#Marò in India: sono innocenti, ecco le prove - Annex 1
PREMESSA
Nel
corso delle udienze che si sono svolte presso il Tribunale
Internazionale sul Diritto nel Mare di Amburgo (di seguito ITLOS),
relative alla richiesta di parte italiana per il ricorso all'arbitrato
previsto dai trattati internazionali vigenti, le due parti (Italia e
India) hanno espresso per bocca dei loro rappresentati ufficiali le
proprie ragioni sulla controversia.
Tutti i verbali degli interventi sono riportati in una apposita pagina web dello ITLOS, e sono scaricabili in formato .pdf;
LINK alla pagina ITLOS dedicata alla vicenda
Poiché lo ITLOS era stato chiamato a sentenziare unicamente sulla competenza di giurisdizione(quindi se spettasse all'Italia o all'India in diritto di imbastire un processo penale sui fatti del 15/2/2012)non
c'era ragione per nessuna delle parti di intervenire con affermazioni
di colpevolezza o innocenza a carico dei due accusati dall'India, M.
Latorre e S. Girone.
Ma
mentre da parte italiana ci si è attenuti a questo concetto da parte
indiana è accaduto il contrario e i rappresentanti dell'India hanno più
volte proclamato la colpevolezza dei due accusati come se questa fosse
già stata accertata in un processo penale che neanche in India è mai
iniziato.
Addirittura
prima ancora che l'ITLOS iniziasse le audizioni verbali dei vari
rappresentanti delle parti in causa l'India ha depositato un documento
scritto in cui si descrivono gli eventi e si proclama dandola per certa
la colpevolezza dei due militari italiani per la morte dei due
pescatori.
PDF Osservazioni sottoposte dall'India il 6 agosto 2015 - Vol. 1
da Written observations of the Republic of India, 6 August 2015 - Volume 1
Questo documento è corredato da una lunga serie di "Allegati" (ANNEXes)
dal n. 1 al numero 56, e per esperienza ritengo che in Tribunale i
proclami valgono assai poco se non sono supportati da elementi probatori
verificabili, e che questi elementi probatori sono in genere proprio
negli allegati chiamati esplicitamente a supporto del proclama, di
colpevolezza o innocenza che sia.
Ritengo inoltre che questa continua "proclamazione di colpevolezza" ripetuta continuamente per iscritto e per voce abbia potuto influenzare i giudici nella loro decisione finale.
Nessuno
si aspettava che a fronte della sentenza che ammette la controversia
all'arbitrato internazionale, ingiunge a Italia e India di sospendere i
provvedimenti giudiziari e rimanda la soluzione definitiva della
controversia al Tribunale dell'Aia, si sarebbe poi lasciato i due
accusati privati della libertà personale in India, e quindi ancora sotto
la giurisdizione penale indiana. Sembra un controsenso.
Leggo
inoltre che l'ITLOS ha ingiunto alle due parti Italia e India di
presentare entro il 24 Settembre un documento riepilogativo sulla
vicenda che diventerà "Atto" ufficiale sia allo ITLOS che al Tribunale
dell'Aia.
E'
evidente che se da parte indiana si continua a proclamare la
colpevolezza di Latorre e Girone con documenti scritti supportati da 56
Allegati, e da parte italiana non si contesta quello che è ormai un dato
di fatto creato dall'India e non rigettato dallo ITLOS, questo influirà
negativamente sulla percezione che i giudici avranno della vicenda,
apparendo una tacita ammissione di colpevolezza, e condizionerà a danno
dell'Italia sia i giudici dell'ITLOS sia i prossimi a l'Aia, che non
avranno altro punto di riferimento che la versione indiana e saranno
portati a credere che non esistano argomenti di contestazione.
Poiché
da oltre tre anni seguo la vicenda su tutte le fonti aperte disponibili
ed ho maturato una conoscenza approfondita su alcuni non marginali
aspetti tecnici ricostruttivi, e poiché non sono mai riuscito ad avere
accesso ai documenti dell'inchiesta indiana, ho deciso di richiederli
allo ITLOS in base al principio che ogni documento che entra in un
Tribunale ha da essere pubblico, a meno che non vi siano ragioni legali
per negarlo.
Non
ho richiesto "tutti" i 56 allegati ma solo quelli che riguardano il
profilo tecnico e ricostruttivo degli eventi, che rientra nelle mie
pluridecennali competenze di "Court Expert".
