Mentre i giornali s'appassionano per
l'affaire Grillo/Farage o lo scandalo dei cyber-spioni Occhionero, i
problemi di fondo dell'Italia s'incancreniscono. Un esempio clamoroso è
la finta riforma della "buona scuola", in realtà un assist al sindacato
che ci fa tornare indietro di decenni...
Lo so, capisco, paga di più occuparsi delle follie della cronaca politica quotidiana: Grillo che torna da Farage e riscopre al referendum antieuro; Poletti
che in Parlamento fa finta che a dire le frasi antigiovani non sia
stato lui, ma un clone sfuggito al controllo; neanche un centesimo di
quelli che hanno criticato la svolta garantista su avvisi di garanzia
pentastellata sbertucciando che comunque Grillo deciderà di volta in
volta, parlano ora dicendo la stessa cosa di fronte ad archiviazione
odierna di Federica Guidi, che da indagata è stata mandata a casa da Renzi senza tanti complimenti, mentre Lotti da indagato è stato promosso grazie a Renzi ministro.. e questi due arrestati, fratello e sorella Occhionero,
che da anni spiavano con malaware migliaia di politici, militari,
professionisti e via continuando: chi sono e per conto di chi o di quali
affari lo facevano? E’ un’albertosordata di provincia da mezzobosco
romano di poterucci ricattatori, e io direi di no visto il profilo del
personaggio che è stato anche nel comitato selezione portafogli di MPs
per 2 anni, o qualcosa di temibile davvero? In ogni caso, a me
preoccupa di più che in nome delle follie quotidiane che durano qualche
giorno si trascuri del tutto lo stato comatoso dei problemi di fondo del
paese.
Esempio: giovedì sorso il Corriere ha pubblicato un report devastante sull’esito infausto del primo anno di bonus di merito ai docenti italiani
in 8mila istituti. Si avverata la fin troppo facile mia profezia del
boomerang: non avendo osato il governo Renzi introdurre princìpi precisi
per la valutazione degli insegnanti affidata a un certificatore terzo,
ecco che i dirigenti scolastici e i comitati di valutazione creati in
ogni istituto hanno finito per essere travolti dall’opposizione diffusa a
ogni valutazione vera. I premiati sono arrivati a un docente su 2 in
regioni come Lazio e Piemonte, centinaia di istituti hanno
rifiutato di procedere all’assegnazione perché contrari alla distinzione
tra docenti, e si è dovuto ricorrere alla secretazione dei nomi di coloro a cui è stato attribuito il bonus per evitare ritorsioni. L’esatto contrario del merito vero,
che andrebbe additato per i suoi risultati pubblicamente, come migliore
prassi da seguire e replicare. Tanto che il sindacato, da sempre
contrario alla valutazione di merito, non fa mistero di considerare l’esperimento fallito e dunque mai più da ripetere.
Per verificare ho chiamato alla Versione di Oscar ieri il segretario nazionale della Uil scuola e il vicepresidente dell’associazione nazionale presidi. Se li ascoltate capirete che una riforma mal fatta
ci fa tornare indietro di decenni, perché lo scontro è frontale e
naturalmente il sindacato l’ha già vinto: niente diversificazione per
merito ma contratti egualitari, questa è la scuola pubblica da difendere
mentre la valutazione con premio in denaro è un cavallo di Troia per
far irrompere nella scuola di Stato il “mercantilismo aziendalista”,
addirittura. Ma dove vogliamo andare con queste idee? Non ci rendiamo
conto che una scuola non misurabile per risultati non fa che
lasciare il futuro solo ai figli di chi ha più denaro per mandarli a
perfezionarsi all’estero? Non ci rendiamo conto che è anche
fondamentalmente per questo, che nell’Italia da 20 anni si è rotto ogni ascensore sociale, e non solo molto ceto medio si è impoverito, ma i figli di chi ha meno avranno ancora meno?
11 gennaio 2017 di Oscar Giannino
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