Nel dare notizie della follia Rai su Gerusalemme avevamo omesso
il nome del candidato. Sua sola colpa presunta, il suo non sapere nulla
di Gerusalemme e Medio Oriente. Scoperta successiva, il giornalista sa
però molto su Fini nella sua avventura di Futuro e Libertà. Dilettanti
solo per caso?
Ripensamento giornalistico per eccesso di serietà. Mai mettere
alla berlina qualcuno se non necessario. E ieri la questione Rai
Gerusalemme sembrava un semplice caso di “Mala gestione”. Ora spunta la
politica e la cosa si fa sospetta. Quindi il nome si impone. Gian
Stefano Spoto, giornalista, in Rai dopo molte triangolazioni, ha una
accelerata carriera tra Bologna e Roma. Il Medio Oriente non compare
sulla rotta. Ad evitare sgarbate ironie ecco come si racconta su
Twitter: “Giornalista Rai, scrittore, autore televisivo, fotografo.
Musicista pessimo, ma appassionato”. Poliedrico.
Israeliani e palestinesi già fremono per l’attesa di una sua “Jam session” appassionata. Che c’entra Spoto col Medio Oriente? Provate ad indovinarlo. Il candidato Spoto così si presenta: “Già vicedirettore di Rai 2 e attualmente vice direttore di Rai International”. Non fu per molto tempo ma fu carriera. Da Eidos comunication apprendiamo che prima, nel 1994 è capo redattore a Bologna. Nel 1996 è capo della cronaca del TG2. Nel 1998 è dirigente di Raiuno. Dal 2000 è conduttore di Linea Verde di cui ha ideato e condotto la rubrica ‘Cani e gatti’. Premonizione israelo palestinese?
Nessuna facile speculazione sul suo percorso in Rai. Ma quali sono gli elementi professionali che hanno portato -ormai è certo- qualcuno al settimo piano di viale Mazzini a dare il via alla folle candidatura per Gerusalemme? Solo fonti di Spoto: forse perché da Tuzla, Bosnia, non lontano da Sarajevo e a guerra finita, manda in onda per una settimana, in diretta, il telegiornale dell’Emilia-Romagna? O forse per essere stato una volta in Romania post Ceausescu o nelle favelas do Brazil? No. La volta nel Marocco di Re Hassan II, è la traccia mediorientale scoperta dal segugio Gubitosi!
Ora fine degli scherzi. Nulla di personale contro Spoto, ma molto contro una nomina che getta discredito sulla Rai e che offende le complessità sofferenti di Gerusalemme. Forse il caso non è di competenza del Consiglio di amministrazione ma la questione morale che emerge lo è di certo. Se non c’è sponsorizzazione politica, contro certe inavvedute proposte professionali troveremo tutto il Consiglio. Poi un appello privato ai consiglieri della sinistra dalle alte idealità e dai bassissimi toni, allo stimato magistrato Colombo e alla giovane figlia del collega Tobagi: se ci siete date un colpo.
8 luglio 2014
fonte: http://www.remocontro.it
Israeliani e palestinesi già fremono per l’attesa di una sua “Jam session” appassionata. Che c’entra Spoto col Medio Oriente? Provate ad indovinarlo. Il candidato Spoto così si presenta: “Già vicedirettore di Rai 2 e attualmente vice direttore di Rai International”. Non fu per molto tempo ma fu carriera. Da Eidos comunication apprendiamo che prima, nel 1994 è capo redattore a Bologna. Nel 1996 è capo della cronaca del TG2. Nel 1998 è dirigente di Raiuno. Dal 2000 è conduttore di Linea Verde di cui ha ideato e condotto la rubrica ‘Cani e gatti’. Premonizione israelo palestinese?
Nessuna facile speculazione sul suo percorso in Rai. Ma quali sono gli elementi professionali che hanno portato -ormai è certo- qualcuno al settimo piano di viale Mazzini a dare il via alla folle candidatura per Gerusalemme? Solo fonti di Spoto: forse perché da Tuzla, Bosnia, non lontano da Sarajevo e a guerra finita, manda in onda per una settimana, in diretta, il telegiornale dell’Emilia-Romagna? O forse per essere stato una volta in Romania post Ceausescu o nelle favelas do Brazil? No. La volta nel Marocco di Re Hassan II, è la traccia mediorientale scoperta dal segugio Gubitosi!
Ora fine degli scherzi. Nulla di personale contro Spoto, ma molto contro una nomina che getta discredito sulla Rai e che offende le complessità sofferenti di Gerusalemme. Forse il caso non è di competenza del Consiglio di amministrazione ma la questione morale che emerge lo è di certo. Se non c’è sponsorizzazione politica, contro certe inavvedute proposte professionali troveremo tutto il Consiglio. Poi un appello privato ai consiglieri della sinistra dalle alte idealità e dai bassissimi toni, allo stimato magistrato Colombo e alla giovane figlia del collega Tobagi: se ci siete date un colpo.
8 luglio 2014
fonte: http://www.remocontro.it
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