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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

22/12/16

Terrorismo e l’altra guancia occidentale




 


Il giovane pakistano sospettato di essere l’autore della strage di Berlino non c’entra nulla. Ok! Ci siamo sbagliati, forse si è trattato di un immigrato tunisino. Comunque la sostanza non cambia perché rimane identico il profilo dell’attentatore che ha progettato e realizzato il massacro a Breitscheidplatz. Stessa tecnica già sperimentata sulla Promenade des Anglais a Nizza la scorsa estate, stessi target da colpire: civili innocenti. Uguale la firma posta in calce al gesto: Is, Stato islamico. Cos’altro ci occorre per certificare quest’ultima strage come l’ennesima vigliaccata di un terrorismo islamico che sa solo colpire alle spalle i suoi nemici?
Oggi l’Is attacca i Paesi occidentali dopo essere stato messo alle corde a casa propria, in Iraq e in Siria, dal provvidenziale repulisti operato, su diversi fronti, dagli Stati Uniti e dalla Federazione Russa. Ancora una volta dovremmo, come europei, essere immensamente grati a questi player globali che si incaricano di toglierci le castagne dal fuoco. Invece, non è così. Almeno in Italia, dove il circo mediatico lavora per ribaltare la verità. Basta ascoltare taluni programmi mattutini della Rai per comprendere quanto sia pericolosa, e delirante, la macchina della disinformazione. A sentirli sembrerebbe che la colpa delle stragi sia dei populisti e degli amici europei e italiani del grande satana Vladimir Putin. È una roba da vomitare.
Guai poi a mettere in relazione il fenomeno terroristico con la dilagante invasione migratoria dei nostri territori. Per il politically correct multiculturalista è pura eresia. Fortuna che non siamo fan di Beppe Grillo perché se lo fossimo ci verrebbe da dire: cari signori della comunicazione di regime, vaffa...! Probabilmente nelle prossime ore dovremo rassegnarci a piangere Fabrizia Di Lorenzo, un’altra giovane italiana che, al momento in cui scriviamo, risulta tra i dispersi della strage di Berlino. Purtroppo, però, anche i suoi familiari non nutrono grandi speranze di ritrovarla in vita. Al contrario di costoro, al cui umano sconforto non possiamo che prestare la massima comprensione, noi vogliamo credere che Fabrizia sia scampata al peggio. Non possiamo sperare niente di diverso perché è sempre tremendo doversi piegare all’ineluttabilità della perdita di una vita, all’impotenza, tutta umana, di non poter mettere indietro le lancette dell’orologio e fermare il tempo affinché il male sia bloccato prima che compia il suo lavoro.
Non possiamo arrestare il tempo ma potremmo, se lo volessimo, immobilizzare la mano assassina del nemico impedendogli di agire, facendogli terra bruciata intorno e prosciugandone i pozzi finanziari da cui trae forza e sostentamento. Ha ragione Fiamma Nirenstein che, dalle colonne de “Il Giornale”, lancia un avvertito suggerimento: per combattere il terrorismo islamico seguire l’esempio israeliano. Fare come loro ci eviterebbe molte morti insensate. Implementare nelle nostre città checkpoint presso i quali effettuare l’identificazione dei passanti, scandagliare l’ambiente socio-familiare dei sospetti terroristi, aumentare la vigilanza navale per bloccare il flusso di approvvigionamento di armi che dall’Africa e dal Medio Oriente vengono spedite alle quinte colonne jihadiste in Europa e, se necessario, selezionare dei target tra i terroristi più pericolosi e neutralizzarli mediante omicidi mirati. Sì, avete letto bene: omicidi mirati. È giunto il momento di piantarla con l’atteggiamento da verginelle spaventate, se c’è un nemico in circolazione prima lo si elimina meglio è. Si dirà: siamo cristiani e come tali abituati a porgere l’altra guancia. Come quella della giovane Valeria Solesin, tragicamente volata via nella notte del Bataclan? O come forse è toccato anche a Fabrizia, sua compagna nella malasorte, l’altra notte?
Glielo abbiamo chiesto a Valentina, a Fabrizia e alle tante vittime della ferocia jihadista se avessero avuto voglia di porgerla quella guancia al prezzo di perderla per sempre? Rispondete voi, cari buonisti, se ne avete il fegato. E provate per una volta nella vita a non essere ipocriti.

di Cristofaro Sola - 22 dicembre 2016
fonte: http://www.opinione.it

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