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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

18/10/16

Italiani sfrattati e immigrati viziati


Gli italiani che chiedono aiuto alla Caritas si sono moltiplicati. Soprattutto al Sud. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della povertà redatto proprio dall’istituto cattolico. Il numero degli italiani costretti a fare la fila per ore davanti ai centri  Caritas pur di mangiare una minestra calda supera il numero degli immigrati. La cosa non sorprende. Affatto. Basta sfogliare un giornale, accendere la tv, navigare sui social per capire in che situazione drammatica ci troviamo. Gli italiani sono alla fame. 


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Decine, centinaia le storie dei nostri connazionali in grave difficoltà. Tanti, con umiltà e imbarazzo, sono costretti ad andare nelle trasmissioni televisive per chiedere aiuto. Per sperare che qualcuno ascolti la loro voce. I soldi della pensione, per chi è fortunato ad averla, sono pochi, e  non bastano per sopravvivere. La maggior parte dei  giovani non ha un lavoro. E’ difficile da trovare. Particolarmente al Sud. E i cittadini sono incazzati. Tanto incazzati. “Noi italiani siamo stati abbandonati dallo Stato, nessuno ci aiuta! Gli immigrati, invece, vengono persino coccolati. A loro non manca nulla. A noi tutto.” ci dice Letizia, un’anziana signora in gravi difficoltà economiche.
Come dargli torto? Molti di loro, gli immigrati, vengono viziati. Ospitati in comode e lussuose strutture alberghiere. Come a Gambarie, in Calabria, dove circa 100 immigrati vivono in un hotel a 3 stelle e la signora che lo gestisce si preoccupa di cucinargli piatti deliziosi ogni giorno. Tutto a spese dello Stato. O meglio, degli Italiani. GUARDA IL REPORTAGE
“Se potessi andrei ogni giorno in quell’hotel a mangiare con loro. E, invece, sono costretta a fare la spesa con parsimonia, altrimenti non arrivo a fine mese.” ci dice la signora Letizia.
Ma tutto questo agli immigrati non basta. Vogliono di più. Vogliono più diritti. Come quelli rivendicati qualche ora fa ad Archi, quartiere a nord di Reggio Calabria, dove i circa  300 ospiti del centro di accoglienza di fortuna (una ex struttura universitaria) hanno protestato per chiedere un sacrosanto diritto: il Wi-fi.
E mentre i figli di questa Patria martoriata patiscono la povertà il Governo “ganzo” rassicura. L’Italia è in ripresa. Quale, ci chiediamo?

Michel Dessi 18 ottobre 2016

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