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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

24/02/17

Nube radioattiva attraversa l’Europa




Da gennaio a pochi giorni fa una nube radioattiva ha attraversato tutta l’Europa da est a ovest, dalla Russia fino alla Spagna. E senza che nessuno dicesse niente.
A dare la notizia che una nuvola di radiazioni nucleari prodotte da iodio 131 hanno interessato quasi tutta l’Europa è stato il giornale britannico Daily Mirror, che ha sottolineato che non ci sarebbero pericoli per la popolazione. A ribadirlo è stata Astrid Liland, della Norwegian Radiation Protection Authority, che ha affermato che “Le misure di radioattività rilevate durante il mese di gennaio, pur essendo al di sopra della media, erano a valori estremamente bassi e non creavano alcuna preoccupazione per l’uomo o per l’ambiente”. Anche l’autorità francese per la sicurezza nucleare ha reso noto che il livello di radioattività in atmosfera e, in particolare, in prossimità del suolo “non sollevava alcuna preoccupazione per la salute, e che dagli inizi di febbraio la situazione è tornata alla normalità”.
Un basso livello di pericolosità legato anche al fatto che questo isotopo ha una vita limitata (statisticamente, ogni 8 giorni la quantità in atmosfera si dimezza) che non giustifica il fatto che da una base britannica si è subito alzato in volo un quadrigetto “WC-135 Costant Phoenix” (noto come il “cane da fiuto” delle esplosioni nucleari), di proprietà statunitense, in cerca di tracce anche minime di sostanze radioattive. Anche il Pentagono ufficialmente non ha fornito particolari sulla natura della missione dell’aereo, che fino ad oggi era stato impiegato in Europa molto raramente.
Resta ignota provenienza e le cause delle radiazioni. Tra le ipotesi più accreditate quella che si sia trattato di una fuga da una delle industrie che producono strumenti per la sanità: lo iodio 131 é infatti largamente usato per curare i tumori. Proprio pochi giorni prima che venissero rilevati questi livelli anomali di sostanze radioattive nell’atmosfera, sulla rivista Plos era stato pubblicato uno studio sui modelli di diffusione atmosferica dello iodio 131. E l’articolo riportava proprio di un caso analogo verificatosi nel 2011: a causare l’emissione di sostanze radioattive allora era stato un guasto ai sistemi di filtraggio dell’Institute of Isotopes di Budapest, in Ungheria, dove si producono isotopi radioattivi per la ricerca e per la medicina nucleare.
Ciò che più di ogni altra cosa ha sorpreso, però, è stato il silenzio di tutte le autorità dell’Unione Europea: nessuno ha detto niente né è stato pubblicato alcun comunicato ufficiale sull’accaduto. Una cosa di una certa gravità dato che il problema non ha riguardato solo uno stato ma praticamente tutti i paesi dell’Unione (tranne poche eccezioni), dalla Norvegia alla Finlandia fino alla Polonia, alla Repubblica Ceca, alla Germania, alla Francia e alla Spagna.

i C. alessandro Mauceri – 23 febbraio 2017

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