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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

24/01/17

La “Marcia delle donne contro Trump”. Non è solo isteria, c’è di peggio

Organizzare e inquadrare migliaia e migliaia di persone comporta strutture e soldi. Tanti. E spunta il nome del solito Soros. Potremmo parlare di avvertimento mafioso in grande stile. Nell’entusiasmo, Repubblica e Huffington Post pubblicano le foto di una manifestazione del 1995… Tra le “colpe” del neopresidente c’è la cancellazione del frociospazio dal sito della Casa Bianca.


 

Non vale la pena soffermarsi più di tanto sul singolare concetto progressista di democrazia selettiva, in base al quale il popolo “sovrano” diventa pecorume ignorante quando non vota secondo le aspettative di lorsignori.
L’elezione di Trump ha comportato per il potere dominante una serie di colpi a catena non indifferente. Anzitutto, la votazione. Gli americani hanno contravvenuto agli ordini e non hanno mandato alla Casa Bianca l’erede designata di Obama. Poi i tentativi goffi di invalidazione del voto, con le voci di oscure manovre russe e promesse di “prove”, ovviamente mai esibite. Infine, spes ultima dea, la speranza che i “Grandi elettori” ribaltassero il voto popolare.
Vanno capiti, poveretti. Fino al giorno 20, quando Trump è divenuto presidente a tutti gli effetti, si sono aggrappati a tutte le speranze, anche le più assurde. Vanno capiti, perché chi vive nell’assoluta convinzione di rappresentare il Giusto e il Bene non ha la struttura mentale per immaginare la possibilità di essere smentito e sconfitto.
Però c’è un dato di fatto, molto preoccupante, del qual tener conto. Le grottesche “marce delle donne” contro Trump (clicca qui), tenute in diverse città del mondo, non sono solo manifestazioni di isteria collettiva. Lo sono di certo, perché la “truppa”, in questo genere di cose, deve avere un buon tasso di isteria, sufficiente almeno a far perdere il senso del ridicolo. Né è difficile, secoli di storia lo dimostrano, suggestionare le folle. Nel caso specifico di Trump il lavoro di suggestione è stato massiccio, tant’è che moltissime persone erano e sono pronte a giurare che Trump rappresenta il “Male assoluto”. Se poi chiedi il perché, in genere il massimo della risposta è che Trump sarebbe “fascista”. Col che, si scade nel comico.
Ma fin qui, non c’è nulla di nuovo. Chi, come il sottoscritto, ha fatto profonda esperienza del sessantotto e delle sue metodologie, non si stupisce per queste cose.
Però proprio l’esperienza del sessantotto ha insegnato anche che inquadrare masse di persone e organizzare manifestazioni ha un bel costo e richiede adeguate strutture. Ai “bei tempi” il vecchio Partito Comunista investì un sacco di quattrini per organizzare le manifestazioni di malviventi che resero a lungo invivibili non solo le scuole e le università, ma anche le città. Ma eravamo ancora, in un certo senso, all’artigianato. Il PCI, creato il killer di nome Movimento Studentesco, stipendiando tal Mario Capanna per fare il rivoluzionario full-time, in fondo mobilitava qualche migliaio di esaltati.
Nel caso delle manifestazioni Anti-Trump abbiamo visto numeri ben più imponenti, nonché diverse città impegnate. Una vera organizzazione con una disponibilità notevole di quattrini. Roba da farci un’altra Piazza Maidan, se qualcuno ricorda il colossale imbroglio della “spontanea” rivolta ucraina…

 

Certo, poi i numeri imponenti vengono ulteriormente gonfiati dallo zelo dei cortigiani e così capita che Repubblica e Huffington Post pubblichino foto di una manifestazione del 1995 (clicca qui). Ma i quattro fessacchiotti di casa nostra ci interessano ben poco. Domani sarebbero pronti a incensare anche Biancaneve e i Sette Nani, se fossero sicuri che il potere e i quattrini vengono dal bosco dove la principessa aveva cercato rifugio.
È invece interessante leggere che a tenere i fili delle burattine e dei burattini che hanno sfilato contro Trump spunta il solito nome, George Soros (clicca qui), che direttamente o indirettamente ha finanziato le “spontanee” manifestazioni.
Ora, un figuro come Soros non butta certo soldi a casaccio. A cosa mirano le sue varie associazioni e fondazioni è cosa ben nota. Così tutta la faccenda ha il sapore di un classico avvertimento di tipo mafioso: “Caro Trump, ok, per ora hai vinto tu. Però vedi bene cosa siamo in grado di fare. Se necessario, sapremo buttarti giù al momento giusto. Riga dritto”.
Bisogna infatti tenere conto di un fatto: Trump è arrivato al potere per volontà libera degli elettori americani, ma deve fare i conti con un potere effettivo, rappresentato ottimamente negli otto anni di Obama, che è tutt’altro che sconfitto e che ha sparso i suoi germi infetti dovunque. Basta vedere i contrasti subito nati tra il neopresidente e i responsabili di servizi importanti come la CIA e l’FBI.
Riuscirà Trump a tenere testa alla mafia finanziaria, sodomitica e massona che ha in mano tanta parte del potere, in America e nel mondo? Ce lo auguriamo, per lui (e per l’America, ovviamente) e per noi, ben sapendo quanta influenza ha il potere americano sulle faccende di casa nostra.
Speriamo che non cerchino troppo presto di fargli la pelle, e soprattutto che non ci riescano. Il nuovo presidente americano di sicuro conosce questi rischi, che fanno parte del mestiere, ma nel suo caso sono ingigantiti, perché lui ha conquistato il potere “abusivamente”, ossia contro il volere delle mafie.
Fegato ha già mostrato di averne, perché la cancellazione del frociospazio dal sito della Casa Bianca è un gesto chiaro contro un apparato che ha nella diffusione delle perversioni uno dei punti di forza del proprio piano distruttivo.
Non so, ma non credo, che Trump sia un angelo. Di sicuro è un vero demone la sua avvizzita e sconfitta avversaria. Quindi, anch’io faccio tanti auguri a Trump, perché possa fare qualcosa di buono per il suo Paese e per il mondo.
Guittone Dal Viva d’Arezzo, poeta del XIII secolo, scriveva a Ser Orlando da Chiuse: “… se ‘l tempo è stato torto,/par che dirizzi aguale;/per che parrà chi vale”. (se il tempo finora è stato avverso, ora pare che volga al bello; per cui si mostrerà finalmente chi abbia valore).
Con i migliori auguri di farcela. Guardandosi le spalle.

di Paolo Deotto - 23 gennaio 2017
fonte: http://www.riscossacristiana.it


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