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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

16/02/15

Libia, dalla caduta di Gheddafi all'avanzata dell'Is: 4 anni terribili


SCHEDA / Libia, dalla caduta di Gheddafi all'avanzata dell'Is: 4 anni terribili
Il convoglio dei pick-up dei ribelli sulla strada per Sirte dove erano arroccati i lealisti di Gheddafi, nei giorni della rivoluzione (11 settembre 2011) (ansa)
Le speranze della rivoluzione si sono spente in una guerra civile che ha frammentato il potere al punto da rendere impossibile identificare chi detiene la vera autorità nel Paese
A quattro anni dalla rivolta contro il dittatore Muammar Gheddafi, le speranze della 'primavera libica' si sono spente tra la violenza delle milizie e l'indifferenza dell'Occidente, lasciando il terreno ai jihadisti dell'Is.

L'ex 'regno' di Gheddafi è in balia di una situazione esplosiva che ha generato due parlamenti e due governi: da un parte il primo ministro Abdullah al-Thani e il suo nuovo, e più "laico", governo riconosciuto dalla comunità internazionale costituito a giuno 2014. Un esecutivo, tuttavia, trasferito a Tobruk, ai confini con l'Egitto, a 1.300 chilometri da Tripoli, per ragioni di sicurezza. E che non controlla neanche alcune città circostanti. A meno di due ore la città di Derna è stata proclamata Califfato dagli estremisti di Ansar al-Sharia, che non ha esitato a dichiarare l'alleanza con l'Is. Più a Sud, Bengasi è teatro di una guerra aperta tra milizie islamiche e forze governative. Quanto alla Tripolitania, da più di tre mesi è in mano a una coalizione islamista composta da più anime. Dalle milizie di Misurata, che guidano l'alleanza Fajr Libia, e che l'hanno strappata alle milizie di Zintan, e dagli onorevoli della Fratellanza musulmana. Nella capitale Tripoli, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya hanno preso il sopravvento nell'estate 2014, imponendo un governo 'parallelo' -  non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi, che si stabilisce nell'hotel Corinthia.

Ecco una breve cronologia dei fatti.
17 FEBBRAIO 2011 - Alcune migliaia di persone scendono in piazza a Bengasi, il 15 febbraio, nell'anniversario del massacro nel carcere di Abu Slim di Tripoli del 1996. Due giorni dopo le proteste si allargano ad altre città e sull'onda delle rivolte arabe di quei mesi prende il via la 'Rivoluzione del 17 febbraio' contro il colonnello.
19 MARZO 2011 - La Francia avvia i primi raid aerei contro le truppe di Gheddafi che minacciano la popolazione civile di Bengasi, decisi in base a una risoluzione Onu. Il 31 marzo  la Nato prende la guida dell'operazione cui partecipa anche l'Italia.
23 AGOSTO 2011 - A Tripoli il quartier generale di Gheddafi cade nelle mani dei ribelli. Il rais è in fuga, verrà ucciso il 20 ottobre a Sirte. Il Consiglio nazionale transitorio dichiara la "liberazione" della Libia.
7 LUGLIO 2012 - Prime elezioni libere nel Paese, dopo 42 anni di dittatura, per il Congresso nazionale. Vince l'Alleanza delle forze nazionali dei moderati laici di Mahmoud Jibril, ma il Paese è già in preda alle violenze delle milizie, ex ribelli che non hanno ceduto le armi dopo la caduta del regime. In Cirenaica si rafforzano le spinte autonomiste.
11 SETTEMBRE 2012 - Il consolato Usa a Bengasi viene attaccato dal gruppo qaedista Ansar al Sharia. Muoiono l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani.
12 GENNAIO 2013 - Il console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, scampa a un agguato. La sede diplomatica chiude i battenti. Nei mesi successivi altre ambasciate occidentali verranno prese di mira. L'11 giugno un ordigno esplode sotto un'auto dell'ambasciata italiana a Tripoli, senza provocare vittime.
APRILE-MAGGIO 2013 - Intanto a Tripoli miliziani armati assaltano e assediano diversi ministeri (Giustizia, Esteri e Interno). Il governo di Ali Zeidan (eletto dall'Assemblea nazionale nell'ottobre 2012) vacilla e solo dopo giorni di trattative i miliziani tolgono l'assedio.
5 OTTOBRE 2013 - Con un blitz degli Usa viene catturato a Tripoli Abu Anas al Liby, uomo di al Qaeda considerato la mente degli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998 (morirà per malattia in carcere negli Stati Uniti nel gennaio 2015). L'operazione scatena polemiche e proteste in Libia, sfociate con un breve 'sequestro' del premier Zeidan.
18 MAGGIO 2014 - L'ex generale Khalifa Haftar dà il via "all'operazione dignità" contro le milizie islamiche a Bengasi. Prima accusato di 'colpo di Stato', verrà nei mesi successivi 'riassorbito' nelle forze armate regolari contro i jihadisti.
25 GIUGNO 2014 - Viene eletto il nuovo parlamento, la Camera dei Rappresentanti, che prende il posto del Congresso nazionale.
13 LUGLIO 2014 - Scoppia la guerra tra le milizie di Zintan e quelle filo-islamiche di Misurata per il controllo di Tripoli.
LUGLIO-AGOSTO 2014 - Scatta la grande evacuazione degli occidentali, italiani compresi. Per motivi di sicurezza, il nuovo parlamento e il governo di Abdullah al Thani, riconosciuto dalla comunità internazionale, sono costretti a insediarsi a Tobruk, in Cirenaica. Nonostante i raid condotti da Egitto ed Emirati arabi, le milizie filo-islamiche di Fajr Libya prendono il sopravvento nella capitale imponendo un governo 'parallelo' -  non riconosciuto dalla comunità internazionale - guidato da Omar al Hassi vicino ai Fratelli musulmani. Di fatto il Paese è spaccato in due. Intanto parte da Derna, a est, che ha giurato fedeltà al 'califfo' Abu Bakr al Baghdadi, l'avanzata dell'Is in Libia che ha raggiunto nei giorni scorsi Tripoli e Sirte.
27 GENNAIO 2015. A Tripoli quattro terroristi attaccano l'hotel Corinthia, il più lussuoso della capitale libica, che ospita il governo "parallelo" di Omar al Hassi oltre a diplomatici e lavoratori stranieri. Almeno 12 le vittime.

(a cura di Monica Rubino) - 16 febbraio 2015
fonte: http://www.repubblica.it

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