L'ITLOS
dopo poche ore dalla richiesta fatta via e-mail ha risposto
positivamente inviandomi tutto quanto richiesto tranne due documenti
ritenuti "confidenziali".
La risposta dell'ITLOS alla mia richiesta di accesso alla documentazione processuale
Sono
quindi entrato in possesso, per concessione dell'ITLOS e senza vincoli
sull'utilizzo, dei documenti ufficiali indiani con i quali si è inteso
supportare presso lo stesso ITLOS i proclami di colpevolezza italiana
scritti e proclamati a voce.
- ANNEX-01 - Indian Coast Guard, diary of events, 2012
- ANNEX-02 - First Information Statement of Mr Freddy, 15 February 2012
- ANNEX-03 - Kerala police charge sheet, 15 February 2012
- ANNEX-04 - Post-mortem report of Mr Ajeesh and Mr Valentine, 16 February 2012
- ANNEX-05 - Search list for weapons, 26 February 2012
- ANNEX-06 - High Court of Kerala order releasing the MV Enrica Lexie and its crew, 29 March 2012
- ANNEX-07 - Ballistic Expert Report No B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012
- ANNEX-08 - Scene examination report No. B1-873/FSL/2012, 19 April 2012
- ANNEX-27 - Statement of Mr Vitelli Umberto, Captain of the MV Enrica Lexie, 15 June 2013
- ANNEX-29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013
- ANNEX-33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013
- ANNEX-46 - Affidavits of Mr Kinserian, Mr Freddy and Mr Michael Adimal, 30 July 2015 and 30 August 2015
- ANNEX-47 - Photographs
- ANNEX-48 - Position of the St.Antony and the MV Enrica Lexie at the moment of the shooting
Questo lavoro sarà quindi l'analisi dei documenti ricevuti "come se fossi"
un Consulente Tecnico della Difesa. E quindi con il compito di
verificare che siano o meno probanti quanto sostenuto dall'accusa alla
quale, è bene ricordare, spetta "dimostrare" la colpevolezza e non soltanto di "proclamarla".
La
Difesa esercita un diritto e adempie a un dovere evidenziando carenze,
omissioni, contraddizioni e quant'altro dell'impianto accusatorio,
ricordando che in Tribunale l'accusa deve fornire "certezze", non ipotesi e meno che mai congetture.
IMPORTANTE
Dalla lettura degli allegati ITLOS emerge una circostanza sino ad ora inedita di cui però dovremo necessariamente tenere conto nel corso dell'analisi:
in ANNEX 29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013:
"Ship time is 30 minutes behind IST" (Pag. 4 ultima riga)
in ANNEX 33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013:
"The ship time is 30 minutes behind Indian Standard Time" (Pag. 4 riga 9)
Sulla Enrica Lexie gli orologi non segnano l'ora locale dell'India ( +5:30) che ha adottato un fuso orario intermedio, ma quello universalmente considerato standard a quella longitudine (TIME ZONE E (echo) + 5:00). Pertanto nel redigere il timing degli eventi alcuni orari dovranno essere rivisti, spostandoli indietro di 30 minuti. Questa circostanza sarà contrassegnata di seguito con l'icona (Enrica Lexie Time - Ship Time).
in ANNEX 29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013:
"Ship time is 30 minutes behind IST" (Pag. 4 ultima riga)
in ANNEX 33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013:
"The ship time is 30 minutes behind Indian Standard Time" (Pag. 4 riga 9)
Sulla Enrica Lexie gli orologi non segnano l'ora locale dell'India ( +5:30) che ha adottato un fuso orario intermedio, ma quello universalmente considerato standard a quella longitudine (TIME ZONE E (echo) + 5:00). Pertanto nel redigere il timing degli eventi alcuni orari dovranno essere rivisti, spostandoli indietro di 30 minuti. Questa circostanza sarà contrassegnata di seguito con l'icona (Enrica Lexie Time - Ship Time).
