Ha ragione Mario Sechi quando sostiene che “il problema non sono gli spioni ma chi deve contrastarli”.
La bubbola, pardon Occhionero Spy Story, si sta ridimensionando. Gli stessi giornali che avevano titolato circa il cyberspionaggio su Renzi, Monti e Draghi oggi riportano che sui tre non c’era stato alcuno spionaggio. Allora cosa facevano i fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero? Soprattutto, perché questa storia è saltata fuori ora che l’ennesimo “salva banche” impone la gogna mediatica per indebitati e cattivi pagatori?
Voci di corridoio, apparentemente beninformate, dicono che gli Occhionero avrebbero svolto una sorta di ricerca d’informazioni su clienti di banche a rischio fallimento: in pratica avrebbero svolto indagini sul patrimonio di tantissimi italiani. Indagini che spesso vengono ordinate a varie tipologie di tecnici anche da avvocati, magistrati e società bancarie e finanziarie. In pratica gli Occhionero potrebbero benissimo equipararsi all’Agenzia del territorio; avrebbero fatto la concorrenza ad una delle quattro agenzie fiscali italiane, istituite nell’ambito della riorganizzazione del ministero dell’Economia e finanze. Il loro sistema sarebbe facilmente assimilabile a quello in uso ai sistemi informativi attinenti alla funzione fiscale, alle trascrizioni ed iscrizioni in materia di diritti sugli immobili, come ipoteche e altro? Allora al pari dell’Agenzia del territorio, è presumibile che anche gli Occhionero lavorassero in stretta collaborazione con gli enti locali, in una sorta di sistema integrato di conoscenze sul territorio. Va rammentato che l’accesso alle banche dati catastale e ipotecaria viene tracciato. Per garantire la tutela della privacy viene conservata l’identità di chi accede (identificazione attraverso un identificativo e una password). È presumibile che gli Occhionero appurassero le proprietà immobiliari dei grandi clienti del Monte dei Paschi di Siena senza che nessuno lo sapesse. Forse per poi darne notizia a qualche grande investitore europeo (anche tedesco).
Insomma, sbirciavano notizie di tipo economico, commerciale, bancario evitando di farsi notare? Mentre per le pubbliche amministrazioni, le imprese, i professionisti, l’accesso telematico alle banche dati catastale e ipotecaria è consentito attraverso un sistema tecnologico denominato “Sister”. Infatti è possibile accedere a tali servizi a seguito della stipula di specifica “Convenzione per l’accesso al sistema telematico dell’Agenzia del territorio per la consultazione delle banche dati ipotecaria e catastale”: convenzione che deve essere redatta e presentata esclusivamente in modalità telematica, con autenticazione attraverso firma digitale.
Allora gli Occhionero sarebbero stati una sorta d’imbucati nel sistema? Quindi nessuna spy story degna di John le Carré, anzi a loro non fregava un fico secco delle conversazioni (digitali o reali) di Renzi, Monti, Draghi e italiani che più o meno contano. Il fatto che questa storia sia saltata fuori ora, all’indomani dell’ennesima puntata delle vicende Mps, Arezzo, Banca Marche, è la riprova che si tratta della solita storia di spionaggio degna dei film di Totò e Peppino, anzi di Franco e Ciccio. Perché se qualche investitore straniero avrà incaricato gli Occhionero di indagare su soldi e patrimoni di ricchi correntisti italiani, è anche vero che, in quelle latrine che sono le banche italiane, in parecchi se la saranno cantata in cambio di mazzette, regalucci e pernottamenti con coperta calda. Ed i beninformati aggiungono che, all’indomani della notizia del default greco, anche ad Atene operavano tanti soggetti alla Occhionero: si mormora pagati da quelle società tedesche che poi hanno acquisito villaggi turistici, quote di porti e aeroporti, immobili e isole.
Insomma, chi verrà a fare la spesa in Italia potrebbe essersi informato dagli Occhionero: non è una storia alla James Bond, piuttosto una vicenda degna del garage ove venivano conservate le informazioni. Roba da basso scaffale. Non per questo meno perniciosa. Perché qui è sotto attacco il patrimonio degli italiani da parte degli investitori esteri. Emerge che i capi dell’intelligence, della cyber-sicurezza e della Difesa italiana non sono più a servizio del popolo, bensì dei poteri forti europei (forse tedeschi).
Per dirla tutta, oggi gli 007 italiani controllano che gli italiani non si ribellino al potere, e non che quest’ultimo non compia crimini in danno dei cittadini. In questo pasticcio all’italiana, come al solito, i giornali hanno preso lucciole per lanterne: parlando d’intercettazioni hanno ingenuamente detto che venivano spiati i vertici dello Stato, ma non hanno chiarito se venissero “osservati” mail e telefoni istituzionali o privati dei vari Renzi, Monti e Draghi. Insomma, una gara tra i media a chi la spara più grossa, approfittando dell’alone di spy story che ha subito circondato la vicenda. È il caso che mettiate i piedi per terra, non venivano spiati i vip, forse qualche correntista benestante ed alcuni imprenditori.
di Ruggiero Capone - 13 gennaio 2017
fonte: http://www.opinione.it
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