Il governo di New Delhi ha annunciato ricorso contro la sentenza del tribunale civile milanese sull'affaire dei 12 elicotteri
 
                        
                    
Ecco la carta vincente che potremmo giocarci per riportare a casa Massimiliano e Salvatore
Un do ut des inconfessabile - economico
 e giudiziario –, quello che potrebbe presto realizzarsi tra l’Italia e 
l’India. La ruota gira e finalmente il coltello dalla parte del manico 
sembra essere tornato nelle nostre mani. Dai giudici milanesi, lo 
zampino che potrebbe riconsegnarci i nostri marò. L’India presenterà 
ricorso in appello contro la sentenza del tribunale civile meneghino che
 ha respinto la richiesta del governo di New Delhi di incassare garanzie
 bancarie per 278 milioni di euro da Finmeccanica, relativamente alla 
cancellazione di un ordine per 12 elicotteri targati Agusta Westland. Il
 Paese asiatico ha stracciato il contratto da 753 milioni lo scorso 
gennaio, dopo che erano emerse presunte tangenti per 68 milioni che 
l’azienda avrebbe pagato a politici e funzionari indiani per ottenere la
 commessa. Una “partita” finita al centro di un’inchiesta per corruzione
 e che ha visto finire in carcere e sul banco degli imputati l’ex 
presidente del colosso della difesa Giuseppe Orsi.
Degli “apparecchi” destinati 
all’elitrasporto dei membri dell’esecutivo indiano ne sono stati 
consegnati solamente 3. “Solo” una trentina, invece, i milioni incassati
 dal governo del paese asiatico, che promette sì battaglia, ma potrebbe 
finalmente cedere e mollare la presa sui fucilieri di Marina. Perché se 
l’India vedrà respingersi anche il ricorso in appello, non avrà altra 
opportunità che cercare un accordo con l’Italia. Segreto, naturalmente. 
Complicato e perché no, illegale. Ma che conviene a tutti. Soldi freschi
 a loro, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre a noi. Un do ut des inconfessabile,
 per l’appunto. Ma per nulla impossibile. Il problema è soltanto uno: 
che la decisione dei giudici milanesi potrebbe non essere celere e 
arrivare non prima di 2 mesi. Troppo tempo per l’Italia e soprattutto 
per i nostri militari. In ostaggio in India da oltre 2 anni, avviliti, 
stanchi, ma sempre speranzosi in un cambiamento di rotta.
La cabala potrebbe sorridere a Renzi e 
al ministro degli Esteri Mogherini, che se dovessero riuscire a centrare
 quella che ormai sembra essere diventata un’impresa impossibile – 
riportare a casa i due marò – salirebbero all’onore delle cronache 
conquistando meriti e riconoscenze a non finire.
Ipotesi, supposizioni, o forse no. Ne 
sapremo di più tra un paio di settimane, probabilmente. Il governo 
italiano tenterà la via del dialogo. Che non significa però cedere a 
compromessi. Ma questa volta trovare una soluzione conviene a tutti. 
Federico Colosimo - 19/03/14
fonte: http://www.ilgiornaleditalia.org

 
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