Che la Rai “fosse uno schifo” non doveva affermarlo Paola
Ferrari, storica giornalista sportiva che dalla televisione di Stato ha
avuto grandi vantaggi.
Ormai gli italiani se ne sono accorti, se è vero come è vero che nel
confronto serale con Mediaset o La7 la percentuale di audience è di gran
lunga a favore delle tivù private, specie con riferimento ai talk-show
di politica. Ma la Rai ha fatto schifo e continua a fare schifo per il
diffondersi della corruzione, con particolare riferimento agli
spettacoli, fra i quali spicca lo scandalo riguardante il Festival di
Sanremo denunciato da due imprenditori arrestati che elargivano mazzette
e che sostengono di aver elargito allo scenografo Riccardo Bocchini
compensi per ottenere assegnazioni di appalti di forniture, tra cui
luci, impianti audio e telecamere. Benissimo ha fatto il direttore
Diaconale, Consigliere di amministrazione della Rai, a chiedere non solo
chiarimenti ma anche informazioni su tanti casi. Ma purtroppo, caro
Arturo, penso che la tua sia una battaglia persa in partenza, visto che
da qualche giorno il Senato ha nominato Mario Morcellini commissario
dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), personaggio
legato a doppio filo con il Partito Democratico. Gli italiani, dopo il
referendum costituzionale, non sono più disposti a sopportare soprusi e
privilegi (tra l’altro pagati a caro prezzo) e pertanto saranno molto
vicini a te, caro Arturo, e a tutti coloro che vorranno unirsi a quella
che è una sacrosanta battaglia; così come sono disposti a sostenere
addirittura l’uomo forte del quale molti parlano per far sì che la
politica cambi radicalmente con il sacrosanto riferimento all’onestà.
Io sostengo che non un solo uomo forte è necessario, ma molti uomini e
donne (e non mancano nel nostro glorioso Paese) che invece di guardare
ai loro interessi abbiano a cuore l’interesse della collettività, in
esecuzione dei veri principi democratici sanciti dalla nostra
Costituzione ancora in vigore. A tal proposito, gli Italiani si sono
accorti da tempo, e lo hanno dimostrato il 4 di dicembre scorso, che la
democrazia in Italia è stata (dal 2011) ignorata dall’allora capo di
Stato, re Giorgio Napolitano, che con la sua strategia ci ha consegnato
prima il disastroso Governo presieduto dal tecnocrate Mario Monti e
successivamente quello presieduto da Enrico Letta, per continuare poi
con il fantasioso Esecutivo presieduto dal pifferaio fiorentino il
quale, comunque, sconfitto al referendum, ha avuto l’onestà
intellettuale di dimettersi lasciando il testimone a Paolo Gentiloni,
nominato da Sergio Mattarella, con quest’ultimo che non si è neanche
posto il problema dell’indispensabile consultazione popolare,
giustificando il suo comportamento con l’attesa della pronuncia della
Corte costituzionale sull’Italicum. Finalmente il mese scorso la Corte
si è pronunciata dichiarando parzialmente illegittima la riforma
elettorale renziana. I nostri parlamentari, con l’avallo sempre del capo
dello Stato - appoggiato anche da re Giorgio che, pur se in pensione,
trova sempre l’occasione di intervenire - si inventano un rinvio per
guadagnare il tempo necessario al successo della loro strategia mirata
al tanto deprecato vitalizio. In favore di questa strategia si è
schierata finanche Forza Italia, che vorrebbe andare al voto quanto
prima, ma con il suo leader a capo dell’intero centrodestra una volta
riabilitato dalla Corte europea.
Ma secondo la maggioranza dei cittadini fa schifo non solo la Rai ma
tutte le istituzioni, che invece di occuparsi del bene comune pensano di
investire 20 miliardi di euro per salvare il Monte dei Paschi di Siena e
altre banche, abbandonando al loro destino i terremotati e i tanti
poveri che sono costretti a sbarcare il lunario godendo solo della
generosità del popolo italiano, mentre gli immigrati clandestini sono
ospitati in hotel di lusso. Una vergogna colossale aggravata dalla
scarsa considerazione dell’Unione europea che pretende altri tre
miliardi, pur conoscendo lo stato di bisogno della gente, minacciando la
procedura di infrazione, per evitare la quale gli italiani già
tartassati dalla pressione fiscale saranno chiamati a fare ulteriori
sacrifici. Parlare di vergogna o di schifo non è la stessa cosa? Fate
voi!
di Titta Sgromo - 10 febbraio 2017
fonte: http://www.opinione.it
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