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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

14/04/15

Marò, Gentiloni torna a giocare allo scaricabarile


Il ministro degli Esteri si scaglia contro l'esecutivo Monti

Marò, Gentiloni torna a giocare
allo scaricabarile
 
 
E intanto il governo continua a trattare con Modi, che prima di diventare premier indiano voleva la testa dei due fucilieri

Da oltre 3 anni, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ostaggio del rimpallo di responsabilità. Tra governi – e ministri - che si sono succeduti e hanno portato a casa il medesimo risultato: il nulla più totale. Caratterizzato da figuracce su figuracce, rinvii su rinvii e inutili alzate di testa. E basta. Con un processo non ancora iniziato e un capo di imputazione mai formulato. Nel mezzo, un esecutivo che “sta cercando di risolvere la delicata questione attraverso rapporti diretti con l’India”. Parola di Paolo Gentiloni.
Il ministro degli Esteri, dopo un lungo periodo di silenzio, è tornato ad affrontare la drammatica questione. Messo alle strette, parlando ai microfoni di Radio 24, ha dovuto ammetterlo: “Purtroppo non abbiamo ancora trovato una soluzione malgrado i canali politici con la nuova leadership indiana”. Tradotto, con il premier nazionalista indù Narenda Modi. Colui che prima di aggiudicarsi le elezioni chiedeva il pugno duro sui Marò. Scagliandosi contro “il trattamento di favore” concesso ai soldati accusati dell’omicidio “di 2 pescatori indiani che lavoravano per guadagnare il pane”. Quello che arrivò addirittura a bollare come un “insulto al nostro paese” il modo in cui “viene condotta questa faccenda”.
Da che pulpito! Dopo la sua salita al trono, forse le cose sono addirittura peggiorate. Ma l’Italia, per incredibile ammissione del capo della Farnesina, non manca occasione di evidenziare i buoni rapporti tra gli esecutivi. Vantati con un politico, Modi, boicottato dall’Ue e perfino dagli Stati Uniti.
Il ministro degli Esteri in pratica ha ammesso il fallimento fatto registrare dal governo Renzi, sottolineando inoltre le posizioni (quali?) “intraprese dall’Europa e dagli americani. Oltre che da Ban Ki-Moon”, diplomatico sudcoreano e attuale segretario delle Nazioni Unite. Tant’è, lo scenario non è cambiato, con Latorre e Girone vittime di una vera e propria persecuzione. Ma invece di assumersi le proprie responsabilità, il governo sempre attraverso Gentiloni preferisce scaricarle sui suoi predecessori. Rispondendo a una domanda su Giulio Terzi, il ministro ha affermato che il titolare della Farnesina dal novembre 2011 al marzo 2013, “ha avuto un ruolo nel modo” in cui questo caso s’è generato. “Ricordiamoci sempre – ha aggiunto – che oggi molti fanno polemiche, ma la storia è nata in un certo periodo e con determinate responsabilità”. Un attacco, neanche poi tanto velato, all’ex premier Mario Monti.
Salvo poi chiudere in bellezza. “Di fronte a queste questioni  le responsabilità non sono tutte uguali. Quelle di Terzi sono certamente maggiori di quelle di Emma Bonino e Federica Mogherini”. E giù via con il solito rimpallo di responsabilità: sulla pelle dei Marò.

Federico Colosimo - 14 aprile 2015

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