Nella
terra dei canguri gli sbarchi illegali sono passati dai ventimila del
2013 a meno di centocinquanta del 2014. Merito del pugno di ferro di
"Jim" Molan, che spiega: "Respingerli è umanitario"
Nella
terra dei canguri gli sbarchi illegali sono passati dai ventimila del
2013 a meno di centocinquanta del 2014. Merito del pugno di ferro di
"Jim" Molan, che spiega: "Respingerli è umanitario"
Respingere i migranti è un gesto umanitario: a dirlo è Andrew James Molan,
il generale australiano ideatore della strategia contro l'immigrazione
clandestina che ha - per ora - azzerato gli sbarchi sulla terra dei
canguri.
Intervistato oggi dal Foglio, il militare rivendica con orgoglio i risultati dell'operazione "Sovereign borders", "Confini sovrani". Varata nel 2013, quest'operazione ha ridotto gli sbarchi illegali del
2014 a 157, quando l'anno prima erano stati oltre ventimila. Cifre che
parlano da sole, ma che "Jim" Molan non rinuncia a commentare.
Parlando dell'attuale situazione europea dice: "L'umanitarismo celebrato
a parole ma sconfessato dai fatti. E una politica dell'immigrazione
clandestina gestita dai governi ma su mandato dei trafficanti di
clandestini. Se l'Europa vuole invertire questo status quo disastroso e
mortifero ritengo che sarebbe bene studiare la lezione australiana."
Ma come ha fatto l'Australia, ad ottenere questi risultati strabilianti? Anzitutto il governo del conservatore Tony Abbott ha scelto di affidare la gestione dell'emergenza a un'operazione militare in piena regola guidata da un militare e non di costituire l'ennesimo comitato. Quindi, semplicemente, si pattugliano le acque territoriali intercettando
le navi entrate illegalmente, che vengono fermate e mandate indietro.
Il tutto "nella massima sicurezza delle persone a bordo". Tanto che
dall'insediamento del governo attualmente in carica, può affermare il
generale, non c'è più stato un immigrato morto nelle acque del nostro
paese.
Come ultimo tassello di questa strategia, l'Australia ha
stretto diversi accordi con stati come Papua Nuova Guinea o Nauru, dove
vengono ospitati dei campi attrezzati per esaminare le richieste di asilo, anche grazie al lavoro delle ong internazionali.
"Oggi
si può dire che il governo australiano non lavora più su commissione
degli scafisti, offrendo un "servizio taxi" a criminali cui prima
bastava un sos a qualche chilometro dalla costa per incassare diecimila
dollari da ogni singolo malcapitato passeggero - conclude il generale
Molan - Gli scafisti, invece, sono ancora i principali autori delle politiche migratorie europee."
Gio, 30/04/2015
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fonte: http://www.ilgiornale.it
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