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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

07/04/14

India vota per il Parlamento Nazionalisti contro Gandhi



Da oggi e fino al 12 maggio l'India sarà impegnata nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento.
I nazionalisti indù contro la dinastia di Indira Gandhi. Da oggi e fino al 12 maggio l'India sarà impegnata nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento, in una maratona che è definita come "il più grande esercizio democratico della storia dell'umanità". La prima delle nove tappe elettorali si terrà in due Stati del nord est, in Assam e Tripura. Le altre fasi si svolgeranno il 9, 10, 12, 17, 24, 30 aprile e il 7 e 12 maggio. Il processo, che durerà 36 giorni, coinvolgerà 814 milioni di elettori, di cui circa 100 milioni votano per la prima volta, e si terrà in 930 mila seggi dalle vette dell'Himalaya fino alle sperdute isole Andamane e Nicobare. Come nelle precedenti elezioni il voto sarà elettronico, ma per la prima volta nelle legislative gli elettori avranno a disposizione un tasto per dichiarare il proprio astensionismo (chiamato "none of the above", ovvero "nessuno di questi"). A differenza del 2009, questo voto è monopolizzato dalla sfida tra due leader, il 43enne Rahul Gandhi per il partito del Congresso al potere in India da dieci anni e il 63enne Narendra Modi, astro emergente del partito dell'Opposizione indù nazionalista Bharatya janata party (Bjp) e governatore dello stato modello del Gujarat. C'è poi un 'terzo incomodo', l'attivista 'anti corrotti' Arvind Kejriwal, di 45 anni, paragonabile a un 'Beppe Grillo indianò che, dopo l'exploit a New Delhi a dicembre, ha deciso di lanciare il guanto ai due grandi partiti a livello nazionale. Varanasi, la città sacra sul Gange conosciuta anche con il nome di Benares, sarà il cuore della sfida tra Modi e Kejriwal, entrambi candidati in quella circoscrizione. L'altra novità di rilievo rispetto al voto di cinque anni fa, che vide la riconferma del partito dei Gandhi e del premier Manmohan Singh, è la grande presenza di giovani che hanno costretto i partiti a usare lo strumento dei social network per raggiungere questa importante fetta di elettorato. Non bisogna poi dimenticare che il voto avrà ripercussioni anche sulla vicenda dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che da oltre due anni sono trattenuti in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori del Kerala scambiandoli per pirati. Il risultato delle urne, che si saprà il 16 gennaio, sarà quindi seguito con grande attenzione da Roma. La campagna elettorale ha visto un crescendo di toni accesi e di pesanti scambi, anche con insulti, tra il Congresso e la destra del Bjp. E nel 'tritacarnè della polemica sono entrati anche i due Fucilieri quando Modi in un comizio ha accusato la Gandhi di "favorirli" e si è chiesto come mai "non fossero in prigione" ma nell'ambasciata d'Italia a New Delhi dove risiedono e lavorano. Secondo tutti i sondaggi, il governatore del Gujarat è dato per favorito, mentre è prevista una debacle per il Congresso. Nel 2009 le previsioni furono azzeccate, ma nel 2004 furono smentite clamorosamente dalla rimonta di Sonia Gandhi. Come in passato, poiché probabilmente nessuno dei partiti conquisterà la maggioranza assoluta, decisive potranno essere alla fine le alleanze con i partiti regionali dei maxi Stati: come l'Uttar Pradesh (che conta ben 80 seggi sui 543 del Lok Sabha), il Bihar e il meridionale Tamil Nadu.



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