Bruxelles, 12 mag – “Egregio Signore, La Presidente, come preannunciato, invierà 2 lettere rispettivamente all’Ambasciata indiana presso l’Unione Europea
e alla Delegazione Interparlamentare Ue – India. Cordialmente, la
segreteria
Commissione per le petizioni”. Queste poche righe
confermano che la mia audizione del 19 aprile scorso alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo continua la sua strada e arriva, tramite le istituzioni comunitarie, direttamente all’India. Il Presidente Cecilia Wikistrom
lo aveva detto alla fine dell’audizione ma, abituato alle prassi
italiane (Verba Volant…), una volta atterrato a Fiumicino e rientrato
nell’atmosfera di casa stentavo a crederci. Una presentazione di appena
20 slide che ha sintetizzato i risultati di quattro anni di lavoro, evidenziato l’innocenza di Girone e Latorre e le bugie indiane. Un lavoro che ha visto l’impegno di decine di persone dei gruppi Facebook pro Marò. E nonostante gli appena 5 minuti disponibili per la presentazione, potrebbe contribuire a rovesciare la situazione
in ambito europeo: da “l’Italia in questa vicenda cerca compassione”
(come affermò l’India al Tribunale di Amburgo il 6 agosto 2015),
passiamo a “i cittadini italiani ti vengono a sbugiardare”,
scoperchiando balle e boriosa protervia.
Siamo stati anni a chiedere il ricorso all’Arbitrato Internazionale
(che il 30 aprile ha disposto il rientro di Salvatore Girone) e siamo
stati anni a chiedere che si sollecitasse la solidarietà e l’intervento degli “europei” (i militari italiani erano in missione antipirateria in una missione Ue denominata “Atalanta”). E finora avevamo ottenuto solo una risoluzione Ue del gennaio 2015 presentata da 86 europarlamentari (50 italiani) che ai primi due punti “A)” e “B)” dava ragione all’India.
E passi per gli stranieri, ma gli italiani non lo sapevano che contro i
due accusati non erano stati depositati neanche i capi di accusa? Eh,
ma bisogna andarci “morbidi”, non si può indispettire gli indiani, si deve lasciar lavorare la diplomazia…
Abbiamo dimostrato il contrario: a fronte delle buone ragioni anche
alla Ue, c’è chi su giustizia e diritti si fa saltare la mosca al naso.
Dovevamo trovare il nostro “Cicerone” in una bella e decisa signora svedese
che a fronte delle istanze di un “cittadino della Ue” va a bussare alla
porta dell’India: Quindi? Che facciamo? Per la miseria! Mi sono sentito
per una volta “Civis Romanus Sum”, come San Paolo di Tarso che si
appella all’Imperatore scampando alle false accuse dei Farisei e dei
Sadducei. Non posso che ringraziare al momento la Wikstrom, che agli eurodeputati italiani che avevano “condannato” i nostri soldati ha, per il momento, dato una bella lezione.
fonte: http://www.ilprimatonazionale.it
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