Non è ancora una vera e propria fuga ma gli somiglia di vicino.
Gli Stati Uniti raddoppiano gli aerei nella loro base italiana di
Sigonella, pronti a decollare verso Tripoli per raccogliere lo staff
dell’ambasciata nel caso in cui servisse l’evacuazione. La situazione
nel Paese resta caotica
L’esercito americano ha raddoppiato il numero di aerei nella
loro base italiana di Sigonella, in Sicilia, pronti a decollare verso
Tripoli a raccogliere muoversi lo staff dell’ambasciata se si rendesse
necessaria l’evacuazione. Lo riferisce la Cnn nel reportage sul
deterioramento delle condizioni di sicurezza in Libia. Quattro aerei
convertiplano Osprey in grado di atterrare verticalmente con 24
passeggeri a bordo giunti nella base di Sigonella con 200 marines a
garantire la sicurezza armata. L’ambasciata di Roma avverte agli
italiani, li sollecita: «Valutate l’opportunità di lasciare il paese».Si fanno sempre più foschi i contorni della crisi libica. Ieri sera, al termine di una riunione di gabinetto convocata d’urgenza, il governo ha disposto la sospensione di ogni attività del Congresso Nazionale Generale, il parlamento libico, sino a nuove elezioni. L’esecutivo ha deciso l’ennesima road map che dovrà portare il Paese al voto per il rinnovo del parlamento. In un solo colpo vengono indette elezioni anticipate non oltre il 15 agosto,viene messo alla porta il nuovo premier Ahmed Maetiq, che il 5 maggio era stato nominato col sostegno dell’ala libica dei Fratelli Musulmani.
Cosa sta accadendo nel Paese del dopo Gheddafi? Spunta Haftar, il generale deposto che dice di voler salvare la Libia. L’ex generale Khalifa Haftar che venerdì ha sferrato un’offensiva contro gruppi islamisti a Bengasi. Un’operazione militare battezzata da Haftar «Dignità» per “ripulire” la seconda città libica dai terroristi, che ha causato almeno 79 morti e 140 feriti. Nonostante il governo abbia bollato l’operazione come un colpo di stato, il generale si è detto determinato a continuare. Poi i carri armati per le strade di Tripoli e le sparatorie attorno al Parlamento. Scenario inquieto.
Una Libia sempre più in divisa militare, quella che si prospetta, con uomo ombra: l’ex premier Al Thinni. Al momento ogni decisione che dovrà essere messa in atto dal comandante in capo delle forze armate libiche Nuri Abu Sahmain, e dal capo di stato maggiore Abdussalam Jadallah Obeidi. E questo spiega in parte il mistero del generale Khalifa Haftar, che il 16 maggio con le sue truppe del Libyan National Army aveva accerchiato il parlamento di Tripoli e sferrato una serie di attacchi a Bengasi contro non meglio specificati ‘gruppi di terroristi islamici’. Per lui un ruolo decisivo.
Con la decisione di cancellare di fatto il Parlamento di nominati, l’ex premier Al Thinni ha messo nelle mani di Khalifa Haftar il destino della Libia. Con un potere personale che si sta ampliando. Sempre ieri sera ha ottenuto l’appoggio di un altro pezzo dell’esercito regolare, le forze speciali di libiche guidate Wanis Bukhamada. Questi, stando a quanto riferito dall’agenzia Ansa, avrebbe già messo a sua disposizione aerei, elicotteri e pezzi d’artiglieria pesante, che vanno ad aggiungersi alle basi aeree di Tobruk e Benina, a Bengasi, che nella notte erano passate sotto il comando di Haftar.
fonte: http://www.remocontro.it di Ennio Remondino - 20 maggio 2014
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