano l’inconsistenza delle accuse, basta volerlo e saperlo evidenziare. E, Mr. Chadha ci può contare, sarà fatto. Lo stiamo già facendo.
Luigi Di Stefano - il 28 settembre 2015.
fonte: http://www.ilprimatonazionale.it
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