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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

20/09/16

Immigrati ingestibili per i sindacati di polizia





Dure reazioni negli ambienti delle forze dell’ordine dopo la morte di Diego Turra, agente del VI Reparto Mobile di Genova morto di infarto nel corso di una carica a Ventimiglia, durante una protesta dei migranti che cercano da tempo di raggiungere la Francia.

Per il Libero Sindacato di Polizia (Lisipo/Selp) “il nostro Paese, oltre ai tanti problemi economici e sociali che l’affliggono, deve confrontarsi con un problema epocale, quello di un’immigrazione a valanga, alla quale si risponde in maniera debole, sconclusionata e pasticciona”.
Così il presidente nazionale del Lisipo/Selp, Antonio De Lieto, ha commentato i fatti di Ventimiglia. “Masse di persone, la stragrande maggioranza delle quali giovani e tutt’altro che smunte e sofferenti, giungono in Italia, spessissimo grazie al ‘servizio taxi’ delle navi militari europee che operano nel Mediterraneo.

 

Raccolti i presunti profughi, presumibilmente clandestini, non vengono portati nel Paese di cui la nave che ha accolto a bordo queste persone batte Bandiera, ma vengono sbarcati in uno dei porti italiani”, ha continuato De Lieto.
“Un arrivo massiccio e quotidiano – ha rimarcato il leader del Lisipo/Selp – che sta diventando ingestibile e sta creando veri e propri problemi di convivenza fra cittadini italiani e migranti che, spesso, vengono assegnati in numero eccessivo, rispetto alle possibilità di accoglienza di piccole realtà locali”, ha avvertito.
“Tutto questo accade – ha proseguito – mentre il pericolo ‘terrorismo’ sta diventando una realtà sempre più concreta, sempre più minacciosa. Troppi ‘migranti’ conoscono molto bene la parola ‘diritti’ ed esprimono, anche platealmente e con violenza, la loro protesta per l’alloggio, il vestiario, il vitto ecc.

 

Ci si aspetta che chi asserisce di scappare da una guerra quantomeno sia grato al Paese che lo accoglie e fa ogni sforzo per assicurare una vita dignitosa, ma così, in troppi casi, purtroppo, non è”, ha detto.
“Nei confronti dei violenti, il Lisipo/Selp – ha concluso De Lieto – auspica il pugno duro. Se vi sono migranti che non si trovano a loro agio in Italia, tornino nel loro Paese e si battano per migliorarlo”.
Decisa anche la posizione espressa da Gianni Tonelli, Segretario generale del sindacato di Polizia SAP. “Non si può morire a 53 anni per colpa di chi non è in grado di arginare la violenza di un gruppo di irresponsabili che ostacola quotidianamente il lavoro delle Forze dell’Ordine alimentando tensioni e scontri e facendone una vera e propria bandiera ideologica” recita una nota, del SAP.

 

“Quella di ieri è la cronaca di una morte annunciata dopo gli ennesimi scontri e l’ennesimo giorno di riposo settimanale negato: gli agenti, costretti anche a 10 ore di straordinario al giorno, sono totalmente debilitati!”, continua.
“Quello che diciamo da mesi, purtroppo, sta diventando realtà – aggiunge Tonelli .
Questo, infatti, è il risultato delle politiche disumane del governo, che sta lesinando sulla sicurezza interna seguendo i diktat della spending review, senza preoccuparsi di mettere a rischio gli agenti. Il turnover fermo al 55% e le carenze di organico nelle Forze di polizia (45mila, di cui 17mila solo nella Polizia di stato) fanno sì che i poliziotti, sempre più anziani, siano chiamati a svolgere attività sempre più dure, con turnazioni massacranti, per ore e ore sotto il sole cocente e senza la minima tutela.


 

Quanti altri agenti dovranno morire prima che il governo decida di intervenire concretamente? -domanda Tonelli.
Se l’esecutivo vuole portare avanti le politiche scellerate delle ‘porte aperte’ in fatto di immigrazione, deve al contempo stanziare i fondi necessari per la gestione dei migranti, dei profughi e dei clandestini, anche a costo di mettere in atto scelte impopolari al solo fine di proteggere i ‘suoi’ uomini.
Perché non è la prima volta che accade un episodio di questo tipo: lo scorso anno sono stati oltre 6mila gli agenti finiti in ospedale per ’cause di servizio’, ma nessuno ne parla. Non chiediamo gloria, ma solo dignità, rispetto e tutela per il nostro lavoro”.

(con fonte Adnkronos/Labitalia)
Foto ANSA e web

di Redazione - 9 agosto 2016
fonte: http://www.analisidifesa.it/

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