Un
socio dell'agenzia di trasferimento di denaro durante
un'intercettazione: "In quel money transfer stanno riciclando i soldi
della mafia"
Un
socio dell'agenzia di trasferimento di denaro durante
un'intercettazione: "In quel money transfer stanno riciclando i soldi
della mafia"
Un flusso di denaro che basterebbe per abolire Imu e Tasi. Oltre 4,5 miliardi di euro sottratti allo Stato e che sono spariti in Cina.
L'inchiesta, come riporta La Stampa, è partita nel 2008 da parte della Guardia di Finanza di Firenze. Le fiamme gialle, all'epoca notano che un operatore di money transfer di Bologna movimenta tanti soldi nell'area fiorentina.
Dopo
un incrocio di dati, i conti non tornano: troppo denaro - milioni di
euro - per troppo pochi clienti. Si scopre così che nella piccola
agenzia bolognese, gestita anche da cittadini cinesi, si utlizza un
semplice accorgimento per evitare il limite che farebbe scattare le
segnalazioni automatiche per l'antiriciclaggio, fissato a 2mila euro: spezzettare il flusso di denaro in trasferimenti di 1999,99 euro.
A trasferire il denaro, cinesi morti, inesistenti o ignari. In pochi anni il fatturato della Money2Money passa da 85 milioni di euro a oltre 400.
Il giro di denaro porta a galla un nero proventiente
da contraffazione, sfruttamento della prostituzione e gioco d'azzardo.
Le indagini portano anche alla scoperta di un'evasione fiscale imponente
da parte di molti commercianti cinesi: chi dichiara 17mila euro di
reddito allo stato italiano e spedisce 1,89 milioni di euro in Cina o
chi ne manda oltre 800mila euro e per il nostro fisco non esiste
neanche.
La scorsa primavera c'è stata la richiesta di rinvio a
giudizio per le oltre 297 persone fisiche e società coinvolte, mentre a
marzo 2016 ci sarà l'udienza dal Gup. Nel frattempo, bisognerà tradurre
in cinese un'infinità di carte processuali.
L'Erario al momento ha
contestato appena 50 milioni di quella marea di denaro che basterebbe
allo Stato per rendere migliore la vita degli italiani, con qualche
tassa in meno da pagare.
- Lun, 21/09/2015
fonte: ilgiornale.it
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