Un attacco di pirati ad un mercantile italiano nel golfo di
Aden sventato dai militari del Nucleo di protezione a bordo del cargo.
Ancora Marò come Nucleo di Protezione Militare a bordo di un mercantile
partito dal porto di Gibuti e diretto al porto di Mascate, in Oman.
Marò e non contractor
L’annuncio da parte dello Stato maggiore della Marina, che ci
racconta come ieri alle 11 ora italiana, i marò imbarcati come Nucleo di
Protezione Militare hanno evitato un tentativo di attacco da alcuni
pirati a bordo di 6 imbarcazioni veloci. Nome della nave sconosciuto,
come quello dell’ ufficiale di Cincnav che la notte dell’incidente
Enrica Lexie autorizzò il comandante e a fare rotta verso l’India
consegnando i due marò alla detenzione. Comunque, per questa operazione
solo applausi.
La marina sottolinea che «non sono stati riportati danni al personale di bordo e al mercantile, e la nave è ora fuori pericolo». In seguito all’attacco e all’allarme lanciato dal marcantile minecciato, il pattugliatore d’altura della Marina “Comandante Cigala Fulgosi”, dotato di elicottero e già presente nell’area, si è diretto verso il mercantile italiano per fornire supporto. Le dinamiche dell’attacco non sono state resa note ma, evidentemente, contro un elicottero e una nave da guerra non c’era partita.
Sui Nuclei di Protezione Militare e contractor privati nulla è ancora oggi chiaro e trasparente mente i due fucilieri di marina sulla Lexie restano nelle mani di una burocrazia inefficiente e nazionalista. La questione Marò come ‘regalo’ con lo sconto agli armatori pesa sul vecchio governo Berlusconi, ministro La Russa, come un macigno. Molti hanno favorito e molti altri hanno mentito. Sui Contractor antipirateria e su chi si appresta a farne un affare si occuperà ancora RemoContro.
Un dubbio dal passato per assaggio verso il presente. La “bulk carrier” Montecristo della Dalmare sequestrata nell’ottobre 2011 al largo della Somalia. 23 persone di equipaggio compreso un nucleo di specialisti antipirateria, “Non armati”, si precisa e si fa finta di crederci. Asserragliati nella “Cittadella blindata”, resistono sino all’intervento liberatore di marines inglesi. C’è persino la favola di una bottiglia con messaggio di soccorso gettata a mare. La piaggeria sciocca esagera sempre.
Per il momento ci accontentiamo di quella vecchia e indorata storia andando ad aggiungere che sulla Montecristo del gruppo D’Alessio di Livorno c’erano quattro “addetti alla sicurezza disarmati”, che non si capisce bene come potessero garantire la sicurezza stessa fornendo semplici consigli al comandante. Per fortuna sappiamo che tra loro c’era almeno un ex volontario dell’Esercito, forse un tenente, a giustificare un esborso armatoriale decisamente più alto che avere militari in prestito.
Ennio Remondino - 23 aprile 2014
fonte: http://www.remocontro.it
La marina sottolinea che «non sono stati riportati danni al personale di bordo e al mercantile, e la nave è ora fuori pericolo». In seguito all’attacco e all’allarme lanciato dal marcantile minecciato, il pattugliatore d’altura della Marina “Comandante Cigala Fulgosi”, dotato di elicottero e già presente nell’area, si è diretto verso il mercantile italiano per fornire supporto. Le dinamiche dell’attacco non sono state resa note ma, evidentemente, contro un elicottero e una nave da guerra non c’era partita.
Sui Nuclei di Protezione Militare e contractor privati nulla è ancora oggi chiaro e trasparente mente i due fucilieri di marina sulla Lexie restano nelle mani di una burocrazia inefficiente e nazionalista. La questione Marò come ‘regalo’ con lo sconto agli armatori pesa sul vecchio governo Berlusconi, ministro La Russa, come un macigno. Molti hanno favorito e molti altri hanno mentito. Sui Contractor antipirateria e su chi si appresta a farne un affare si occuperà ancora RemoContro.
Un dubbio dal passato per assaggio verso il presente. La “bulk carrier” Montecristo della Dalmare sequestrata nell’ottobre 2011 al largo della Somalia. 23 persone di equipaggio compreso un nucleo di specialisti antipirateria, “Non armati”, si precisa e si fa finta di crederci. Asserragliati nella “Cittadella blindata”, resistono sino all’intervento liberatore di marines inglesi. C’è persino la favola di una bottiglia con messaggio di soccorso gettata a mare. La piaggeria sciocca esagera sempre.
Per il momento ci accontentiamo di quella vecchia e indorata storia andando ad aggiungere che sulla Montecristo del gruppo D’Alessio di Livorno c’erano quattro “addetti alla sicurezza disarmati”, che non si capisce bene come potessero garantire la sicurezza stessa fornendo semplici consigli al comandante. Per fortuna sappiamo che tra loro c’era almeno un ex volontario dell’Esercito, forse un tenente, a giustificare un esborso armatoriale decisamente più alto che avere militari in prestito.
Ennio Remondino - 23 aprile 2014
fonte: http://www.remocontro.it
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