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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

10/03/14

Ucraina: la sfida della legittimità


 
(foto: Flickr.com)
 
Domenica prossima si svolgerà in Crimea il discusso referendum secessionista, la cui legittimità genera profonde divergenze tra le cancellerie occidentali e il Cremlino. Mentre il presidente russo ha espresso il suo appoggio incondizionato alle misure adottate dalle autorità in Crimea, basate a suo avviso sul diritto internazionale e tese a proteggere i legittimi interessi della popolazione della Crimea, diversi leader europei si sono schierati nettamente contro il referendum definendolo illegittimo. In una conversazione telefonica con il presidente Putin la cancelliera Merkel e il premier britannico Cameron hanno ribadito la loro contrarietà alla consultazione affermando che un risultato positivo, come altamente probabile, potrebbe ulteriormente accrescere il livello di instabilità del paese e aprire scenari poco chiari per il diritto internazionale. Intanto a Kiev il neo governo ad interim eletto dalla piazza fatica a ritagliarsi un ruolo autonomo nelle trattative diplomatiche internazionali e a mantenere l’ordine in un paese sempre più diviso. Mercoledì il presidente ucraino Arseni Yasteniuk, non riconosciuto da Mosca, volerà a Washington per incontrare il presidente Obama in cerca di sostegno politico e finanziario.


Le istanze secessioniste della Crimea sono legittime? Quali le differenze con il Kosovo?
L’interventismo russo, il sostegno di Putin al referendum indipendentista crimeano e le pressioni economiche sul governo di Kiev violano le norme del diritto internazionale riguardo lo status della penisola autonoma, come afferma Edoardo Greppi, ISPI e Università di Torino. Inoltre, l'accostamento con il Kosovo 1999 proposto da diversi mezzi di informazione è improbabile per varie ragioni, tra le quali il diverso ruolo delle potenze straniere e le finalità del referendum.
 
Referendum in Crimea: è la prima volta?
Non è la prima volta che la Crimea indice un referendum per staccarsi dall’Ucraina e diventare regione indipendente in territorio russo. Il precedente (International Committe of Crimea) risale all’inizio del 1991, quando nei mesi di disgregazione dell’URSS la Crimea indisse una consultazione popolare per passare dalla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina all’allora Repubblica Socialista Sovietica russa. La crisi Kiev-Crimea esplose nel biennio 1992-1994, tanto da rendere ricorrente il parallelo con il conflitto in Yugoslavia e da far parlare l’Economist di ‘long-running, acrimonious, possibly bloody and conceivably nuclear, dispute over Crimea’. Il Washington Post evidenzia come, a causa dell’inizio della guerra in Cecenia, Eltsin non potè intervenire e la crisi si concluse pacificamente con il riconoscimento dell’autonomia della Crimea nella Costituzione ucraina del 1996.
 
Perché Putin dice di agire legittimamente in Crimea?
In un’intervista concessa ad alcuni rappresentanti della stampa internazionale (qui il testo), il presidente russo Putin ha esposto la sua difesa dell’intervento russo in Ucraina. Come nota The Guardian, Mosca non si sente legata ad alcun vincolo legale internazionale che possa limitare le proprie azioni in Crimea, che invece reputa una missione umanitaria volta a difendere i diritti della minoranza russofila, e su questo Putin basa la legittimità delle sue decisioni. L’impulso irredentista caratterizza ormai da tempo la politica estera del presidente russo, come osserva il National Post, e la Crimea diventa il nuovo fronte di questo progetto.
 
E' legittimo il nuovo governo ucraino?
La piena legittimità dell'attuale governo ucraino è molto dubbia: non sono solo i russi, nota The Guardian, a contestarla, ma anche alcuni esperti occidentali (Foreign Affairs), che evidenziano come i primi atti approvati dalla nuova maggioranza non abbiano rispettato né l’accordo negoziato tra Yanukovich, Russia e UE del 21 febbraio, né la Costituzione. Il nuovo Parlamento ucraino non ha infatti seguito la procedura di impeachment contro l’ex presidente Yanukovich ed è tornato (senza alcuna legge che lo permettesse) al testo costituzionale del 2004, peraltro già dichiarato incostituzionale dall'Alta Corte ucraina nel 2006.
 
ISPI Focus
10 Marzo 2014
www.ispionline.it/articoli/articolo/russia-eurasia-europa/ucraina-la-sfida-della-legittimita-10005
 
 

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