Se proprio non si volesse riproporre la nota massima del “piove,
governo ladro”, si potrebbe perlomeno riproporla nella chiave renziana
secondo cui: “piove, i soldi vanno dove diciamo noi”. Perché mentre
negli ultimi giorni in alcune regioni italiane – dalla Campania alla
Puglia, scendendo in Calabria per arrivare fino in Sicilia – esondano
fiumi, si sgombrano case e il maltempo non sembra voler concedere
tregua, la presidenza del Consiglio ha deliberato, nel programma
“#italiasicura”, una serie di interventi e progettato cantieri “pronti
ad essere aperti, per la prevenzione dalle alluvioni”, come si legge
direttamente sul sito di Palazzo Chigi.
PAROLE, PAROLE, PAROLE – Eppure più di qualcosa non torna. Cominciamo
dal numero degli interventi. Il governo, nella sua nota, parla di ben
132 “opere da realizzare per rendere più sicure le principali città
italiane dal rischio rappresentato dalle alluvioni, con una
progettazione definitiva o esecutiva che le rende tempestivamente
cantierabili”. In realtà, il programma non è altro che un “piano
stralcio” per il cui via bisogna aspettare la firma degli accordi di
programma quadro fra Stato e Regioni. Ma non è finita qui. Perché,
secondo quanto scritto nel decreto presidenziale, “gli interventi
tempestivamente cantierabili che costituiscono la parte attuativa del
piano stralcio” sono riportati in un allegato che non conta tutti i 132
interventi sbandierati da Palazzo Chigi, ma solo 33.
SOLDI NELLE REGIONI PRIVILEGIATE – Ma il punto è soprattutto un
altro. Anche se tenessimo conto di tutti i 132 interventi, infatti, la
maggior parte toccano in particolare due regioni. Quali, nel dettaglio?
Toscana ed Emilia Romagna. Sarà soltanto una casualità, ma parliamo
delle due regioni di provenienza dei due firmatari del decreto, ovvero Matteo Renzi e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Dei 132 interventi, infatti, nella disastrata Campania ce ne saranno
solo otto; in Puglia, altra regione pesantemente colpita in questi
ultimi giorni, soltanto uno; in Sicilia, nonostante il fresco ricordo di
Giampilieri, sette; esattamente come in Calabria, nessuno dei quali
peraltro nelle zone di Rossano e Corigliano, colpite dal maltempo
quest’estate. E ancora: chi non ricorda la tragica alluvione che colpì
la Sardegna due anni fa. Eppure qui i cantieri previsti sono cinque.
Invece in Emilia Romagna, patria del ministro, saranno 21. In Toscana,
cifra record: 32 interventi. Con una concentrazione pressoché totale nel
capoluogo fiorentino, terra natia del premier. Aldilà dei meriti,
dunque, è evidente un certo squilibrio. Anche perché, ovviamente, per
ogni cantiere è stato disposto un finanziamento. In Toscana arriveranno,
in totale, qualcosa come 170 milioni. Netta la differenza con le
regioni negli ultimi giorni più in difficoltà proprio per frane e
alluvioni, come la Campania (45 milioni totali) o la Puglia (solo 2
milioni).
SUD DIMENTICATO – Insomma, quello che pare è che questo sia il
governo “pigliatutto” anche in tema di fondi. Perché, a conti fatti, se
ci sono terre che verranno a giusta ragione “soccorse”, altre saranno
completamente dimenticate. Dal Molise alla Basilicata passando per
Umbria e Marche: nessun intervento, nel decreto presidenziale, è stato
previsto. Non resta che affidarsi alle previsioni meteo. E alla
provvidenza.
fonte: http://www.lanotiziagiornale.it
@CarmineGazzanni
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