Marò; ecco le risposte ai tanti perchè della vicenda. La strategia dei governi italiani è stata quella di tutelare gli interessi con l’India e puntare ad una breve condanna dei fucilieri da scontarsi in Italia.
Molti
i lati oscuri del caso Marò. Perché il Governo italiano ha ignorato
l’analisi tecnica dell’Ing. Di Stefano e la perizia balistica indiana
sul calibro dei proiettili? Perché, nonostante la decisione dell’allora
Ministro degli esteri Giulio Terzi, il Governo Monti decise di rispedire
i Marò in India in barba ad ogni legge? Perché solo adesso il Governo
ha deciso di portare il caso all’Arbitrato internazionale? A tutte
queste domande ci ha aiutato a rispondere Fernando Termentini, Generale
di Brigata della riserva dell’Arma del Genio dell’Esercito Italiano, che
ha svolto missioni di peacekeeping in Somalia, Bosnia e Mozambico, è
intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”,
condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente
dell’Università Niccolò Cusano per chiarire i lati oscuri della vicenda
Marò.
Era già tutto chiaro da tempo… “Dal 12 aprile del 2012 –ha
spiegato Termentini- l’ing. Di Stefano ha depositato alla procura di
Roma un’analisi tecnica nella quale palesemente smentiva il calibro dei
proiettili denunciati dagli indiani, smentiva la successione degli
eventi e quant’altro, quindi i fatti erano noti, tanto da essere stati
pubblicati in rete. Il 18 febbraio del 2014 io ho mandato al Ministero
della Difesa le copie dell’analisi tecnica di Di Stefano, aggiornata a
quella data, e il Ministero mi ha risposto ringraziandomi e dicendomi
che era stata data all’Avvocatura di Stato che partecipava alla Difesa
dei Marò. Ma allora l’avvocatura non l’ha letta, la buttata, perché
almeno avrebbe dovuto farla acquisire agli atti. Di Stefano ha ottenuto
dal Tribunale di Amburgo la perizia balistica indiana che contraddice
l’esame autoptico, dimostrando che i proiettile che hanno colpito i
pescatori indiani erano diverse da quelle in dotazione ai nostri
fucilieri. Quindi tutto era già molto chiaro da tempo, i media e i
politici fanno finta di averlo saputo solo adesso”.
Perché i Marò sono stati rispediti in India in barba a tutte le leggi?
“L’11 marzo 2013 –ha affermato Termentini- fu dato un annuncio
ufficiale che i due marò non sarebbero rientrati in India. Poi qualcuno
(Monti, ndr) ha deciso di rimandarli in India, pur essendoci la pena di
morte. Secondo due sentenze della Suprema Corte se in un Paese è
prevista la pena di morte nell’ordinamento, l’estradizione è proibita.
Dopo il rientro in Italia, il 22 marzo 2013, ho depositato un esposto
alla Procura sottolineando l’estradizione illecita e tutti gli altri
lati oscuri sull’inchiesta, ma ad oggi ancora nessuno ci ha fatto sapere
nulla. Andrebbe costituita una Commissione d’inchiesta parlamentare su
questa vicenda”.
La strategia dell’Italia è sempre stata chiara. “Io –ha
dichiarato Termentini- non credo che tre Governi siano stati tutti e tre
caratterizzati da sprovveduti. Credo che sia gente competente che ha
analizzato il problema, valutando i pro e contro. C’è una costante nel
governo Monti, in quello Letta e in quello Renzi: dare assicurazioni e
poi sfumare nel nulla. A Gennaio 2014, Pierferdinando Casini tornando
dall’India disse: “Facciamo subito l’arbitrato”. L’allora vice ministro
degli esteri Lapo Pistelli, che guarda caso oggi ricopre un ruolo di
prestigio nell’Eni, disse che accettava la competenza a giudicare
dell’India e accettava che i Marò fossero condannati anche ad una breve
pena colposa e fossero poi restituiti all’Italia in base ad una
convenzione bilaterale sottoscritta un anno prima. C’è stata una vera e
propria volontà di trattenerli, per interessi che non avevano nulla a
che fare con la giustizia”.
di Daniel Moretti - 17 sett 2015
fonte: http://www.tag24.it
L'intervista: http://www.radiocusanocampus.it/podcast/?prog=590&dl=4421
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