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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

05/10/16

Lampedusa invasa dalla melassa buonista



 



Ieri l’altro l’Italia dei “buoni” si è ritrovata a Lampedusa per commemorare la “Giornata del migrante”.
La data del 3 di ottobre non è stata scelta a caso: ricorda il naufragio avvenuto tre anni fa nel quale persero la vita, davanti alle coste di Lampedusa, 368 immigrati. Da quel tragico giorno del 2013 le cose però non sono cambiate. Anzi, se possibile sono peggiorate. I clandestini continuano a mettersi in mare e in tanti continuano a morire, nonostante gli improbi sforzi degli uomini della nostra forza navale che fanno quello che possono. E anche oltre. E il Governo? Il “Palazzo” si concede alle commemorazioni con l’intento di autocelebrarsi. Per parlare bene di se stesso ha inondato i media e l’opinione pubblica di una quantità straordinaria di melassa buonista. Che spettacolo penoso quel ministro dell’Interno ritratto in posa nell’atto di lanciare in mare una corona di fiori! Roba da anni Cinquanta, da cinegiornale Incom. Piuttosto che autoincensarsi, dovrebbero andare a nascondersi per la vergogna questi nostri governanti. Vogliamo dirla tutta? L’implementazione del soccorso in mare nel Canale di Sicilia si è trasformata nel più efficace spot per gli affari criminali dei trafficanti di corpi e di anime. Già! Perché il miraggio del salvataggio appena salpati dalle coste africane è costato la vita a 11.400 persone negli ultimi tre anni. Soltanto nel 2016 i morti in mare sono stati 3.498, stando ai dati forniti dall’Unhcr per il Sud Europa. Sono numeri da conflitto bellico, eppure nessuno di quelli che occupano la stanza dei bottoni sembra preoccuparsene.
Evidentemente, nella macabra contabilità di questo dramma dei nostri tempi gli annegati vengono considerati danni collaterali sostenibili. Ci siamo sentiti ripetere fino allo sfinimento che al flusso incontrollato di clandestini non c’è rimedio: non si possono alzare muri in mezzo al mare. Ma si tace della possibilità di fermare questo traffico di morte alla fonte, sulle coste africane. Fino a qualche tempo fa la sinistra compagnia che ci governa si faceva scudo del pretesto che la Libia fosse nel caos e quindi nessun accordo avrebbe potuto essere validamente stipulato con le autorità locali. Ora anche questo sbilenco paravento è crollato. Il governo italiano ha riconosciuto il governo di unità nazionale insediato a Tripoli. Lo ritiene talmente legittimo come interlocutore che manda uomini e mezzi per installare a proprie spese un ospedale da campo destinato ad assistere e curare i combattenti feriti dell’area di Misurata. Roma si prodiga per aiutare la ripresa libica ma non trova la forza per imporre una soluzione sulla questione del traffico dei clandestini? Non può o non vuole? Comunque sia è grave che non si provveda.
Codici alla mano, si commette reato anche solo omettendo di agire quando le circostanze lo imporrebbero. Gli occupanti dei “sacri palazzi” del potere vanno a fare passerella a Lampedusa? Se fossero persone serie dovrebbero andare a costituirsi nella prima caserma dei carabinieri perché quelle morti in mare le hanno sulla coscienza. Mentre il teatrino buonista andava in scena ieri l’altro, nelle stesse ore venivano soccorsi dalle navi in servizio nel Canale di Sicilia oltre 6mila immigrati. È come se un intero paesino della nostra provincia fosse nato in una notte. Esageriamo? Niente affatto. I numeri dicono che i comuni italiani con una popolazione inferiore a 5mila abitanti sono il 69,82 per cento del complesso delle municipalità. Con le frontiere settentrionali sbarrate, dove li metteremo i nuovi arrivati? Mica l’Italia ha l’estensione della Groenlandia. E non si tiri fuori la fregnaccia dell’accoglienza diffusa perché a furia di distribuire ospiti in accoglienza forzata tra qualche tempo saranno gli italiani a doversi cercare una qualche riserva indiana in cui rinchiudersi per non estinguersi. Che bella prospettiva ci attende!

di Cristofaro Sola - 05 ottobre 2016

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