Al
consiglio Affari interni di martedì non saranno prese decisioni
formali sui ricollocamenti intra-Ue dei profughi. Nette divisioni sulla
ripartizione obbligatoria proposta dalla Commissione. Ora Renzi rischia
di non liberarsi nemmeno di un immigrato
Al
consiglio Affari interni di martedì non saranno prese decisioni
formali sui ricollocamenti intra-Ue dei profughi. Nette divisioni sulla
ripartizione obbligatoria proposta dalla Commissione. Ora Renzi rischia
di non liberarsi nemmeno di un immigrato
Ora Matteo Renzi rischia di rimanere da solo a gestire l'invasione di clandestini che continuano a sbarcare sulle coste italiane.
Anche l'aiutino ventilatogli dall'Unione europea
rischia ora di evaporare. Non è, infatti, così certo che l'Italia
riuscirà ad allontanare, nei prossimi due anni, 24mila profughi. Gli
altri Stati del Vecchio Continente non sono in vena di carità e non
intendono sottoscrivere il programma di redistribuzione.
A
Bruxelles c'è qualcuno che frena. Siamo lontani dalle dichiarazioni
caritatevoli delle scorse settimane. Ora che l'emergenza è diventata
all'ordine del giorno, si sfilano uno dopo l'altro dall'accordo. A
finire nel mirino sono i ricollocamenti all'interno dei confini europei
di 40mila richiedenti protezione internazionale. Di questi 24mila
verrebbero dall’Italia, mentre gli altri 16mila dalla Grecia. Secondo
fonti vicine al Consiglio europeo, al prossimo consiglio Affari interni
di martedì non dovrebbero essere prese decisioni formali. Le fonti
hanno, infatti, evidenziato nette divisioni sul meccanismo basato su una
chiave di ripartizione obbligatoria, proposto dalla Commissione
europea. Un ok politico è atteso dal summit dei leader del 25 e 26
giugno, ma la chiusura del dossier slitta al semestre europeo di
presidenza lussemburghese, al via da luglio.
Sergio Rame - 09/06/2015 - 18:43
fonte: http://www.ilgiornale.it
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