Questa volta sembra davvero essere filato tutto liscio.
Nell'udienza di oggi presso la Corte Suprema di Delhi l'unica obiezione
al rientro in Italia di Salvatore Girone è venuta dall'avvocato dei
pescatori che ha dichiarato che “lo stesso privilegio di lasciare
l'India (concesso a Massimiliano Latorre) non può essere concesso anche
al secondo marò Salvatore Girone”. Niente di strano.
Il
Procuratore Generale del governo indiano ha lisciato il pelo alla Corte
Suprema dichiarando: “alla Corte Arbitrale è stato fatto presente che
l'India si riserva la libertà di procedere con il processo”, Allo
stesso tempo ha però ribadito che “tutti i procedimenti giudiziari in
India rimarranno sospesi fintanto che la vicenda sarà pendente alla
Corte Arbitrale”.
L'aspetto maggiormente degno di nota è tuttavia
che sia stata la Corte Suprema “nel dichiarare ammissibile la richiesta
congiunta di Italia ed India” a dichiarare che “tutti i procedimenti
giudiziari rimarranno sospesi fintanto che la titolarità della
giurisdizione verrà definita attraverso la procedura di arbitrato
internazionale”.
In sostanza, la nuova posizione del governo
indiano espressa a L'Aja il 30 ed il 31 Marzo scorso secondo cui “sono
necessarie assicurazioni da parte italiana che i fucilieri di marina
tornino in India qualora la giurisdizione del caso fosse riconosciuta a
Delhi” è stata avallata dalla Corte Suprema Indiana.
Ora la Corte
Arbitrale de l'Aja può contare su solidi presupposti per ribaltare la
decisione del Tribunale del Mare dell'Agosto scorso che aveva rigettato
la richiesta di consentire il rientro in Italia di Salvatore Girone (per
una più approfondita analisi di questo aspetto rimando al mio post di
due giorni fa).
Se tale decisione dovesse ritardare ancora
qualche giorno sarà solo per non 'disturbare' le elezioni in Kerala
previste per il prossimo 16 Maggio.
Stefano Tronconi
fonte: https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?fref=nf
Nessun commento:
Posta un commento