«Oggi c’è l’esigenza di unire gli sforzi nella lotta contro il terrorismo»
«La Russia continuerà ad offrire supporto militare alla Siria, perché siamo convinti che Bashar al Assad
saprà gestire bene una transizione politica, portando la parte sana
dell’opposizione al governo». Da Dushanbe, in Tagikistan, dove è
impegnato al summit del CSTO, Vladimir Putin ha dato un
assaggio di quello che potrebbe dire personalmente a Barack Obama a
fine mese a New York, quando i due, a margine dell’Assemblea generale
delle Nazioni Unite, potrebbe incontrarsi per discutere della crisi siriana.
«Per ora è impossibile parlare del formato di un dialogo, non avendo
alcun accordo o segnale», ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir
Putin, parlando stamattina con i giornalisti. Fonti bene informate,
però, fanno sapere che l’incontro potrebbe esserci, anche perché la
parte russa non esclude alcun tipo di dialogo, strumento «necessario –
secondo Peskov - affinché ognuno esprima la sua posizione e cerchi il
consenso, nonché la reciproca intesa».
Intesa che difficilmente arriverà già entro fine settembre, ma il percorso per un accordo potrebbe iniziare proprio da lì. «Oggi c’è l’esigenza di unire gli sforzi nella lotta contro il terrorismo»,
ha detto il capo del Cremlino, riferendosi neanche troppo velatamente
all’Occidente, esortandolo a mettere da parte ogni ambizione
geopolitica, abbandonando «i cosiddetti doppi standard e la politica di
utilizzazione diretta o indiretta di alcuni gruppi terroristici per
raggiungere i propri obiettivi tattici, compreso il cambiato di governo o
regimi indesiderati. Senza questo – ha precisato - è impossibile
risolvere altri pressanti problemi, compreso il problema dei rifugiati».
Putin ha rivendicato il ruolo del suo paese nel conflitto che sta
affliggendo la Siria, affermando che «senza il nostro supporto al
governo di Assad, il numero di rifugiati che arriverebbero in Europa
sarebbe decisamente maggiore rispetto a quello attuale».
Se da un lato, dunque, il presidente russo ha scelto la via del dialogo
con l’occidente, dall’altro ha deciso di far mostrare all’orso russo i
propri muscoli. Più di 95.000 soldati appartenenti alle forze
armate russe, infatti, hanno iniziato un numero elevato di esercitazioni
militari che si estendono dal Volga alla Siberia. «Centro-2015
– ha scritto ieri il ministero della Difesa in un comunicato diffuso
alla stampa – è la fase finale di preparazione militare delle nostre
forze armate. Nel mese di agosto sono state condotte quasi 80
esercitazioni, così come numerose ispezioni senza preavviso alle truppe
sono avvenute la scorsa settimana». Nelle manovre militari saranno
impegnati più di 7.000 pezzi di artiglieria, 170 aerei, 20 navi da
guerra, 20 diversi campi di addestramento militare.
«Ciò che stiamo vedendo ora non si era mai visto dai tempi della guerra
fredda, tra la fine del 1970 e l’inizio del 1980. L’esercito non sta
solo testando nuovi veicoli, attrezzature e tecniche, ma utilizza sempre
maggiori risorse per farlo», ha detto lo storico militare Vyacheslav
Filatov, ospite della tv russa Zvezda. «Anche se queste manovre sono di
natura difensiva, la Nato guarderà comunque con preoccupazione la cosa»,
ha detto, sempre intervistato da Zvezda, un altro esperto militare,
Sergey Fedorov. «Sono stupito dal programma di queste esercitazioni, è
qualcosa ci si è vista raramente». Lo scenario di questi giochi di
guerra vedrà l’esercito russo, assieme agli alleati regionali,
localizzare e neutralizzare una minaccia internazionale proveniente
dall’Asia centrale. L’esercitazione, inoltre, prevede un numero di morti
e feriti elevato, così da mettere gli uomini del proprio esercito in
grado di reagire prontamente a scenari semi-apocalittici, quasi da terza
guerra mondiale.
Ed è questo che molti blogger e giornalisti si stanno chiedendo. La
Russia si sta preparando a questa evenienza? E’ difficile dirlo con
certezza, ma la situazione può lasciarlo presumere. L’attuale crisi
europea dei rifugiati, la sospensione di Schengen, la chiusura dei
confini con l’esercito, sembrano scenari da guerra fredda.
Tutti i politici europei si stanno accusando a vicenda per questo
disastro che ha raggiunto dimensioni apocalittiche. L’impressione, a
Mosca e non solo, è che molto presto accadrà qualche evento di portata
storica. L’aria che si respira è da crollo dell’occidente. E la Russia
si sta portando avanti.
di Eugenio Cipolla - 15 settembre 2015
fonte: http://www.lantidiplomatico.it
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