16 Maggio 2015
Stefano Tronconi
Stefano Tronconi
Ormai molti italiani sono stati narcotizzati da oltre tre anni in cui
politici e giornalisti (e tante persone in buona fede) si sono persi nei
meandri del cosiddetto 'diritto internazionale' senza ovviamente
riuscire a cavarne un ragno dal buco.
Il risultato è che i concetti che si leggono in alcuni commenti in risposta alla nuova azione di sensibilizzazione che abbiamo in corso sulle pagine dei principali leader politici sono del tipo:
"Poco si può fare per riportarli indietro, a livello internazionale l'India ha lo stesso diritto dell'Italia nel trattenerli."
Come ho sempre ribadito su questa pagina la strategia della rivendicazione della giurisdizione all'Italia a scapito della rivendicazione dell'innocenza dei marò è stato il colossale errore che ha portato al fallimento di ogni strategia italiana per lo meno da quando abbiamo portato le prove dell'innocenza di Girone e Latorre (due anni fa).
Ai tantissimi che purtroppo ancora non riescono a capire come stanno le cose e quale dovrebbe essere la via d'uscita voglio ripetere quanto già affermato più volte nei mesi scorsi:
L'india può permettersi di trattenere ancora Salvatore Girone ad oltre tre anni di distanza dal mai avvenuto incidente solo perché non vengono messe in piazza le grottesche manipolazioni delle indagini che sono state compiute in Kerala dal gruppo politico-mafioso deviato che è al potere in quello Stato e che ha avuto interesse ad incastrare i marò.
Se l'Italia avesse avuto (o prima o poi trovasse) quel minimo di dignità necessario per dire al governo indiano che il sequestro dei due marò non è più tollerabile e che è pronta a denunciare quanto avvenuto in India nei consessi internazionali, l'India troverebbe la via d'uscita in un battibaleno per evitare di perdere la faccia davanti al mondo.
Se questo il governo italiano preferisce non farlo è solo perché tantissimi esponenti politici italiani degli ultimi tre governi si sono resi complici dei soprusi indiani e quindi il governo italiano in realtà vuole tutelare in primo luogo se stesso sebbene ciò avvenga a scapito dei due fucilieri di marina.
La soluzione della vicenda esiste ed esiste da tempo. Se solo l'Italia avesse la dignità ed il coraggio per perseguirla.
Stefano Tronconi
Il risultato è che i concetti che si leggono in alcuni commenti in risposta alla nuova azione di sensibilizzazione che abbiamo in corso sulle pagine dei principali leader politici sono del tipo:
"Poco si può fare per riportarli indietro, a livello internazionale l'India ha lo stesso diritto dell'Italia nel trattenerli."
Come ho sempre ribadito su questa pagina la strategia della rivendicazione della giurisdizione all'Italia a scapito della rivendicazione dell'innocenza dei marò è stato il colossale errore che ha portato al fallimento di ogni strategia italiana per lo meno da quando abbiamo portato le prove dell'innocenza di Girone e Latorre (due anni fa).
Ai tantissimi che purtroppo ancora non riescono a capire come stanno le cose e quale dovrebbe essere la via d'uscita voglio ripetere quanto già affermato più volte nei mesi scorsi:
L'india può permettersi di trattenere ancora Salvatore Girone ad oltre tre anni di distanza dal mai avvenuto incidente solo perché non vengono messe in piazza le grottesche manipolazioni delle indagini che sono state compiute in Kerala dal gruppo politico-mafioso deviato che è al potere in quello Stato e che ha avuto interesse ad incastrare i marò.
Se l'Italia avesse avuto (o prima o poi trovasse) quel minimo di dignità necessario per dire al governo indiano che il sequestro dei due marò non è più tollerabile e che è pronta a denunciare quanto avvenuto in India nei consessi internazionali, l'India troverebbe la via d'uscita in un battibaleno per evitare di perdere la faccia davanti al mondo.
Se questo il governo italiano preferisce non farlo è solo perché tantissimi esponenti politici italiani degli ultimi tre governi si sono resi complici dei soprusi indiani e quindi il governo italiano in realtà vuole tutelare in primo luogo se stesso sebbene ciò avvenga a scapito dei due fucilieri di marina.
La soluzione della vicenda esiste ed esiste da tempo. Se solo l'Italia avesse la dignità ed il coraggio per perseguirla.
Stefano Tronconi
fonte: https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?fref=ts
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