Vedo che molti, troppi di voi non ragionano con la testa, ma con la
pancia. Sapete cosa significa averli qui? Spero che spostiate l’occhio
dal dito e lo puntiate sulla luna. Il dito sono quei 35/40 € di cui
tutti si riempiono la bocca. E’ una carta moschicida, uno specchio per
le allodole, perchè ogni immigrato ci costa almeno 100€ al dì, ma con i
conti fatti a ca@@o di cane. Se invece li facessimo fare a un bravo
economista e un buon revisore dei conti, considerando anche i costi di
‘salvataggio’ e traghettamento da parte degli scafisti di Stato,
aggiungendo i costi del welfare, della giustizia, della sicurezza, delle
carceri (che per oltre il 40% sono abitate da loro con tanto di
minimoschea) vi accorgereste che sono briciole rispetto al mio progetto di DEMIGRAZIONE.
I costi a cui purtroppo nessuno di voi, o quasi, pensa – e che sono
incommensurabili – sono le ricadute culturali sulla società che bene o
male siamo riusciti a costruire, con i nostri valori e perchè no, anche
disvalori, ma con una storia, una civiltà millenaria, una identità, una
religione, quella cattolica che, prima di essere inquinata dalla
maSSoneria, dai gesuiti e satanisti e mal gestita da questo falso Papa,
era un faro, il faro del Cristianesimo, che a sua volta è stato il faro
del mondo occidentale; insomma una cultura che nel bene e nel male non
ha eguali nel resto del mondo e che per ora viene solo inquinata, tra pochi anni verrà meticciata, e tra molto meno di quello che immaginate, sarà islamizzata. E’ questo, cari miei, il pericolo che corriamo.
Il costo piu’ elevato non è certo quello del denato speso, carta
straccia che viene stampata in tipografia. Le persone, i popoli non si
creano nelle tipografia e quindi guardate la storia, leggete come
l’islam si è imposto, come ha invaso e islamizzato tanti paesi in cui si
è introdotto, quasi sempre con la violenza, ovviamente sotto la
Shari’a.
Quindi, primo: bisogna non farli arrivare. Secondo respingere,
rimpatriare tutti coloro che non hanno nessuna intenzione di sposare i
nostri costumi e le nostre tradizioni, tutti coloro che non rispettano
le nostre leggi (rifiutando di abbandonare la Shari’a) e tutti quelli
che, pensate il paradosso, compiono reati non solo perchè fa parte del
loro Dna, ma per restare qui in attesa di giudizio ed evitare decreti di
espulsione ecc.
Per favore, basta parlare di immigrazione e di poverini che scappano
dalle guerre. Il 95% dei “migranti” che gli scafisti regolari vanno a
prelevare sulle coste libiche per traghettarli in Italia sono islamici.
Bisogna chiamare le persone, ma anche le cose, con il loro nome. Occorre
quindi parlare di invasione e di islamizzazione perchè solo il 5% dei
presunti profughi ottiene poi lo Status di profugo o di rifiugiato.
Bisogna reagire all’importazione di questi soldati islamici, jìhadisti,
tagliagole ispirati da un’ ideologia barbarica, che i
nostri buonisti, affaristi, cooperatori, false organizzazioni
umanitarie, businessman dell’immmigrazionismo, filoimmigrazionisti,
esterofili, filoislamici e convertiti, chiamano religione, addirittura di pace, amore e tolleranza.
Armando Manocchia – - @mail
giovedì, 2, febbraio, 2017
fonte: http://www.imolaoggi.it
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