di Gian Micalessin da Il Giornale del 6 febbraio 2017
Sono soli, indifesi, facilmente indottrinabili. Così il Califfato
paga i trafficanti per portarli in Europa. In attesa di usarli contro di
noi. E tra questi la categoria più a rischio è quella dei minori non
accompagnati. A raccontarlo non è un volantino della Lega, ma l’ultimo
rapporto di Quilliam, un autorevole centro studi fondato in Inghilterra
da un gruppo ricercatori musulmani convinti che la lotta al
fondamentalismo aiuterà la nascita delle democrazie islamiche.
Per ora il loro contributo fa capire quanto a rischio sia un’Italia
dove, solo nel 2016, sono approdati 181mila migranti, tra cui oltre
25mila minori non accompagnati. «I giovani cercatori di asilo sono il
bersaglio dei gruppi estremisti perché più vulnerabili
all’indottrinamento, più adatti a diventare abili combattenti o, nel
caso delle ragazze, a mettere al mondo nuove generazioni di reclute»
sostiene Nikita Malik, la ricercatrice di Quilliam che ha firmato la
ricerca.
Ma il rapporto intitolato «Refuge, Pathways of Youth Fleeing Extremism»
(«Profugo, percorsi di una gioventù in fuga dall’estremismo») spiega
anche come e perché l’Isis e gli altri gruppi del terrore islamista
siano interessati a sfruttare il fenomeno migranti. Un fenomeno che
oltre a offrire un bacino perfetto per il reclutamento garantisce anche
l’infiltrazione in Europa. E per oliare una macchina già perfetta l’Isis
non esita a finanziare gli apprendisti terroristi pagando i trafficanti
incaricati di portarli in Europa. Tra i punti caldi dello scacchiere
internazionale in cui i giovani rifugiati, spesso in viaggio senza
famiglia, vengono avvicinati e convertiti vi sono quelle coste libiche
diventate l’ultima tappa del lungo viaggio verso l’Italia.
Qui i reclutatori dell’Isis – infiltrati all’interno dei centri di
detenzione per migranti o nelle case «deposito» in cui i trafficanti
«immagazzinano» i «carichi umani» destinati all’imbarco – offrono fino a
mille dollari ai volontari pronti a giurar fedeltà all’organizzazione.
Ma più importante del denaro, equivalente, guarda caso, al costo medio
della traversata, è la garanzia di un viaggio «sicuro» a bordo di
barconi in buone condizioni e alla larga da quei micidiali comparti
sottoponte in cui vengono ammassati gli africani privi di «protezioni».
In altri casi, stando all’indagine, il reclutamento avviene già ad Al
Qatrun, una cittadina all’estremo sud ovest libico non lontano dal
confine con il Niger, dove i migranti vengono consegnati ai trafficanti
incaricati di farli arrivare prima a Sahba e poi sulle coste del
Mediterraneo. Ad Al Qatrun i reclutatori dello Stato Islamico, presente
in forze nelle zone desertiche circostanti la città, arruolano sia le
reclute destinate a rafforzare la compagine libica sia quelle, più
selezionate, scelte per garantire un’adeguata infiltrazione nei paesi
europei.
«Mentre gli altri migranti sono costretti a pagare fino a 560 dollari
per arrivare alle coste del Mediterraneo spiegano gli autori del
rapporto – lo Stato Islamico offre passaggi gratis a quelli desiderosi
di farne parte garantendo loro anche un maggior livello di sicurezza».
Altri «punti caldi» per il reclutamento sono quei campi profughi del
Libano, della Giordania e della Turchia da cui proviene la maggior parte
dei migranti siriani a cui l’Italia e gli altri paesi europei
garantiscono procedure privilegiate per la concessione dell’asilo.
«L’Isis è famoso per aver utilizzato incentivi finanziari destinati
al reclutamento nei campi di Libano e Giordania arrivando a spendere
fino a 2000 dollari per l’arruolamento in entrambi i paesi» ricorda il
rapporto. E proprio in quei paesi l’adescamento di minori raggiunge le
percentuali più alte. «Giovani e bambini reclutati o trafficati
rappresentano una risorsa assai importante per l’Isis – nota il rapporto
di Quilliam perché garantiscono al gruppo un futuro come stato».
Foto http://minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it/
fonte: http://www.analisidifesa.it/
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