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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

08/05/16

Caso Marò: gli errori commessi dall’Italia

La strada tracciata dell’Arbitrato internazionale nel giudicare la vicenda dei due fucilieri della Marina appare sempre più un percorso accidentato. Quando e perché il nostro Paese ha compiuto degli sbagli imperdonabili
Members of the navy security team of Napoli registered Italian merchant vessel Enrica Lexie are taken for interrogation by the Indian police in Kochi


Da quarantanove mesi le relazioni tra Italia e India sono tempestose a causa della vicenda che vede due fucilieri di marina del Battaglione San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, di fatto ostaggi nelle mani della giustizia indiana per l’accusa di aver ucciso il 15 febbraio del 2012 due pescatori scambiati per pirati.

Da allora molte città italiane sono state tappezzate di manifesti con la scritta “Riportiamo a casa i nostri marò” ma, nonostante una confusa e frenetica serie di iniziative nel nostro Paese, i due sottufficiali della Marina Militare restano avviluppati in una apparentemente inestricabile rete di garbugli legali che rende la loro sorte tutt’altro che certa.

Dal settembre del 2014 Massimiliano Latorre si trova in Italia per sottoporsi a delle cure dopo essere stato colpito da un’ischemia cerebrale verosimilmente legata alle condizioni di stress nelle quali è stato costretto a vivere in questi ultimi anni. Salvo improvvisi cambiamenti di programma, tra poco meno di due settimane dovrebbe tornare in India, essendo scaduti i termini della convalescenza accordatigli dalle autorità di New Dheli.

A che punto è l’esame del tribunale dell’Aja
Il caso dei marò è attualmente all’esame della Corte permanente di Arbitrato dell’Aja dopo essere stato sottratto alla giurisdizione dell’autorità giudiziaria indiana, che negli ultimi quattro anni si è dimostrata praticamente incapace di formulare un’accusa formale contro i due fucilieri di Marina.

Secondo le valutazioni più ottimistiche, il tribunale dell’Aja impiegherà almeno altri quattro anni per dare una risposta definitiva alla vicenda. Si tratta di un lasso di tempo incompatibile non solo con le esigenze più elementari di giustizia ma anche con la necessità di riconsegnare a una vita normale due servitori dello Stato italiano le cui eventuali responsabilità penali sono ben lungi dall’essere state accertate in maniera chiara e definitiva.

Gli sbagli dell’Italia
Ma come si è arrivati a questa condizione apparentemente inestricabile? Ci si è arrivati grazie a una serie imperdonabile di errori, colposi e dolosi, compiuti alle spalle dei due sottufficiali. Ne citeremo solo i due più gravi. Il primo sbaglio, del tutto imperdonabile, è stato compiuto dal comandante della nave battente bandiera italiana, Enrica Lexie, a bordo della quale si trovavano Latorre e Girone in servizio antipirateria insieme ad altri quattro fucilieri del San Marco, quando in circostanze ancora non chiarite vennero esplosi colpi di fucile contro un peschereccio indiano presumibilmente scambiato per un vascello di pirati con la conseguente morte di due pescatori del Kerala.

Girone and Massimiliano members of the navy security team of Italian merchant vessel Enrica Lexie are seen at the lawns of a guest house as a policeman stands guard in Kochi


L’episodio, sul quale è bene sottolineare che le indagini indiane in quattro anni non hanno fatto alcuna luce, è avvenuto in acque internazionali ed è quindi inspiegabile la decisione dell’Enrica Lexie – dopo che il suo comandante aveva consultato sia il suo armatore che i vertici della nostra Marina Militare – di rientrare nelle acque territoriali indiane e di attraccare nel porto di Kochi per poi consegnare alla polizia dello Stato del Kerala Latorre e Girone senza alcuna garanzia e condizione.

Da quel momento si è messo in moto un meccanismo diabolico, politico giudiziario e mediatico, che ha sospinto i due marò nelle acque tempestose della politica indiana e di una giustizia locale chiaramente incapace di dare risposte serie alla vicenda.

Il secondo gravissimo errore è stato compiuto, nell’incomprensibile silenzio di tutta la stampa italiana, quando il 20 dicembre del 2012 Salvatore Girone e Massimiliano Latorre vennero autorizzati a rientrare in Italia per le feste di Natale. Rientrati sul territorio nazionale ci sarebbe stato un sistema semplice e assolutamente legale per trattenerli nel nostro Paese senza strappi né polemiche politiche.

Si deve ricordare infatti, e in quei giorni tutti sono sembrati esserselo scordato, che per la legge italiana la Procura della Repubblica di Roma è titolare del diritto-dovere di indagare sui reati compiuti da cittadini italiani all’estero. Essendo i due marò accusati addirittura di duplice omicidio al loro rientro in Italia, si sarebbe dovuta (l’azione penale è obbligatoria) aprire a loro carico un’indagine per accertarne le presunte responsabilità, gli si sarebbe dovuto ritirare il passaporto e tutti i problemi relativi alle richieste della giustizia indiana si sarebbero dovuti risolvere seguendo le regole della giustizia italiana, con rogatorie, scambio di istanze, eccetera.

Con questo passaggio legale e doveroso, si sarebbe non solo assicurata ai due marò la certezza di un’inchiesta onesta e puntuale ma soprattutto si sarebbero tenuti i due governi interessati fuori dalla vicenda, essendo questa consegnata nelle mani di due sistemi giudiziari del tutto indipendenti dal potere esecutivo.

Si è preferita, dopo anni di polemiche tutte sulla pelle di Latorre e Girone, la strada lunga e laboriosa dell’Arbitrato internazionale. Un percorso accidentato, anche se politicamente corretto, che non assicura che i nostri sottufficiali possano riprendere una vita normale superando la loro attuale condizione di ostaggi di un Paese dichiaratamente ostile. Ostaggi è un termine che, se condiviso, dovrebbe autorizzare ogni possibile iniziativa per conseguire la loro liberazione
di Alfredo Mantici - 4 aprile 2016
fonte:http://www.lookoutnews.it


Caso Enrica Lexie - false prove prodotte dallo Stato Indiano del Kerala al fine di incolpare i due Fucilieri della Marina Militare Italiana Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Petizione del Perito giudiziario Luigi Di Stefano. (italiano) 






fonte: https://www.youtube.com/watch?v=Xs3R0KC2feY 

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