Organizzare
e inquadrare migliaia e migliaia di persone comporta strutture e soldi.
Tanti. E spunta il nome del solito Soros. Potremmo parlare di
avvertimento mafioso in grande stile. Nell’entusiasmo, Repubblica e
Huffington Post pubblicano le foto di una manifestazione del 1995… Tra
le “colpe” del neopresidente c’è la cancellazione del frociospazio dal
sito della Casa Bianca.
Non
vale la pena soffermarsi più di tanto sul singolare concetto
progressista di democrazia selettiva, in base al quale il popolo
“sovrano” diventa pecorume ignorante quando non vota secondo le
aspettative di lorsignori.
L’elezione di Trump ha comportato per il potere dominante una serie
di colpi a catena non indifferente. Anzitutto, la votazione. Gli
americani hanno contravvenuto agli ordini e non hanno mandato alla Casa
Bianca l’erede designata di Obama. Poi i tentativi goffi di
invalidazione del voto, con le voci di oscure manovre russe e promesse
di “prove”, ovviamente mai esibite. Infine, spes ultima dea, la speranza che i “Grandi elettori” ribaltassero il voto popolare.
Vanno capiti, poveretti. Fino al giorno 20, quando Trump è divenuto
presidente a tutti gli effetti, si sono aggrappati a tutte le speranze,
anche le più assurde. Vanno capiti, perché chi vive nell’assoluta
convinzione di rappresentare il Giusto e il Bene non ha la struttura
mentale per immaginare la possibilità di essere smentito e sconfitto.
Però c’è un dato di fatto, molto preoccupante, del qual tener conto. Le grottesche “marce delle donne” contro Trump (clicca qui),
tenute in diverse città del mondo, non sono solo manifestazioni di
isteria collettiva. Lo sono di certo, perché la “truppa”, in questo
genere di cose, deve avere un buon tasso di isteria, sufficiente almeno a
far perdere il senso del ridicolo. Né è difficile, secoli di storia lo
dimostrano, suggestionare le folle. Nel caso specifico di Trump il
lavoro di suggestione è stato massiccio, tant’è che moltissime persone
erano e sono pronte a giurare che Trump rappresenta il “Male assoluto”.
Se poi chiedi il perché, in genere il massimo della risposta è che Trump
sarebbe “fascista”. Col che, si scade nel comico.
Ma fin qui, non c’è nulla di nuovo. Chi, come il sottoscritto, ha
fatto profonda esperienza del sessantotto e delle sue metodologie, non
si stupisce per queste cose.
Però proprio l’esperienza del sessantotto ha insegnato anche che
inquadrare masse di persone e organizzare manifestazioni ha un bel costo
e richiede adeguate strutture. Ai “bei tempi” il vecchio Partito
Comunista investì un sacco di quattrini per organizzare le
manifestazioni di malviventi che resero a lungo invivibili non solo le
scuole e le università, ma anche le città. Ma eravamo ancora, in un
certo senso, all’artigianato. Il PCI, creato il killer di nome Movimento
Studentesco, stipendiando tal Mario Capanna per fare il rivoluzionario
full-time, in fondo mobilitava qualche migliaio di esaltati.
Nel caso delle manifestazioni Anti-Trump abbiamo visto numeri ben più
imponenti, nonché diverse città impegnate. Una vera organizzazione con
una disponibilità notevole di quattrini. Roba da farci un’altra Piazza
Maidan, se qualcuno ricorda il colossale imbroglio della “spontanea”
rivolta ucraina…
Certo,
poi i numeri imponenti vengono ulteriormente gonfiati dallo zelo dei
cortigiani e così capita che Repubblica e Huffington Post pubblichino
foto di una manifestazione del 1995 (clicca qui).
Ma i quattro fessacchiotti di casa nostra ci interessano ben poco.
Domani sarebbero pronti a incensare anche Biancaneve e i Sette Nani, se
fossero sicuri che il potere e i quattrini vengono dal bosco dove la
principessa aveva cercato rifugio.
È invece interessante leggere che a tenere i fili delle burattine e
dei burattini che hanno sfilato contro Trump spunta il solito nome,
George Soros (clicca qui), che direttamente o indirettamente ha finanziato le “spontanee” manifestazioni.
Ora, un figuro come Soros non butta certo soldi a casaccio. A cosa
mirano le sue varie associazioni e fondazioni è cosa ben nota. Così
tutta la faccenda ha il sapore di un classico avvertimento di tipo
mafioso: “Caro Trump, ok, per ora hai vinto tu. Però vedi bene cosa
siamo in grado di fare. Se necessario, sapremo buttarti giù al momento
giusto. Riga dritto”.
Bisogna infatti tenere conto di un fatto: Trump è arrivato al potere
per volontà libera degli elettori americani, ma deve fare i conti con un
potere effettivo, rappresentato ottimamente negli otto anni di Obama,
che è tutt’altro che sconfitto e che ha sparso i suoi germi infetti
dovunque. Basta vedere i contrasti subito nati tra il neopresidente e i
responsabili di servizi importanti come la CIA e l’FBI.
Riuscirà Trump a tenere testa alla mafia finanziaria, sodomitica e
massona che ha in mano tanta parte del potere, in America e nel mondo?
Ce lo auguriamo, per lui (e per l’America, ovviamente) e per noi, ben
sapendo quanta influenza ha il potere americano sulle faccende di casa
nostra.
Speriamo che non cerchino troppo presto di fargli la pelle, e
soprattutto che non ci riescano. Il nuovo presidente americano di sicuro
conosce questi rischi, che fanno parte del mestiere, ma nel suo caso
sono ingigantiti, perché lui ha conquistato il potere “abusivamente”,
ossia contro il volere delle mafie.
Fegato ha già mostrato di averne, perché la cancellazione del
frociospazio dal sito della Casa Bianca è un gesto chiaro contro un
apparato che ha nella diffusione delle perversioni uno dei punti di
forza del proprio piano distruttivo.
Non so, ma non credo, che Trump sia un angelo. Di sicuro è un vero
demone la sua avvizzita e sconfitta avversaria. Quindi, anch’io faccio
tanti auguri a Trump, perché possa fare qualcosa di buono per il suo
Paese e per il mondo.
Guittone Dal Viva d’Arezzo, poeta del XIII secolo, scriveva a Ser
Orlando da Chiuse: “… se ‘l tempo è stato torto,/par che dirizzi
aguale;/per che parrà chi vale”. (se il tempo finora è stato avverso,
ora pare che volga al bello; per cui si mostrerà finalmente chi abbia
valore).
Con i migliori auguri di farcela. Guardandosi le spalle.
fonte: http://www.riscossacristiana.it
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