Il
fuciliere di Marina Salvatore Girone potrà fin dai prossimi giorni
tornare in Italia. La Farnesina, si legge in un comunicato, accoglie con
soddisfazione la decisione odierna della Corte Suprema indiana che ha
dato urgente attuazione a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale de
L’Aja il 29 aprile scorso, come richiesto nei giorni scorsi dall’Italia.
In linea con quanto stabilito dal Tribunale de L’Aja, Italia e India
hanno cooperato nelle ultime settimane per definire le condizioni e le
modalità del rientro e della permanenza nel nostro Paese di Girone , in
pendenza della procedura arbitrale sul caso della Enrica Lexie. Il
Governo, nell’attesa di accogliere Salvatore Girone, rinnova l’impegno a
conformarsi alle condizioni e modalità stabilite dalla Corte Suprema
indiana.
La decisione odierna è un risultato importante che riconosce
l’impegno intrapreso dal Governo italiano con il ricorso all’arbitrato
internazionale per fare valere le ragioni dei due Fucilieri di Marina,
si precisa. Con lo stesso impegno l’Italia si presenterà ai prossimi
passaggi previsti dal procedimento arbitrale.
Ecco le condizioni indiane
La Corte Suprema indiana ha oggi autorizzato il rientro in Italia di
Salvatore Girone, ma ha tuttavia posto una serie di condizioni. A quanto
riferiscono i media indiani, vi è prima di tutto la richiesta di una
garanzia dell’ambasciatore italiano perchè si impegni a far sì che,
qualora il Tribunale arbitrale internazionale decida a favore della
giurisdizione indiana, Girone torni in India entro un mese.
A Girone, che dovrà consegnare il passaporto al suo arrivo in Italia,
vengono poste quattro condizioni: 1) deve presentarsi ad un posto di
polizia italiano ogni primo mercoledì del mese e l’ambasciata italiana
ne deve informare l’ambasciata indiana a Roma. 2) Non deve manomettere
alcuna prova o influenzare alcun testimone del caso. 3) Girone deve dare
una garanzia che rimarrà sotto la giurisdizione della Corte Suprema. 4)
Se una di queste condizioni sarà violata la sua libertà provvisoria
verrà revocata.
Contro la Corte si è scagliato il primo ministro dello Stato indiano
del Kerala. Secondo Pinarayi Vijayan, si è trattato di “una risposta
sbagliata” dovuta al “gioco sporco” del governo, riferiscono i media
indiani. “E’ qui che si devono tenere l’esame del caso e il processo. Ma
fin dall’inizio il governo ha fatto un gioco sporco. Eravamo contro
l’approccio del governo e lo abbiamo fortemente criticato”, ha affermato
Vijayan, riferendosi al fatto che il caso, inizialmente affrontato dai
tribunali del Kerala, sia poi passato sotto la giurisdizione centrale
dell’India. “E’ la risposta sbagliata del governo centrale che ha
portato la Corte a dare questo ordine”, ha proseguito, criticando il
governo di Nuova Delhi che di fronte alla Corte Suprema non si è opposto
al rientro di Girone “per motivi umanitari”.
26 maggio 2016
fonte: http://www.liberoreporter.it
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