ANNEX 1: Guardia Costiera, il diario degli eventi
Il diario degli eventi fornito dalla Guardia Costiera indiana (di seguito ICG) relativi allo "sparamento dalla petroliera Ernica Exie" (nessun errore, questo il titolo del documento)
sarà esaminato dal momento dell'incidente fino all'arrivo della nave
italiana nei pressi del porto di Kochi dove sarà costretta all'ancora,
ovvero alle fasi della vicenda che precedono l'irruzione a bordo da
parte delle Autorità indiane. E' quello che ci interessa per la
ricostruzione dei fatti processualmente rilevanti.
N.B: Per gli orari potete guardare la figura con la conversione degli orari più sopra
.Nella
ricostruzione cronologica fornita in ANNEX 1 dalla ICG si vuole dare un
quadro drammatico degli eventi: accreditando la versione della Enrica
Lexie (di seguito Lexie) che si allontana senza dare l'allarme
sottraendosi così alle proprie responsabilità: la "fuga"; magnificando
l'efficienza tecnologica-investigativa che ha portato
all'identificazione dei colpevoli: la "caccia"; quindi si descrive
l'efficacia dell'operazione aeronavale senza la quale non si sarebbe
potuti giungere ad assicurarli alla giustizia: la "cattura"
Fuga,
caccia e cattura. Le tre parti di un racconto che come dimostrerò è
semplicemente falso. Ancora una volta si deve evidenziare un pregiudizio
da parte della Guardia Costiera che tramite una serie di comportamenti
omissivi riporta i fatti in modo diverso da come si svolsero realmente.
La fuga
Così
come risulta nel rapporto inviato dal Comandante della Lexie, Umberto
Vitelli, e confermato successivamente agli inquirenti (ANNEX 27) dopo
aver udito gli spari e subito dopo aver ordinato all'equipaggio di
mettersi al sicuro (...this is not a drill, and everyone proceed to
Engine Control Room we are under pirate attack...) attiva l'allarme SSAS
(Ship Security Alert System) della nave che in automatico e in tempo
reale invia i dati salienti dell'accaduto alle Autorità nazionali
italiane e al Centro di Coordinamento Soccorsi Marittimi (MRCC)
competente in quell'area: IMRCC (quello dalla Guardia Costiera Indiana
con sede a Mumbai).
Il rapporto inviato dal comandante della Lexie ad armatore e organizzazioni antipirateria (MSCHOA-UKMTO)
La
prima evidenza che l'allarme venne effettivamente lanciato ce la
fornisce lo stesso Vitelli quando comunica di essere stato già contattato dalla Nave da guerra "Grecale",
la fregata lanciamissili italiana che nell'ambito della missione NATO
antipirateria "Ocean Shield" incrocia nel golfo di Aden a 992 miglia
nautiche (di seguito Nm) dalla Lexie (oltre 1800 Km). Troppo distante per poter intervenire.
(fonte: comunicato Uff. Stampa Marina Militare su L'Unità del 2 aprile 2013)
Tornerà
a parlare del SSAS l'avvocato Sir Daniel Bethlehem QC (Member of the
Bar of England and Wales) il 10 agosto 2015 durante la prima udienza
ITLOS, affermando che:
"La
posizione della nave, come raffigurata sulla mappa, è stata ripresa da
quanto generato in automatico dal Sistema Allarme e Sicurezza della nave
Enrica Lexie, attivato alla rilevazione dell’apparente attacco pirata,
ed è compresa nel Messaggio generato in automatico in quel momento.
(...) Le coordinate indicate nel Messaggio sono state generate in
automatico quando è stato premuto il pulsante di allarme. Nessuno
contesta, essendo questo un dato di fatto, che l’incidente abbia avuto
luogo ben oltre il mare territoriale Indiano." (pag. 7 #32-39)
PDF TRASCRIZIONE DELLA SEDUTA PUBBLICA DELL'ITLOS DEL 10 AGOSTO 2015
Il messaggio di allarme SSAS esiste ed è allegato agli atti (ANNEX A3)
Il messaggio automatico generato dal SSAS della Lexie
La pretesa indiana di non aver ricevuto l'allarme SSAS starebbe
a significare che tutto il sistema indiano preposto al soccorso e
all'ascolto era fuori servizio. Non solo le basi terrestri ma anche le
navi militari alla fonda o in navigazione.
Le installazioni militari e della polizia del Kerala nel tratto di costa antistante l'incidente
Appare
assai grave che una richiesta di soccorso sia stata ricevuta da tutti
meno da chi lo doveva ricevere o peggio: sia stata ricevuta quindi
ignorata senza intervenire.
