IL DISCORSO
«Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India - ha spiegato in aula Terzi -. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra». E ancora ha insistito: «Da ministro ho espresso serie riserve alla repentina decisione di trasferire in India il 22 marzo i due militari, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Mi dimetto perché solidale in modo completo con i nostri marò e con le loro famiglie», ha aggiunto nel corso della sua relazione alla Camera sul caso dei fucilieri in attesa di giudizio a New Delhi. «Ho atteso fino a oggi perché volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare - ha insistito -. Ed è risibile e strumentale pensare che la Farnesina abbia agito autonomamente. Sulla vicenda Terzi ha affermato di aver dato «informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l’India, d’accordo sulla decisione di trattenere in Italia i marò. La linea del governo è stata approvata da tutti l’8 marzo». «Da uomo delle istituzioni per 40 anni, mai avrei agito in modo autoreferenziale», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Secondo Terzi, l’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «non è mai davvero stata suffragata da prove e testimonianze attendibili» mentre i due fucilieri «negano ogni addebito».
Comunicato della Farnesina - 11 marzo 2013.
I Marò restano in Italia; Controversia Internazionale.
http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130311_maro_restano_in_italia.html
" Su istruzioni del Ministro degli Esteri Giulio Terzi, l’Ambasciatore d’Italia a New Delhi Daniele Mancini ha consegnato oggi alle Autorità indiane una nota verbale con la quale il Governo italiano, in relazione al caso dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha reso noto al Governo indiano quanto segue:
L’Italia ha sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull’India in virtù del diritto consuetudinario e pattizio, in particolare il principio dell’immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) del 1982.
All’indomani della sentenza del 18 gennaio 2013 della Corte Suprema indiana, l’Italia ha proposto formalmente al Governo di New Delhi l’avvio di un dialogo bilaterale per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso, come suggerito dalla stessa Corte, là dove richiamava l’ipotesi di una cooperazione tra Stati nella lotta alla pirateria, secondo quanto prevede la citata Convenzione UNCLOS.
Alla luce della mancata risposta dell’India alla richiesta italiana di attivare tali forme di cooperazione, il Governo italiano ritiene che sussista una controversia con l’India avente ad oggetto le regole contenute nella predetta Convenzione e i principi generali di diritto internazionale applicabili alla vicenda.
Per questi motivi, l’Italia ha ribadito formalmente al Governo indiano, con la nota verbale consegnata oggi dall’Ambasciatore Mancini, la propria disponibilità di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia, anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria, chiedendo all’India di attivare le consultazioni previste dalla Convenzione UNCLOS.
Con l’occasione, l’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso.
La decisione, che è stata notificata anche all’Ambasciata indiana a Roma e su cui sono previsti contatti tra i due Ministri degli Esteri, è stata assunta d’intesa con i Ministeri della Difesa e della Giustizia e in coordinamento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. "
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