Ciascuno riconosce al nostro amato premier delle Sinistre, conte
Gentiloni Silveri, profonde competenze in politica estera. Per di più,
potenziate da una raffinata sagacia naturale, un vero sesto senso
infallibile a cogliere gli sviluppi internazionali per impulso del
cuore; una dote rara che rende immensi servizi all’Italia.
E’ grazie a questa dote intuitiva naturale che Gentiloni, mentre
vigeva da ministro degli esteri del Defunto, nel settembre scorso –
al bando ogni prudenza! – s’è recato d’impulso al quartier generale
della campagna della Clinton, ha gridato “Forza Hillary”, e poi,
spostatosi al consolato italiota a New York, ha esortato gli
italo-americani (appositamente invitati) non solo a votare per Hillary,
ma a far campagna per Hillary, denigrando il candidato Trump come
pericolo, e concludendo con la gioiosa ripetizione del suo
entusiasmo:”Forza Hillary!”.
Un vero genio
Così oggi, l’Italia ha nel conte Gentiloni-Silveri Mazzanti
Viendalmare il capo del governo ideale per migliorare i rapporti con
la Superpotenza e nostro principale protettore.
E qualche ora fa il Conte, con fulminea intuizione, ha colto un
altro grande successo per la diplomazia italiana, che è anche un immenso
beneficio per la nazione tutta. Tant’è vero che lui stesso, di solito
così modesto, ha parlato di “Giornata fondamentale, che porta grandi
speranze per il futuro”.
Detto con i titoli delle agenzie di palazzo: “Firmato l’accordo Italia-Libia sui migranti”.
Naturalmente si dovrà scontare l’iperbole, propria dei giornalisti
cortigiani fin dai tempi del Re Sole. “Accordo Italia-Libia” è
appunto un’iperbole epica. Il conte ha firmato un accordo con tale
Fayez Al Sarraj, il quale dice di essere capo di un governo libico, ed
è nemico di un tal generale Haftar, asset della Cia, che dice di
essere capo di un altro governo libico. Più grosso.
“Sarraj ha pochi sostenitori e concentrati nella zona di Tripoli,
mentre Haftar ha con sé l’intera Cirenaica” , notava ancora nel luglio
scorso il generale Carlo Jean. “La mia previsione è che Sarraj perderà
e Haftar vincerà”.
Già allora, infatti, caccia e bombardieri di Usa, Gran Bretagna e
Francia compivano raids “per aiutare il generale libico Khalifa Haftar a
prendere il controllo dell’Est della Libia”, sicchè Carlo Jean
annotava il seguente fatterello: “Sarraj sempre più isolato, con lui
solo l’Italia”.
Da allora, la situazione si è parecchio evoluta. Nel senso che
Haftar ha il solido appoggio della Russia, ormai potenza navale
primaria nel Mediterraneo e di cui Gentiloni, europeista convinto, è
nemico; e soprattutto del potente vicino Egitto del generale Al Sissi.
Quel generale con cui il conte Gentiloni Sivieri si è rovinato i
rapporti (anche lucrosi, per l’ENI) pretendendo sapere da lui, “la
verità su Regeni”, invece che dai servizi britannici che Regeni l’hanno
usato e sacrificato per guastare le relazioni economiche Eni-Cairo…
Ma che importa? Da noi la politica estera si fa col cuore; la mamma
di Regeni vuole che l’Italia rompa con l’Egitto, e noi obbediamo. In
Italia, sono le mamme a definire le linee della politica internazionale.
Le due Vanesse, Regeni, Hillary…
Ricordate “le due Vanesse”, andate in Siria per una cooperazione a
cui nessuno le aveva mandate, infrascatesi coi terroristi loro amiconi,
fattesi da costoro rapire per chiedere un riscatto alla Nazione
Italiana? Anche allora Gentiloni ascoltò il cuore delle mamme loro e
pagò, coi soldi nostri, il riscatto: 16 milioni di euro si disse,
nonostante le smentite. In pratica abbiamo così finanziato la guerra di
alcune milizie anti-Assad per diversi mesi. E’ possibile che qui
Gentiloni abbia anche dato ascolto al suo cuore, il suo personale cuore
che batte per Hillary Clinton, la quale allora, dal Dipartimento di
Stato, si prodigava per finanziare ed armare terroristi islamisti da
lei prescelti. Può darsi che abbia chiesto lei quell’aiuto, può darsi
che il Conte l’abbia dato spontaneamente, interpretando i desideri
della “democratica”. Chissà.
Al cuor, come insegna il Festival di Sanremo, non si comanda.
Sicché è con il cuore – e fidando sull’istintivo infallibile fiuto
con cui valuta i rapporti di forze reali internazionali – che
Gentiloni-SIvieri ha firmato un memorandum con Al Sarraj, in cui costui
– che non governa se non la città di Tripoli, insidiato da attentati
sotto casa – si impegna a frenare il traffico di migranti “che è un
crimine contro l’umanità”, e si impegna a “proteggere la vita degli
immigrati e a rimpatriarli secondo le norme umanitarie”, valori di cui
la “Libia” è oggi fiorentissima propalatrice. E non solo: come ha
spiegato Sarraj, il memorandum consente inoltre “di proteggere i nostri
confini meridionali, che sono permeabili, e insiste sull’offerta di
aiuti alle guardie costiere, fornendo aiuto umanitario agli immigrati
affinché possano essere rimpatriati in maniera umanitaria”.
Quindi Gentiloni Silveri ha promesso un sacco di quattrini al
perdente isolato da tutte le potenze, perché ci vogliono miliardi di
euro, per “proteggere i confini meridionali permeabili” della Libia.
Ma ciò non preoccupa il Conte: “Ne parleremo venerdì a Malta nel
vertice dei capi di Stato e di governo: per dare forza e gambe a questa
intesa, oltre all’impegno dell’Italia che lo farà con fondi già messi a
disposizione nella legge di Stabilità, serve un impegno economico
dell’intera Unione Europea”. Aggiungendo che il memorandum “è solo un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare.”
Come non essere schiacciati di ammirazione davanti a un simile
genio? Talleyrand si vada a nascondere: Gentiloni chiederà fondi
all’Unione Europea! Che certo non mancherà di aprire le sue casse
così generose.. Chi oserà dubitarne, in questo momento storico? Infatti
il Conte ha già in tasca l’assenso convinto del presidente del
consiglio europeo, il polacco Donald Tusk:”La Ue ha dimostrato di
essere capace di chiudere le rotte di migrazioni irregolari, come ha fatto nella rotta del mediterraneo orientale, ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all’Italia”.
Quindi è fatta: arrivano i miliardi. Si decide oggi venerdì a Malta, dove Donald Tusk non sarà più capo del ‘governo’ UE
ma solo un politico polacco trombato al suo paese, i cui impegni
verbali contano meno di nulla. Perfetto,conte Gentiloni-Silveri:
l’intuizione di un Metternich, e l’acume di un Machiavelli messi
insieme (“Forza Hillary!”).
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