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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

21/02/15

Nel campo nomadi? Villette di lusso e Suv da 60mila euro

 

Fondi pubblici per mantenere profughi, migranti e rom mentre i pensionati sono costretti a frugare nella spazzatura


L'indignazione corre sul web, ma non solo. Le immagini e il racconto delle anziane italiane che rovistano nei cassonetti dell'umido nel disperato tentativo di portare a casa qualcosa per cena hanno toccato molti milanesi.




Storie di quotidiana solitudine, che indignano ancora di più, dal momento che si tratta di donne abbandonate dalla loro stessa città. Una città forse distratta da altri tipi di emergenza, che vengono da molto lontano, con cui si trova a dover fare i conti. Le immagini del campo rom di via Negrotto, alla periferia nord, dove ieri mattina il segretario della Lega Nord ha effettuato un sopralluogo, parlano di villette abusive con tanto di Suv Audi da 60mila euro parcheggiati davanti. Il confronto è dietro l'angolo.
«Fosse per me i campi rom non ci sarebbero. Campo Rom di via Negrotto. Davanti a una villetta in legno (abusiva) è parcheggiato un “modesto” fuoristrada Audi - scrive Salvini a didascalia delle foto -. Aiutiamoli, poverini, aiutiamoli!». Amministrazione e governo già lo fanno: se nel 2014 la giunta Pisapia non ha stanziato nessun fondo per i rom (dal II semestre 2011 al 2013 sono stati messi a disposizione 817.072 euro), il governo ha sborsato 5,7 milioni di euro per interventi sociali, strutturali e di sicurezza. «Quel campo rom è regolare, è stato voluto decenni fa dalle precedenti amministrazioni - la secca replica del sindaco Pisapia -. A differenza di Salvini visito quel campo senza scorta o Digos, abbiamo investito in sicurezza e quella scuola è sicura».
Sono rimbalzati sulla rete e sulle bacheche gli appelli dei milanesi, privati cittadini e associazioni, per portare aiuti e sostegno ai profughi accampati in stazione Centrale. La Milan col coeur in man sa mobilitarsi, a volte in maniera straordinaria, di fronte alle grandi emergenze. Profughi, per altro, che continuano a sbarcare in Stazione. Secondo quanto reso noto dalla Caritas, in due giorni sono arrivate 300 persone, per la maggior parte siriani (220), che si sommano ai 500 profughi provenienti dall'area sub sahariana accolti tra mercoledì e giovedì a Bresso. Venticinque famiglie sono state accolte a Casa Suraya (Caritas), gli altri sono stati smistati dal Comune nelle altre strutture convenzionate (via Aldini, Corelli, Mambretti, Saponaro-Isonzo).
I numeri dell'emergenza profughi sono piuttosto impressionanti: la convenzione tra Comune e Viminale prevede un costo di 900 euro al mese a persona (vitto e alloggio). Cifra che va moltiplicata per 55mila: i migranti che sono transitati in città da gennaio 2014. Ma la grande questione - spiegano da piazza Scala - è che non esiste una ripartizione sul territorio: su 10 migranti che arrivano in Italia, 7 passano da Milano, che si deve accollare quasi l'intera spesa dell'accoglienza nazionale. «Il Comune paga di tasca sua - attacca Riccardo de Corato, vicepresidente del consiglio comunale (FdI) - le spese per l'integrazione degli stranieri, (oltre 95mila euro), e spese per ”senza fissa dimora“ ed emergenze in Stazione Centrale (88mila euro). Questi soldi di chi sono? lo dica Majorino». «L'Assessore Majorino continua a batti beccare con il Governo, lamentandosi di un problema che la sua stessa giunta ha creato - incalza l'europarlamentare Lara Comi (Fi) - lanciando proclami ideologici sull'accoglienza, e scaricando gli oneri sul privato sociale e sulla città». «La Comi e De Corato sono di una ignoranza imbarazzante. Per la gestione dell'emergenza profughi il Comune non impiega risorse proprie - la replica dell'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino -. Tutte le risorse sono state trasferite dal Ministero dell'Interno».
Ma ammonta solo al 20% la quota che lo Stato rimborsa, con molti mesi di ritardo, a Palazzo Marino per il sostegno dei minori soli non accompagnati, ovvero ragazzini che arrivano principalmente dall'Egitto senza genitori. La legge impone il loro inserimento nelle comunità e l'assistenza fino al compimento dei 18 anni: in questo caso non si tratta solo di dare vitto e alloggio, ma assistenza psicologica e sociale, educazione. In totale le comunità per minori costano tra i 70 e i 90 euro al giorno alle casse di Palazzo Marino. Da gennaio 2014 a oggi i minori sol arrivati in città sono passati 1700 a 2200, il grido di allarme lanciato da Majorino. «Indovina chi paga?» si chiede polemicamente Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in Comune.


 Marta Bravi - 21 febbraio 2015
fonte: http://www.ilgiornale.it


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