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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

26/10/16

Sempre più italiani alla Caritas, ma il Governo vede solo i clandestini



                                      

La realtà è un cazzotto in faccia che ci arriva da Mike Tyson e ci lascia a terra inermi. L’ultimo dossier sulla povertà fa gelare il sangue nelle vene. Nei centri della Caritas del sud Italia vengono aiutati più italiani che immigrati. Il rapporto redatto dall’organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) lascia poco spazio alla fantasia, il 66% di quelli che hanno richiesto aiuto recitano italiani sulla carta d’identità. I dati del 2015 fanno piangere, la nostra gente, lo dicono anche i numeri, deve essere aiutata e le istituzioni non possono più far finta di nulla. “A livello nazionale il peso dei migranti continua a essere maggioritario, con una percentuale che si aggira attorno al 57%, ma nel Mezzogiorno, gli italiani hanno sorpassato gli stranieri con il 66,6%”, questo si legge su Il Giornale. I centri Cartitas presi d’assalto, uomini e donne d’Italia senza un futuro dimenticati dal governo che brandisce referendum, invocando la crescita economica ed il rilancio, mentre il popolo è affamato. “Se non hanno più pane, che mangino brioche”, la frase che fu attribuita a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, può essere stata tranquillamente pronunciata da Matteo Renzi in gita alla Casa Bianca. L’allegria degli yes man non porta sollievo, porta rancore e rabbia per chi vede crollare tutto attorno ai propri occhi. 

Nello specifico, sempre sul quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, si legge: “tra i beneficiari dell’ascolto e dell’accompagnamento prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Il titolo di studio più diffuso è la licenza media-inferiore (41,4%); a seguire, la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentato il 60,8% del totale”. Una carneficina, in ginocchio aspettando che il boia recida la nostra testa. La povertà ha falcidiato questa nazione, l’ha resa carne da macello e nel mentre gli italiani non ce la fanno più. Il 76,9% di chi chiede aiuto alla Caritas ha gravi problemi di degenza economica. Ma le amministrazioni comunali, regionali e nazionali sorridono solo ai clandestini. Con quel sorriso beffardo che umilia i figli di Dante Alighieri. A volte mi chiedo se i politici leggano questi dati, se li annusino, se li ascoltino e se ci riflettano. Ridono indicandoci, siamo allocchi per le loro. Pensano che siamo spacciati, anzi ci vogliono senza speranze. Saremo, invece, pronti a tutto pur di non perire. 

Quando parlo con le persone, mi confronto e cerco di portare avanti le mie tesi, qualcuno mi chiede se il mio pensiero non sia frutto del complottismo. Come può esserlo rispondo, basta fare un giro tra le vie delle nostre città e fermarsi a fare la spesa al mercato. Avete provato, recentemente, a girare tra le bancarelle? La desolazione. Il tramonto del commercio, i volti che una volta erano gioiosi, che invitavano ad acquistare sono stati sostituiti da maschere di cera. La gente non ha danaro, non spende ed il tempo ha visto l’esplosione di ambulanti stranieri che vendono merce di scarsa qualità a prezzi ridicoli. Questa è la realtà. La stessa che ci porta a vedere sempre più persone rovistare, a fine mercato, tra gli scarti dei banchi di frutta e verdura. Sono italiani ed il nostro tricolore, ogni volta che si verifica una scena del genere, si affloscia inerme senza vita. 
In una vecchia intervista su Il Foglio, Renaud Camus, padre del concetto della Grande Sostituzione, ci indica il ricambio che sta subendo il nostro popolo, ormai imbelle: “La Francia è come una vecchia badante che alleva i figli di un altro popolo. E devi essere davvero vanitoso, naif se pensi che questi popoli abbiano la stessa idea di nazione, di cultura, di civiltà, di identità. Questo ‘sostituismo’, come lo chiamo io, è la base ideologia della Grande Sostituzione, è una concezione dell’esistenza. E’ una ideologia della intercambiabilità. E le condizioni sono la Grande Esculturazione, l’insegnamento dell’oblio, l’industria dell’ebetudine”. Vittime di noi stessi, marciamo inesorabilmente verso la fine dei nostri giorni. 
Siamo un giocattolo rotto da buttare via, ma non vogliono dircelo. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ed il capo del Dipartimento per l’Immigrazione del ministero dell’Interno, Mario Morcone, mentono sapendo di mentire. Hanno avuto il coraggio di dichiarare che l’accoglienza degli immigrati ci costa un miliardo e 200 milioni di euro all’anno. Anzi, “ampiamente sotto quello che i migranti che vivono nel nostro paese e lavorano legittimamente ci restituiscono sotto forma di pil”. Ci trattano come infanti cercando di raggirarci. Per contro Massimo Blasoni, presidente di ImpresaLavoro, sulle colonne de La Verità afferma limpidamente, l’aumento “che i costi per la gestione di questa emergenza – riferito agli sbarchi, ndr – stanno crescendo esponenzialmente di anno in anno”. Negli ultimi cinque anni, dal 2011, abbiamo speso 11,7 miliardi di euro per accogliere i clandestini. Follia. Solo quest’anno 4,115 miliardi che dal 2017 diventeranno 4,175 miliardi. Assurdo. Questo danaro doveva essere convogliato verso i disoccupati, verso gli anziani, verso le fasce reddituali più deboli, ma sopratutto verso gli italiani che vengono prima di ogni discorso di aiuto verso terze persone.
Il disegno delle lobby mondiali, quelle che gestiscono veramente il potere, si sta realizzando. Il popolo tricolore sta diventando, piano piano, sempre più povero e andrà, inesorabilmente, incontro all’estinzione. L’invasione incontrollata, da parte degli immigrati, insieme al loro mantenimento, operato in maniera maniacale dal governo nostrano, ci sta portando alla deriva. Le casse dello Stato sono sempre più vuote ed il pericolo dell’islamizzazione, come ho avuto modo di scrivere recentemente, ci porterà verso il punto di non ritorno. Urge una rivoluzione, perché se non ci ribelliamo saremo destinati a partire le pene dell’inferno. E per tutto quello che abbiamo dato al mondo e alla storia non lo meritiamo.

(foto di repertorio)

dal blog Avanti Senza Paura di Anrea Pasini - 23 ottobre 2016
fonte: http://blog.ilgiornale.it

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