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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

17/05/16

Jobs Act: una frode a tutto tondo





Dal momento in cui il cosiddetto “Jobs Act” – la Riforma del Lavoro – è stato approvato, gli unici a decantarne le caratteristiche positive, sono stati i componenti del governo, Renzi in testa, e anche, le oltre 60.000 imprese nazionali che, a vario titolo, hanno usufruito delle agevolazioni economiche previste dalla legge per quei datori di lavoro che avessero assunto – per tre anni – personale con contratto a tempo “indeterminato”. Il virgolettato è d’obbligo, dal momento che, gli assunti dopo la ratifica del Jobs Act, di fatto, non hanno le stesse garanzie di coloro che, un contratto a tempo indeterminato, hanno avuto la fortuna di firmarlo prima della Riforma.
Per mesi, il governo ha dichiarato falsi numeri, relativi a “nuovi posti di lavoro” ottenuti “grazie al Jobs act”. In realtà, nella maggior parte dei casi – parliamo di oltre 700.000 “nuovi posti di lavoro” - si tratta di riconversioni di contratti di lavoro già in essere. In pratica, i datori di lavoro che avevano contrattualizzato le risorse umane con contratti a termine, non hanno fatto altro che convertirli in contratti a tempo indeterminato, ben sapendo peraltro che, allo scadere dei tre anni validi per intascare le agevolazioni fiscali che possono arrivare fino alla cifra di 8.060 euro per ogni contratto di assunzione.
Facendo una semplice operazione aritmetica, un datore di lavoro, che abbia riconvertito un contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, ottiene – nel triennio – uno sgravio fiscale che può arrivare a 24.000 euro. Non poco, considerando i tempi.
Peccato che, il lavoratore contrattualizzato a tempo indeterminato, solo grazie al Jobs Act, può essere licenziato immediatamente allo scadere del triennio, e di conseguenza, gli unici ad aver avuto vantaggi da questa riforma del mercato del lavoro, siano stati solo il governo, che propaganda dati in maniera assolutamente falsa, e dall’altra, le imprese, che si garantiscono non tanto forza lavoro, bensì sgravi fiscali, e restano nella totale libertà di poter licenziare il lavoratore in qualsiasi momento.
C’è un’altra categoria, che si è avvantaggiata moltissimo delle norme contenute nel Jobs Act: sono quelle oltre 60,000 imprese italiane che, in maniera del tutto illegale, hanno intascato le agevolazioni fiscali, senza però aver materialmente dato lavoro a una sola persona.
Hanno semplicemente dichiarato il falso all’Agenzia delle Entrate, intascato una generosa fetta del finanziamento dedicato agli sgravi fiscali per le imprese che assumono – si parla di circa 100.000 finti contratti di lavoro - e di fatto, turlupinato un’intera popolazione.
Considerando peraltro che, il finanziamento messo sul piatto della propaganda politica dal Governo Renzi, nella realtà dei fatti lo paga ogni singolo contribuente, anche chi il lavoro lo ha perso da anni, o lavora con contratti precari, la realtà del Jobs Act si riduce solo a una cosa: la popolazione italiana è stata frodata più volte. Dal governo, che sa perfettamente che l’unica cosa vera, realizzata attraverso il Jobs Act, è stata la cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che lo cautelava dai licenziamenti senza giusta causa.
Oltre ciò, resta l’amaro in bocca, sapendo che ognuno di noi sta pagando a caro prezzo le agevolazioni fiscali date sia alle imprese che hanno o riconvertito i contratti a termine o assunto nuovi lavoratori, e le oltre 60.000 imprese che non hanno dato lavoro, ma hanno intascato milioni di euro.
Il Ministro Poletti tuona: “Le imprese che hanno frodato, pagheranno pesantemente”. Non ci ha ancora spiegato come queste imprese “pagheranno pesantemente” e nemmeno come noi cittadini verremo risarciti di questa truffa che, ribadisco, in ogni caso paghiamo noi. Inoltre, attenzione ai dati sventolati dal governo: ai “700.000 nuovi contratti di lavoro”, infatti, oltre a dover fare la tara tra i veri nuovi contratti di lavoro e quelli che sono stati solo convertiti, è necessario sottrarre i 100.000 finti contratti di lavoro falsamente accesi dalle oltre 60.000 imprese che hanno solo approfittato di tutti.
Ancora una volta, sulla pelle e sul denaro della gente comune, si fa solo bieca demagogia. Il problema più grande, è che molti cittadini ci credono, ai dati, alla propaganda, all’”Italia che avanza”…
Vi invito a seguire il video che trovate a questo linkRenzi parla del Jobs Act appena approvato, e dichiara che 200.000 contratti di lavoro saranno semplicemente convertiti...

16 maggio 2016 


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