Un uomo di 41 anni, di Udine, è morto ieri a causa di una gravissima infezione batterica estesasi in poche ore a tutto il corpo.
E’ l’ennesimo caso in cui torna il sospetto di meningite. L’uomo era
stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale del capoluogo
friulano dove è morto nel pomeriggio di ieri in seguito a una
setticemia. Oggi le analisi hanno scongiurato l’ipotesi della meningite,
ma la paura rimane. “Gli accertamenti lo escludono – sostiene il
direttore della Clinica di malattie infettive dell’Ospedale di Udine
Matteo Bassetti, dove l’uomo era stato portato -. Quel che sappiamo è
che è deceduto a seguito di una setticemia da pneumococco, pertanto non
trasmissibile ad altri e non contagiosa.
La paura rimane, dicevamo. Infatti proprio per una meningite (di tipo C) è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico
Meyer di Firenze un bambino di 4 anni di Cascina (Pisa), vaccinato dal
2013. Il piccolo per fortuna sta rispondendo alle terapie. L’Asl Toscana
Nord Ovest sta contattando tutti genitori e bambini che hanno avuto
contatti con il bimbo.Già lo scorso mese di novembre era stato ricoverato al Meyer
anche un bambino di 8 anni di Livorno, anche lui colpito da meningite
di tipo C, era stato vaccinato nel 2009. Un aspetto quest’ultimo preso
in considerazione, “con una qualche preoccupazione”, anche
dall’infettivologo pisano Francesco Menichetti, primario del reparto di
Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria: “Quest’ultimo
caso di meningite di tipo C deve farci riflettere sull’efficacia di
questo vaccino e sulla necessità di sviluppare uno studio più
approfondito sui portatori sani rinofaringei”.
Nel Nel pomeriggio altra notizia: un caso di meningite virale è stato
accertato all’ospedale “Chiello” di Piazza Armerina, in provincia di
Enna. Venerdì scorso un uomo di 33 anni si è presentato all’ospedale con forte cefalea e rigidità muscolare.
Il paziente, dopo essere stato sottoposto agli accertamenti che hanno
confermato i sospetti dei sanitari, è stato trasferito al reparto di
malattie infettive dell’ospedale Umberto I di Enna.
Una cinquantina di persone, entrate in contatto con l’uomo,
i familiari, tutto il personale medico e paramedico e quanti si
trovavano al pronto soccorso e nell’astanteria dell’ospedale Chiello
sono stati sottoposti alla profilassi. Le condizioni del paziente sono
definite “serie” mentre sono in corso gli accertamenti per risalire alla
possibile fonte di contagio.
E’ ancora vivo nella memoria, poi, il dolore per la scomparsa di due studentesse
della facoltà di Chimica della Statale di Milano, Alessandra Covezzi e
Flavia Roncalli, entrambe state uccise dal meningococco di tipo C, il
più diffuso in Italia.
Per ora – spiega Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore
di Sanità – ci sono stati casi sporadici ma la scoperta incoraggia tutte le strategie per la prevenzione,
che sono la profilassi già fatta sui contatti stretti e una offerta
attiva del vaccino alla popolazione”. Non siamo all’emergenza su scala
nazionale, ma la situazione è estremamente delicata.
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