Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email all'indirizzo edomed94@gmail.com Saranno immediatamente rimossi. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.


Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

09/04/14

Altro che Robocop! La sinistra vuole l’esercito di Lilliput






Chi guarda al futuro, autori e registi compresi, sogna una polizia ipertecnologica e “ingigantita” nelle sue potenzialità fisiche, a tutto vantaggio dei tanti deboli che non possono certo difendersi da soli da una manovalanza criminale sempre più massiva e spregiudicata.
Dalle nostre parti, invece, il Partito democratico (e naturalmente tutti i suoi sagrestani di coalizione grazie ai quali, di fatto, l’Italia è governata dalle sinistre) è promotore dell’ennesimo disegno di legge scardinatore di regole di buon senso e di logica.
Ora, le leggi sono come i pareri: ce ne possono essere di differenti, ma tutti comunque “diversamente validi“, efficaci, purché improntati alla buona fede.
Ma, diteci, dove può essere la buona fede nel cambiare i parametri fisici per poter essere assunti nelle Forze Armate, nella Polizia e nei Vigili del fuoco? Parliamo di categorie professionali di delicate funzionalità e dedizione statuali che, al di fuori di ristrette fasce specializzate (personale informatico, medico-scientifico ecc), operano con il proprio corpo. Ed al loro strumento di lavoro, il corpo appunto, si richiedono le specificità che si richiederebbero ad un qualsiasi strumento che operi secondo dinamiche di ordine meccanico.
Per afferrare un’anziana dalla cima d’una scala dei pompieri occorre essere alti un tot; per contrastare la prestanza fisica di energumeni pronti a tutto, arti marziali o non arti marziali, occorre una di mole fisica costituita da un tot. Per sostenere il peso e la longitudine di armi da guerra di grosso calibro in missione (che sia anche la semplice sorveglianza d’un’ambasciata “sensibile”) occorre una determinata longitudinalità fisica, se non si vuole che il fucile risulti più lungo del soldato che lo porta.
E queste sono osservazioni di carattere tecnico; ma quella che ci sta più a cuore di tutte è un’osservazione di carattere logico: se per millenni (da Sparta sino all’altro ieri) il concetto di adeguatezza fisica è stato alla base dei parametri di selezione per l’arruolamento dei candidati ai corpi militari, come si può pensare che tali parametri possano improvvisamente saltare da un giorno all’altro?
Già, perché a leggere le dichiarazioni con cui i politici vorrebbero intortarci su questa come su altre folli modifiche dell’ordine naturale delle cose, sembra quasi che fino ad oggi tali selezioni siano state fatte da “Visitors” alti due metri coi tutoni rossi e una simil svastica dipinta sull’uniforme in pelle. Insomma, fino ad oggi siamo davvero stati così sciocchi, ingiusti, discriminatori e magari anche un po’ nazisti da pretendere erroneamente che per essere arruolati nelle Forze Armate gli uomini dovessero essere alti almeno 165 cm e le donne 161? Cosa vorrebbero, un esercito di lillipuziani?
E a questo punto il sorriso ci sparisce dalle labbra: l’eliminazione di tali misure minime viene motivata, tanto per cambiare, agitando il solito spettro della “discriminazione fisica”; come dire che fra un po’ sarà discriminatorio fare il parrucchiere perché i calvi non potrebbero usufruirne. Del resto è una legge universale quella per cui, chi non possiede caratteristiche e doti compatibili con la propria aspirazione professionale, debba rassegnarsi: non si dipinge senza mani, non si corre con troppa ciccia, non si canta con una brutta voce. E’ sempre stato così.


Aver tenuto in vigore sino ad oggi la pretesa di quel tot di centimetri di altezza non è stato un capriccio, ma una misura considerata ragionevole in base alla morfologia media del popolo a cui si riferiva: sicuramente i parametri per l’esercito svedese saranno diversi, e quelli per l‘esercito equadoregno diversi ancora. Pertanto, scardinare un parametro tarato su base scientifica significa scardinare la scienza stessa, e con essa la sedimentazione esperienziale che ha contribuito a regolamentare la vita civile nei secoli: se chiunque, improvvisamente, può essere come chiunque, chiunque può ambire a rivestire qualunque ruolo a prescindere da meriti e idoneità, scalzando l‘avente diritto naturale.
Quando un provvedimento di legge ha il sapore d’un capriccio, esso molto probabilmente si trasformerà in un’ingiustizia: e a farne le spese saranno proprio quei giovani italiani e italiane che, secondo l’ipocrita vulgata di questa modifica legislativa, potrebbero ora finalmente appetire ad arruolarsi anche se un po’ “tappi”: ma chi vogliono prendere in giro, i legulei estensori della nuova legge, parlando di “diritto di tutti, anche dei non alti, a potersi arruolare”, considerando il comprovato innalzamento della statura media dei nostri giovanissimi che è sotto gli occhi di tutti?

Di Helmut Leftbuster, il
fonte: http://www.qelsi.it

Nessun commento:

Posta un commento