Nel merito della vicenda possiamo solo evidenziare che l'allarme SSAS che fu lanciato dalla Lexie alle 11.23 cronologicamente avrebbe dovuto essere il primo evento riportato dalla ICG in ANNEX 1 ma non c'è.
Una
grave omissione che stravolge completamente il quadro di riferimento e
reca un insanabile pregiudizio nei confronti degli uomini bordo della
nostra nave: essere fuggiti senza informare le Autorità indiane. Una biasimevole menzogna. Nulla di più falso.
Alle 17:40 la
Coastal Police Station di Neendakara (di seguito CPS) contatta IMRCC.
La Polizia del porticciolo dove fa base il St.Antony informa che: "Una nave mercantile ha sparato contro il peschereccio St.Antony uccidendo due pescatori" [ 1 ] fornendo anche tutte le indicazioni ricevute fino a quel momento dal St.Antony (che la CPS nel suo rapporto (ANNEX 3) definisce: "cryptic informationregarding this incident) senza le quali sarebbe impossibile per la ICG avviare alcuna ricerca.
Indicazioni quali, ad esempio: nome della nave (Enrica Lexie), nazionalità della bandiera (italia), tipologia (petroliera), una sommaria descrizione (nera e rossa), luogo e orario dell'incidente (16:30, 20.5Nm al largo di Allepey), direzione velocità (330°, 13-14 kts.).
Se
Neendakara avesse fornito a IMRCC dati simili a questi l'ufficiale di
servizio che da quarantacinque minuti ha sul tavolo l'allarme SSAS della
Lexie (che riporta ora e posizione dell'incidente, rotta e velocità della nostra nave)
avrebbe scatenato immediatamente l'intera ICG sulle tracce della Lexie.
Inizia invece la ricerca ad una generica "nave sospetta" (suspect
vassel) [ 3 ] che si protrae per un'ora e mezza.
Quali indicazioni fossero giunte dal St.Antony a Neendakara quindi a Mumbai, ovvero cosa e dove cercasse la ICG non è chiaro. Lo possiamo desumere dal rapporto stilato dal pilota dell'aereoricognitore Dornier CG760 (ANNEX A7) che riceve le istruzioni di missione quando è sulla pista in attesa dell'ordine di decollo.
Le istruzioni di missione fornite al pilota del ricognitore
Scrive il pilota: "Ero diretto a condurre la ricerca di una nave sospetta tra Kollam e Kodungallur".
Nessun altra indicazione: non si parla di petroliere, non si parla di
navi nere e rosse, non si indica se diretta a nord o a sud. Nulla.
La ricerca aeronavale
La ricerca avrebbe l'obiettivo di rintracciare una "nave sospetta" non meglio specificata in una area di 80 miglia (più o meno la distanza tra Civitavecchia e Ischia) in prossimità di uno dei porti cargo più moderni dell'India (solo nel 2012 nel porto di Kochi sono transitate oltre 20 milioni di tonnellate di merci), lungo la via d'acqua che interconnette Europa, Africa e terminali petroliferi arabi con l'Asia. La "western india marine highway", la rotta mercantile più trafficata del pianeta. In queste condizioni le possibilità di successo di una ricerca aeronavale risultano talmente basse che nei fatti non fu neanche tentata.
L'aereo non viene fatto neanche decollare e resta in attesa sulla pista, la ICGS Samar dirige "a tutta velocità" verso il luogo dell'incidente che è ormai deserto.
Secondo quanto riporta ANNEX 1 alle 19.10 grazie all'analisi dei dati AIS-SB (la rilevazione dei dati AIS invece che tramite stazioni costiere è assicurata tramite un satellite in orbita bassa) l'indagine esce dall'impasse. Dai tracciati AIS-SB infatti giunge la conferma: la nave sospetta è stata identificata: è la motonave Enrica Lexie. [ 4 ]
Le
cose non andarono proprio così. Nel rapporto militare redatto in
seguito all'irruzione sulla Lexie (ANNEX A9) abbiamo una descrizione più
esaustiva di come la ICG giunse all'identificazione:
Come la ICG giunse all'identificazione della Lexie
In realtà l'analisi AIS-SB, sempre che ci fossero dati di partenza corretti, restrinse la ricerca a quattro target compatibili, quattro navi da cui potrebbero essere stati esplosi i colpi contro il peschereccio (incidente St. Antony) ATTENTI ORA: ma siccome solo una delle quattro ha dichiarato alle autorità antipirateria di aver sparato (incidente Lexie) ... sono stati loro.
