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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

04/12/16

Renzi e Boschi straparlano sul referendum



 


L’oligarchia che si autoprotegge con le leggi elettorali ispirate al porco mira a confinare il popolo nello stabbiolo. Ma non basta. Cerca di rafforzarsi pure con una Costituzione che mette nelle sue mani anche il catenaccio. La pseudo riforma, che gl’Italiani sono chiamati a bocciare, non rafforza lo Stato, che è di tutti, ma il Governo, che non è della vera maggioranza del popolo, ma di una maggioranza truccata, cioè di una minoranza gonfiata con gli ormoni della tecnica elettorale.
Oh Italiani, non vi viene il sospetto che la modifica costituzionale promossa e imposta dal Governo in carica possa essere esclusivamente a beneficio del Governo in carica? Perché mai il Governo in carica dovrebbe volere il bene di tutti gl’Italiani a preferenza del suo stesso bene? Dimenticate che il bene del Governo è un bene di parte, tanto che chiamiamo democrazia il sistema politico che consente di deporre pacificamente il Governo sgradito? Il Governo (parola derivata dal latino “gubernator”, che significa timoniere, pilota della nave) non è il padrone dello Stato, ma il temporaneo guidatore. La nave è del popolo, che gliela affida a tempo e a scadenza per fargliela condurre, non per modificarla nel cantiere. Basta il sospetto indotto dalla protervia con la quale due governanti, Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, perorano la loro causa a mettere sull’avviso gli elettori consapevoli e prudenti.
Oh Italiani, avete notato quanto sia formale e tiepida la propaganda degli altri ministri? La freddezza, fino al silenzio, con la quale tanti ministri accompagnano la forsennata campagna del presidente Renzi e della ministra Boschi, somiglia ad una presa di distanza dall’incaponimento di costoro, dai loro propositi, dominati dall’ostinazione immotivata e irragionevole di perseguire la salvezza dell’Italia attraverso una revisione costituzionale mal concepita, mal scritta, male indirizzata. Questi altri ministri, il loro silenzio connivente e perciò doppiamente colpevole, sono tuttavia la prova che perfino al Governo manca la piena, unanime, convinzione di fare la cosa giusta.
Oh Italiani, di presidenti del Consiglio mediocri, inconcludenti, vantoni e persino ladri, ne avete visti tanti, ma di un presidente che proclami la sua revisione costituzionale un bene in sé e che se ne faccia esclusivo viatico, come una presuntuosa divinità pagana, non avevate visto l’eguale. Tale è l’albagia del Premier da condurlo a profferire frasi da semeiotica medica, del tipo “se votate contro la riforma, poi non mi venite a cercare più”. A parte che il popolo non lo ha cercato, ma è stato insediato da un’oligarchia con una manovra di palazzo con il suo sleale contributo, perché mai il popolo dovrebbe ricercarlo, cioè cercarlo di nuovo, dopo avergli bocciato l’atto principale del Governo? Egli e la sua ministra hanno legato alla riforma la loro sorte governativa e addirittura politica, spacciando la cosa per serietà personale. Ma la serietà, in politica, consiste nella coerenza dell’azione. Se l’attore della causa dice che il libello non suffraga la domanda oppure che le richieste saranno completate in una seconda causa oppure che le pretese sono difettose e formulate in modo imperfetto, il giudice rigetta la domanda e, seppure un giudice generoso non lo condanni per lite temeraria, gli accollerà la responsabilità del processo e le spese. Domani gl’Italiani così dovranno giudicare la domanda di Renzi e farne una causa persa rispondendo “No”.

di Pietro Di Muccio de Quattro - 03 dicembre 2016

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