In
pratica hanno applicato la regola delle "puzzette in ascensore": quando
tra bambini a chi lamentava per primo "allarmi olfattivi" per
schernirlo s'usava dire: "chi la dice, l'ha fatta!". Il metodo investigativo indiano me la ricorda molto. La frase è diversa... l'odore identico.
La ICG procede quindi escludendo nel modo più categorico che possano essere più di una le navi da cui si spara quel pomeriggio, il motivo per ora ci sfugge. Lo capiremo quando saranno chiamati a spiegarlo ai giudici in sede dibattimentale.
Quattro sospettati un indagato.
Delle altre tre navi "compatibili"
si perde ogni traccia. Nel merito di questa analisi e per quanto
risulta 'agli atti' non vennero neanche interpellate sfuggendo così ad
ogni controllo.
All'epoca
dei fatti circolarono sulla stampa indiana i nomi di alcune navi
(Kamome Victoria, Ocean Breeze, MBA Giovanni) ma quando tentammo dei
riscontri emerse che per direzione, posizione e orari nessuna poteva
essere ricondotta alla scena del crimine
Invece
siamo certi, perchè denuncerà alcune ore dopo anch'essa un tentato
abbordaggio, che nell'area di ricerca come è stata definita dal pilota
si trova "almeno" un'altra petroliera nera e rossa (Olympic
Flair) ma data l'inattendibilità della documentazione fornita dalla ICG
in cui chi risulta non c'è e chi c'è non risulta non possiamo escludere
ce ne fossero altre, forse molte altre...
La questione dell'AIS
Sulla circostanza dell'essere stati identificati tramite tracciati AIS pesa un grave dubbio.
Si parlò del sistema anti-collisioni AIS nei
giorni immediatamente successivi l'incidente, quando qualcuno notò che
poco dopo essere stata rilevata in prossimità dello Sri Lanka alle 13:51del 14 febbraio la Lexie scompare dai tracciati AIS.
L'ultima posizione AIS della Lexie prima dell'incidente
E' prassi abituale spegnere l'AIS proprio per non essere individuati dai pirati approssimandosi alla HRA (l'Area ad alto rischio pirateria che comprende le coste dell'india occidentale).
Il percorso della Lexie attraverso la High Risk Area
Troviamo sul Giornale di Bordo della Lexie (ANNEX A14) un riscontro relativo a quel che accadde effettivamente.
Alle 18:00 del
14 febbraio il C.te Vitelli annota di aver dato le disposizioni
previste per la navigazione in HRA. Rinforzata la vigilanza, attivate le
precauzioni.
E per quanto ci è dato di capire e salvo la prova del contrario la Lexie naviga fin della sua partenza dallo Sri Lanka con il dispositivo AIS spento.
Sarebbe piuttosto imbarazzante per la ICG se la circostanza venisse confermata.
La Cattura
C'è un altro evento in ANNEX 1 che la ICG 'dimentica' di annotare:
Intorno alle 19:00 (ANNEX A9) poco prima di annunciare urbi et orbi di aver identificato la 'nave sospetta', IMRCC contatta via INMARSAT la Lexie, la circostanza è menzionata in diversi documenti (ANNEX 27) (A9) (A14) ma non in ANNEX 1.
Ecco come venne annotata la telefonata sul Giornale di bordo della Lexie dal C.te Vitelli.
Vitelli scrive a riguardo: "Ci hanno detto che erano stati informati circa il sospetto attacco pirata, di conseguenza avevano sequestrato due barche." - quindi l'allerta SSAS è giunta alla ICG - "Hanno fatto domande circa la nostra rotta e velocità," - quindi non erano ne visibili ne tracciati dal sistema AIS-SB - "mi hanno chiesto di virare e dirigermi a Cochin (India) per fare il punto e testimoniare"
- una bugia, un inganno, una falsa informazione o come riporterà alla
stampa "il comandante della Guardia costiera dell'India
occidentale, S.P.S Basra: una TATTICA INGEGNOSA" (da Il Giornale del 9 marzo 2012) di fronte alla quale Vitelli avanza una sola richiesta - "Ho chiesto, e ricevuto, una richiesta scritta" - che giunge poco dopo via e-mail.
La richiesta di dirigere a Kochi che IMRCC invia alla Lexie
Alle 19.45 la Lexie dirige verso Kochi così è riportato sul Giornale di bordo della nave: la nuova rotta impostata, la virata iniziata. Non sono state necessarie navi ed aerei per catturarla, è stata sufficiente una bugia.
Quando giunge a Kochi, come la ICG ha chiesto [ 10 ] viene destinata dall'autorità portuale (CPT Cochin Port Trust) verso un ancoraggio esterno, 7 Nm al largo. Getta le ancore alle 22:18monitorata dalla ICGS Lakshmibai in pattugliamento [ 11 ], il viaggio della Lexie è finito.
Gli 'effetti speciali'
La
INS Kabra che salpa (19:30) [ 5 ], il Dornier CG760 che decolla
(19:35) [ 6 ], la Polizia che invia 4 agenti a bordo della ICGS
Lakshmibai [ 7 ], il ricognitore che avvista la nave e le intima di
dirigersi a Kochi (alle 19:50 quando già la nave vi si sta
dirigendo) [ 8 ], La ICGS Lakshmibai che salpa con la Polizia a bordo
(giungerà in vista della Lexie solo alle 21:30) [ 9 ] non fatevi
impressionare, sono solo effetti speciali che la Guardia Costiera
indiana ha pensato di inserire di contorno nella storia. E non si
limiterà a questo.
La
mattina del 16 febbraio, poco prima che la ICG e la Polizia (che ha
inviato 36 uomini) facciano irruzione sulla nave, si porta un
peschereccio simile al St. Antony sotto le murate della Lexie.
Appena il tempo sufficiente per scattare da un aereo alcune fotografie che vorrebbero ritrarre "il carnefice", "la vittima" e "il giustiziere". Da notare che sia le navi che l'imbarcazione sono ferme.
Immediatamente
diffusa dall'ufficio stampa della Guardia Costiera, ripresa e
rilanciata da tutti i giornali e i siti di news del pianeta questa foto
diventa l'icona della "colpevolezza italiana" nonostante fosse
apparso chiaro sin dal momento del rientro del peschereccio nel porto di
Neendakara avvenuto la sera prima, che a partire dagli orari ma non
solo, qualcosa non tornava...
Ufficio stampa della ICG. Lancio stampa del 16 febbraio 2012
Il
vero St. Antony è ovviamente sotto sequestro a Neendakara, distante
almeno 130 km dalla petroliera. Quello che si vede nella fotografia è
solo "simile", trovato appositamente magari nella notte per
iniziare la costruzione della colpevolezza italiana evidentemente decisa
a tavolino prima ancora che inizino le indagini
Per una più ampia trattazione di questo specifico episodio:
www.seeninside.net/piracy/inizio.pdf
www.seeninside.net/piracy/beginning.pdf
www.seeninside.net/piracy/inizio.pdf
www.seeninside.net/piracy/beginning.pdf
ANNEX 1 Conclusioni
Il documento ANNEX 1 appare viziato da gravi omissioni e palesi contraddizioni al solo scopo di formare un quadro pregiudizievole. Quindi nessuna fuga, caccia o cattura solo
il puerile tentativo di accreditare una pretesa colpevolezza italiana,
con la Lexie che fugge nell'oceano indiano e la Guardia Costiera che
lancia una operazione aereonavale per andarla a catturare.
In
concreto la modalità con cui si giunge a circoscrivere l'area di
ricerca quindi ad identificare la nave risultano per nulla convincenti.
Inspiegabile il quadro investigativo con ben quattro sospettati di cui però uno solo sarà indagato.
Gravi le omissioni riguardo l'allerta SSAS come pure riguardo l'impiego di TATTICHE da parte di un Centro di Soccorso.
Ancor più grave che si sia andato a cercare un falso peschereccio St.
Antony per raggiungere questo scopo, tanto più che fin dalla sera
precedente si sapeva che esisteva una marcata contraddizione sugli orari
della sparatoria contro il peschereccio. Contraddizione che avrebbe
dovuto suggerire da subito una maggior prudenza rispetto alla
proclamazione del colpevole.
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